Articolo postato il: 12/09/2014 Autore: Enrico Engelmann
Il 22 Giugno un cittadino milanese ho inviato un'email tramite PEC al Comune di Milano, per chiedere lumi sul fatto che i ciclisti non vengano mai sanzionati. Solo dopo due mesi, dopo che la cosa è stata ampiamente divulgata sui social network e a seguito di un sollecito che l'autore della lettera ha dovuto infine rivolgere di persona espressamente al Comando della Polizia Municipale, i responsabili si sono degnati di rispondere. La lettere e la corrispondente risposta sono visibili in figura (cliccare per ingrandire):
(L'immagine è stata creata e diffusa dalla pagina fb Piazza Castello la nostra Milano non sono una fiera arancione) Molte delle parole usate sono di circostanza e generiche. Ovviamente viene negato che esista un'indicazione politica per non sanzionare i ciclisti che commettono infrazioni, ma non potrebbe essere altrimenti. Le affermazioni significative sono essenzialmente due: il riferimento al fatto che i ciclisti tendono a fuggire (perchè no? non hanno la targa, così è impossibile risalire alla persona coinvolta) e il fatto che nel corso dell'intero dell'intero 2013 sono state comminate ai ciclisti solo 380 multe, ovvero 1 al giorno, più o meno. Da notare che nel 2012 sono state comminate 2 milioni e mezzo di multe. In pratica le multe ai ciclisti sono solo una su 6600. Benchè le automobili siano più delle biciclette, è chiaro che la sproporzione è totale, specie se si considera che molti ciclisti hanno come regola quella di non rispettare alcuna regola! Abbiamo dunque la prova oggettiva che per poter fare quello che si vuole, sulle strade di Milano, basta inforcare una bicicletta. Per quanto riguarda l'indicazione politica che si vuole che sia così, la prova ce l'avevamo già, come spiegato nell'articolo di qualche mese fa Commento alla biciintervista di Pisapia. Non si può comunque fare a meno di notare l'evidente imbarazzo della polizia locale, che per rispondere con alcune frasi di circostanza ha impiegato ben due mesi. Che la questione crei fastidio e disagio è cosa certa.
Per comodità e per aumentare la visibilità sui motori di ricerca, riporto qui sotto il testo della lettera:
Spett.le Comune di Milano c.a. Comandante Polizia Locale Sig.Tullio Mastrangelo - Assessore Marco Granelli E p.c. Sindaco Sig. Giuliano Pisapia INVIO PER POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA Milano, 22/06/2014 OGGETTO: applicazione codice della strada ai conducenti di biciclette Gentile Comandante, Mi rivolgo a Lei per avere dei chiarimenti e per segnalarle quello che purtroppo vedo ogni giorno sulle strade della ns. Città. Desidero sapere se a Milano i conducenti di biciclette sono esenti dal rispetto del codice della strada. Infatti ogni giorno mi trovo a che fare con ciclisti che procedono in contromano nelle vie del centro, pedalano sul marciapiede, attraversano gli incroci con il rosso, percorrono corsie preferenziali vietate anche dalle moto (vedi via Snta Sofia), non accendono le luci anteriori e posteriori di notte. Il tutto, spesso, parlando al telefono cellulare tenendo il manubrio con una sola mano. Sarà d’accordo con me che oltre ad essere “presunte” infrazioni, tali comportamenti mettono a repentaglio la sicurezza stradale e la propria e altrui incolumità. Sono testimone che queste infrazioni vengono compiute anche davanti ad agenti di Polizia Locale che NON intervengono a far rispettare il codice. Non ultimo ieri alle 12:45 mi sono trovato a percorrere C.so Garibaldi imbattendomi con un gruppo di ciclisti in contromano che mi hanno pure insultato perché non mi spostavo con il mio veicolo. Presente un agente all’interno di una macchina della Polizia Locale, ho richiesto il suo intervento. Mi ha risposto che era impegnato nella verifica di cartelli di divieto sosta... e che comunque non era in grado di multare i velocipedi perché “mancava l’indicazione politica” ad agire in tale senso. Gli ho fatto presente, forse sbagliando, che come Agente di Polizia Stradale era tenuto a far rispettare gli articoli del Codice della Strada soprattutto su segnalazione di un cittadino che chiedeva il suo intervento. Visibilmente scocciato e imbarazzato mi ha risposto che non si può pretendere che vengano fatti rispettare tutti gli articoli del Codice. Allibito, stupito e allucinato dalla risposta ricevuta, ho fatto proseguire il lavoro all’agente salutandolo e ringraziando. Egregio Comandante, mi può gentilmente spiegare 1) Perché davanti a innegabili situazioni di infrazione al Codice della Strada, non che di pericolo per l’incolumità dei frequentatori di strade e marciapiedi, non ho mai visto la Polizia Locale interviene a sanzionare i ciclisti? 2) E qualora venga richiesto un intervento nei confronti dei ciclisti, gli Agenti non siano in grado di agire per priorità? (sbaglio a pensare che controllo di un cartello di divieto di sosta è forse meno importante di un velocipede che procede in contromano mettendo in pericolo la circolazione?). 3) Mi spiega che cosa sono le “indicazioni politiche” che impedirebbero di applicare il Codice della Strada nei confronti dei ciclisti? E chi si assumerebbe la responsabilità di impartire tali indicazioni senza evidentemente pensare ai conseguenti ed inevitabili pericoli per l’incolumità dei ciclisti, automobilisti e pedoni? La ringrazio in anticipo per i chiarimenti che vorrà fornirmi, e La saluto cordialmente.
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