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Commento all'incidente mortale in via Pola angolo via Restelli


Articolo postato il: 03/02/2014
Autore: Enrico Engelmann

Il recente incidente descritto da questo video su joutube, in cui ha purtroppo perso la vita una ciclista, obbliga a fare alcune considerazioni, per evitare che simili tragici eventi diventino sempre più frequenti in futuro.
La dinamica: la ciclista è stata travolta da un grosso camion trasporto terra che da via Pola stava voltando a destra in via Restelli. La ciclista è finita nell'angolo morto, è finita sotto le ruote del grosso mezzo ed è rimasta stritolata.
La figura raffigura il luogo dell'incidente:



La prima cosa da dire è che via Restelli è dotata di pista ciclabile, ma la ciclista è rimasta sulla carreggiata. Non posso che ribadire che i primi a snobbare le piste ciclabili sono proprio i ciclisti. Peraltro il codice della strada obbliga i ciclisti a utilizzare quelle, ove presenti: "I velocipedi devono transitare sulle piste loro riservate quando esistono, salvo il divieto per particolari categorie di essi, con le modalità stabilite nel regolamento." (Articolo 182, comma 9 del Codice della Strada)
La seconda cosa da notare è che le caratteristiche dell'incrocio hanno sicuramente fortemente favorito l'incidente. Guardando la figura tratta da (Google Maps) Si vede bene come il come il camion si stava immettendo in una via per lui strettissima, in corrispondenza di un incrocio in cui il marciapiede di via Restelli prosegue, pur arrotondato, fino al bordo di via Pola, motivo per cui doveva chiudere al massimo verso destra, "spazzando" un'area molto larga alla sua destra. Per quanto smussato, il marciapiede non permette di fare una curva rotonda!
Se invece la strada fosse stata larga come era una volta, la curva avrebbe potuto essere molto più larga, riducendo in proporzione il rischio di schiacciare qualcuno posto sul fianco di destra.
La cosa risulta evidente guardando come cambia la fascia di ingombro di un veicolo che svolta, a seconda del raggio di curva. Alla riduzione del raggio di curva la fascia di ingombro cresce esponenzialmente!

Curva larga:
Curva stretta:


Perciò, una risistemazione urbanistica che apparentemente sembrerebbe più a misura di mobilità "soft" (come direbbero i radical chic che imperano attualmente nel campo della mobilità e dell'urbanistica), in realtà ha radicalmente aumentato il rischio di incidenti gravi, dato che obbliga i mezzi di maggiori dimensioni a compiere manovre pericolose. E Milano, contrariamente a quanto credono taluni, è anche ancora una città industriale, in cui girano necessariamente mezzi di grandi dimensioni (senza contare che lo stesso vale anche per i comuni autobus).
Per il futuro bisogna perciò considerare che strade più strette vogliono dire incroci più pericolosi e che le piste ciclabili, quando ci sono, devono essere assolutamente utilizzate, perché con la creazione di piste ciclabili che restringono la carreggiata, la carreggiata stretta diventa molto più pericolosa per chi la percorre in bicicletta.




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