Articolo postato il: 16/09/2006 Autore: Enrico Engelmann
Ancora una volta, l' altra sera in un dibattito televisivo, l' assessore al traffico di Milano, Giorgio Goggi, si è vantato che grazie alla politica comunale sulla viabilità il numero delle automobili in entrata nel centro di Milano si è sensibilmente ridotto. Assumo che ciò sia vero, dato che non ho elementi per dubitare della validità di tale affermazione. Non voglio perciò contestare la correttezza del dato in sé. C' è però da chiedersi quale sia il suo reale significato.
Quali sono i motivi per i quali il traffico a Milano (ma anche in generale) rappresenta un problema? In effetti i motivi sono due: il traffico rende gli spostamenti difficoltosi e accresce l' inquinamento. Per quanto riguarda l' inquinamento penso che tutti siano d' accordo. Di esso ne discuterò più avanti nell' articolo.
Il primo aspetto invece è un po' meno ovvio. Diversamente l' assessore Goggi eviterebbe di cercare nella semplice riduzione del numero delle automobili in entrata a Milano motivo di vanto.
Se ogni mattina a Milano e nei comuni dell' hinterland decine di migliaia di persone si alzassero alla mattina, prendessero la macchina e si dirigessero verso il centro della nostra città per il semplice gusto di fare una passeggiatina o, peggio ancora, per il gusto di intasare le strade, allora Goggi avrebbe senz' altro ragione a vantarsi di avere ridotto il numero delle automobili che entrano in città! Credo però che tale assunzione, almeno nella maggioranza dei casi, sia azzardata. Secondo me i motivi principali che spingono così tanta gente ad entrare a Milano in macchina sono altri: lavoro e studio ad esempio.
C' è allora da chiedersi come mai tutta questa gente sceglieva o sceglie l' auto per spostarsi. Può essere presente una parte di inguaribili pigroni, ma partire dal presupposto che la maggior parte della gente che usa la macchina lo faccia per pigrizia è insultante verso tali persone. È invece ragionevole pensare che esse abbiano valutato vantaggi e svantaggi dei vari mezzi a loro disposizione, e siano arrivate alla conclusione che l' automobile è il mezzo più adatto alle loro esigenze. Per indurre una parte più o meno grande di costoro a passare ai mezzi pubblici sono possibili in linea di principio due metodi: rendere più interessante l' uso dei mezzi pubblici, oppure rendere meno conveniente quello dell' automobile. Il secondo metodo è il più facile, ma non porta ad un miglioramento della mobilità, anzi porta ad un suo peggioramento. Infatti, se i mezzi alternativi fossero stati più convenienti, sarebbero stati scelti a priori. Il comune ha fin qui adottato il secondo metodo. Questo significa però che ciò di cui l' assessore Goggi si vanta è in pratica unicamente di avere costretto decine migliaia di persone a sopportare disagi aggiuntivi che prima non avevano. Non mi sembra un motivo di gran vanto!
In effetti il punto è questo: diversamente da quanto sembrano pensare i signori della giunta, il bene da tutelare non è l' asfalto delle strade, ma la mobilità! Se il numero delle automobili triplicasse, ma per qualche motivo fosse possibile ugualmente spostarsi in auto senza difficoltà da una parte all' altra della città, trovando ovunque parcheggio, il traffico cesserebbe di essere un problema! Nessuno conta il numero delle macchine che incontra sulle strade! Quello a cui si guarda è il tempo che si impiega per spostarsi e i disagi che bisogna sopportare! Di queste cose l' assessore Goggi non parla! Ma allora perché non introduce veramente il gratta e sosta a 10 o 100 Euro all' ora? Non farebbe ciò forse crollare il numero di macchine in entrata a Milano? Perché non si può fare? Perché già adesso non si mettono tutti a usare i mezzi pubblici invece dell' auto? Già adesso i costi aggiuntivi connessi alla sosta a pagamento non notevoli. Il fatto che così tanti usino ancora l' auto significa che gli svantaggi che costoro dovrebbero subire passando ai mezzi pubblici, non sarebbero ripagati dai soldi risparmiati.
Uno dei motivi per i quali la società moderna garantisce un tenore di vita così altro è proprio l' efficienza degli spostamenti delle persone e delle merci. Ciò non sembra essere chiaro al nostro sindaco e al suo ineffabile assessore al traffico, la cui politica sulla viabilità è sin qui consistita nella costruzione di sempre nuovi ostacoli alla circolazione privata (gratta e sosta, chiusura di strade, allargamento dei marciapiedi e chissà cosa altro inventeranno), senza per altro migliorare significativamente le alternative ad essa.
Una volta c' erano le dogane non solo fra paesi diversi, ma anche fra regioni diverse, c' erano i dazi, ogni confine rappresentava un ostacolo allo spostamento sia delle persone che delle merci. Col tempo si è capito che si creava più ricchezza se si lasciava che entrambe si spostassero liberamente. Adesso a Milano vogliono tornare indietro! Vuoi spostarti in modo efficiente dal punto A al punto B? Paga! Se non vuoi pagare (così tanto), prendi i mezzi, e sono cavoli tuoi se impieghi il doppio e arrivi tutto sudato e stanco! (Per inciso: è ovvio che in non pochi casi può essere conveniente usare i mezzi pubblici. In tali casi però la persona in questione li userebbe in ogni caso, anche senza i consigli del sindaco!)
Passiamo ora al secondo punto, ovvero l' inquinamento. Come accennato sopra e come spiegato anche altrove nel sito, la politica sul traffico del comune è sin qui consistita unicamente (salvo aspetti marginali) nella disincentivazione della viabilità privata. Ciò è avvenuto attraverso la chiusura di alcune strade, l' allargamento dei marciapiedi, l' introduzione di limiti molto bassi e la costruzione costruzione di dossi in alcune zone. Si tratta di misure utili almeno a ridurre l' inquinamento? Per niente!
Anche in questo caso il numero delle auto non dice molto! I parametri significativi sono altri: la quantità di carburante consumato e la distribuzione dei mezzi sul territorio, ad esempio. Come è noto, e come può controllare chiunque possieda un' auto che indica il consumo di carburante, il consumo è massimo quando si sta spesso in coda. È poi relativamente alto anche quando si va particolarmente piano. Nel primo caso il motivo è che molto carburante va sprecato per tenere il motore acceso anche quando la macchina è immobile e per permettere le piccole accellerazioni necessarie ogni volta che si riprende il cammino. Nel secondo caso il motivo invece è che si tendono a tenere innestate marce più basse, cosicché il numero di giri del motore, a parità di velocità dell' auto, risulta più alto.
Qualcuno potrebbe obiettare che però la diminuzione del numero delle automobili circolanti sarà tale da compensare abbondantemente questo effetto collaterale. In realtà è molto improbabile che ciò accada. Se infatti si scoraggia il traffico privato, rendendolo più difficile, ma non si migliorano le alternative, appena la riduzione del numero delle auto sulle strade sarà tale da migliorare anche solo un poco la viabilità privata, tale riduzione cesserà, perché l' uso dell' auto privata tornerà ad essere preferibile. In altre parole, se non si migliorano i mezzi pubblici, per quanto il numero delle macchine circolanti possa ridursi, la città sarà sempre piena di intasamenti e code!
E cosa significa chiudere strade, allargare i marciapiedi, abbassare i limiti di velocità fino a 30 km all' ora, ovvero ostacolare la circolazione privata? Significa esattamente aumentare le code e far girare i motori a regimi più alti, ovvero significa fare in modo che ogni singola automobile inquini di più rispetto a prima. (Peraltro chiudere le strade al traffico privato significa anche rendere più lunghi i percorsi, ed anche questo fa aumentare l' inquinamento prodotto.) Perciò la semplice riduzione del numero delle automobili circolanti non vuole dire niente!
Per quanto riguarda l' inquinamento prodotto dalla circolazione privata, occorrerebbe esattamente l' opposto, ovvero ottimizzare i percorsi, rendendoli il più breve possibile e riducendo al massimo i colli di bottiglia. Riassumendo possiamo perciò dire che i beni che la politica sulla viabilità del comune dovrebbe tutelare sono la mobilità e la qualità dell' aria. La politica messa in atto dal comune di Milano è invece controproducente perché porta al deterioramento di entrambe. È ora di cambiare!
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