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Articolo postato il: 20/11/2012
Autore: Enrico Engelmann

Morti per inquinamento: danno i numeri!

Sono ormai molti anni che sui giornali appaiono con regolarità articoli sugli effetti che l'inquinamento avrebbe sulla salute. In tali articoli, che compaiono soprattutto in inverno, il periodo in cui la concentrazione delle polveri fini è più alta, quasi sempre si enumerano i morti che l'inquinamento provocherebbe, a Milano, in Lombardia, in Italia o anche in Europa. Ogni volta tali articoli conquistano grande visibilità, perchè i dati riportati sono autenticamente terrorizzanti, con numeri che sembrano tratti da un bollettino di guerra. Qui L'inquinamento da traffico uccide più degli incidenti si arriva addirittura ad affermare che l'inquinamento fa più morti degli incidenti stradali! Sono veramente articoli che mettono molta preoccupazione e che sembrano descrivere un problema estremamente allarmante! Ma dopo l'iniziale spavento, la persona ragionevole non può fare a meno di porsi alcune domande:
  • Come si distingue un morto da inquinamento da uno normale?
  • Rispetto a quale termine di paragone l'inquinamento provocherebbe così tanti morti?
  • Come fanno ad arrivere ai numeri riportati?
  • C'è concordanza fra i vari articoli?
Qualcuno potrebbe obiettare che le prime tre domande sono presuntose. Come si possono mettere in dubbio le conclusioni cui arrivano ricercatori riconosciuti, i risultati delle cui ricerche vengono riportati dai principali e più blasonati quotidiani nazionali? Ok! Allora partiremo dalla quarta domanda, ovvero se c'è concordanza fra i dati riportati nei vari articoli. Perchè è evidente che se non c'è concordanza, la logica impone che non tutti possono essere corretti. Un fenomeno reale e ben conosciuto non si presta ad essere descritto ogni volta con misure fra loro discordanti. Ad esempio, l'energia termica che si può ricavare da un litro di benzina è uguale indipendentemente dal libro su cui si va a cercare il dato, a meno di qualche decimale dopo la virgola. In altri casi può esserci più variabilità. Ad esempio, su alcuni libri l'apertura alare dell'avvoltoio grifone viene indicata sui 240-270cm, in altri 260-290 cm. Ma in ogni caso l'oscillazione è una frazione del valore indicato. Su nessun libro vi capiterà mai di leggere che l' apertura alare di tale uccello è di 25-27 cm. Se ad un ornitologo capitasse in mano un libro del genere lo butterebbe via subito. E a ragione! Minore è la concordanza, più vuole dire che il fenomeno è in realtà poco conosciuto e le sue interpretazioni sono basate su ipotesi e illazioni, più che su fatti accertati. (Da notare, comunque, che la concordanza è condizione necessaria ma non sufficiente perchè si possa dire che un fenomeno è ben conosciuto. Vi può essere anche concordanza quando tutti sbagliano allo stesso modo nell'analisi!) Gurdiamo dunque cosa succede nel caso dei morti per inquinamento! I dati sono raccolti qui: Morti causati da inquinamento sulla stampa. Morti in Italia: si va da 2740 a più di 50000 (perchè 50000, secondo l'articolo, sarebbero i morti annuali nella sola Valpadana), passando per 7000, 10000, 39000. C'è da rimanere basiti! Fra la stima più bassa e quella più alta c'è un rapporto di almeno 20 volte! Sarebbe come se una volta vi dicessero che l'apertura alare dell'avvoltoio grifone di cui sopra è di 280 cm, la volta dopo di 14 cm! Una volta un uccello enorme, la seconda un uccellino grande come un passerotto! Ma vediamo cosa succede in Lombardia. In un articolo dicono che in Lombardia l'inquinamento provoca 173 morti, appena sei mesi dopo sono diventati 3000-7000! Il rapporto è addiritura di 40! Questa volta il nostro grande uccello rapace una volta ha un'appertura alare di 280cm, la seconda di appena di 7 cm! E' come confondere uno degli uccelli europei più grandi con una grossa farfalla notturna! Infine vediamo cosa dicono sulla stampa riguardo al caso più ristretto della sola città di Milano. Qui le cose vanno su e giù. Ad esempio, fine Novembre 2009 l'inquinamento provocava ogni anno 140 morti, ma già a fine Gennaio erano saliti di 7 volte, toccando quota 1000, e addirittura 1200 altri sei mesi dopo. In 3 mesi però l' aria deve essersi purificata, perchè i morti per inquinamento tornavano a 93, ovvero 13 volte meno! Ma già un mese dopo erano nuovamente saliti a 550-900! Qualche giorno fa, infine, la cifra si assestava sui 550. Alla quarta domanda possiamo quindi dare una risposta certa: fra gli articoli comparsi negli ultimi anni sui giornali non c'è la seppur minima concordanza! Ognuno dice cose diverse. Porsi le altre tre domande non è quindi un attentato di lesa maestà, ma un esercizio di senso critico non solo lecito, ma anzi doveroso! Innanzi tutto, allora, proviamo a chiederci cosa è un morto da inquinamento. Indicare la causa di un decesso in alcuni casi è facile: morti da incidenti stradali, morti per omicidio, morti per incidenti sul lavoro. In altri casi lo è però meno, anche se è pur sempre possibile. Ad esempio, nel caso dei morti per amianto, triste piaga di cui ogni tanto si parla sui mass media, ciò è ragionevolmente possibile, perchè si tratta di persone che muoiono a causa di malattie rarissime, ma presenti con frequenza molto più alta fra coloro che hanno maneggiato l'amianto per molto tempo. Appena meno netta è l'associazione fra tumore al polmone e fumo. Perciò un forte fumatore che muore di tumore al polmone può essere approssimativamente considerato un morto da fumo. L'ascrizione di un dato decesso ad un dato fattore, quando questo passa attraverso una data malattia, è sensata se si tratta di malattie che sono virtualmente assenti fra coloro che non sono mai stati sottoposti a tale fattore. La malattia funge cioè da marker. E' questo il caso dell'inquinamento? No di certo! Quando si pretende di parlare di morti da inquinamento ci si riferisce sempre a malattie molto comuni in tutta la popolazione: infarto, ipertensione, malattie respiratorie, etc... In realtà i morti da inquinamento non esistono. L' inquinamento può al più essere un ulteriore fattore fra quelli che incidono sulla salute, ma nessuno muore di solo inquinamento. E allora, come nascono i numeri riportati dai giornali? Essi nascono da studi epidemiologici, ovvero da studi che analizzano in modo esclusivamente statistico la correlazioni fra l'intensità di certi fattori e l'intensità di certi fenomeni. Per esempio, si rileva il numero dei morti giornalieri e la si mette a confronto con la concentrazione di polveri sottili. La cosa apparentemente sembra sensata, ma non lo è a priori. Infatti esistono una miriade di fattori che fluttuano in maniera positivamente correlata con la concentrazione di polveri sottili, e che molto più delle polveri sottili possono andare a incidere sullo stato di salute.
  • In primis la temperature: quando fa freddo la concentrazione di polveri sottili è più alta, per esempio perchè i riscaldamenti vanno di più. E il freddo può provocare di suo danni alla salute. Se vedo che le polveri sottili aumentano e aumentano le bronchiti, verrebbe da dire che loro sono la causa. Ma in realtà è noto che colpi di freddo possono far venire la bronchite anche senza polveri sottili nell'aria.
  • Anche l'aria umida e fredda non fa bene di suo. E tale tipo di aria si presenta proprio in condizione di inversione termica, condizione che porta anche ad un aumento della concentrazione di PM10.
  • E' noto che l'aria negli ambienti chiusi è spesso più inquinata di quella esterna. Nelle giornate di inversione termica, in cui fa freddo e magari c'è anche nebbia, è più facile rimanere al chiuso. Una causa di aumento di malattie respiratorie potrebbe quindi essere questa, invece del PM10.
In generale, molte delle situazioni che sono associate ad un aumento della concentrazione degli inquinanti sono di per sè pericolose per persone già gravemente ammalate. Per cui è chiaro che quando si presentano tali situazioni ci saranno dei picchi di decessi. Ma tale correlazione non può certo venire presa come dimostrazione di un rapporto causa effetto, a maggior ragione per una valutazione quantitativa di tale rapporto causa effetto. L' unico modo per poterlo fare in maniera rigorosa sarebbe quello di avere un' altra ipotetica città di Milano (/Lombardia/Italia), del tutto identica alla prima, ma con l' aria del Monte Bianco. In tal caso, confrontando la situazione nei due casi, si potrebbe ottenere una valutazione quantitativa degli effetti dell'inquinamento. E in ogni caso bisognerebbe parlare di perdita di aspettativa di vita causa inquinamente, non certo di morti a inquinamento. Ovviamente non esiste alcuna possibilità di effettuare un tale confronto, per cui si può pacificamente dire che tutti i dati che vengono presentati si basano su interpretazioni, assunzioni, modelli ipotetici. Ogni gruppo di ricercatori cerca di affinare la propria analisi aggiungendo divisioni in sottogruppi più omogenei e cercando di scorporare questo o quel fattore di rischio. La realtà però è che per un caso così complesso come una città o, peggio ancora, una regione o un paese intero, è impossibile individuare e separare tutti i fattori di rischio, anche perchè poi, fra essi, esistono anche delle sinergie che complicano uteriormente l'analisi. Questo spiega come mai ci sia variabilità fra i presunti morti causati dall'inquinamento: ognuno applica ipotesi e correzioni aggiuntive al modello utilizzato per interpretare i dati, al fine di migliorarlo. Ma si tratta pur sempre di interpretazioni, basate per una parte importante su assunzioni e postulati, che ogni equipe sceglie in modo diverso, alla fine della fiera in base al proprio gusto soggettivo. E il fatto che non solo ci sia variabilità, ma che la variabilità si così grande è sintomo del fatto che la componente aleatoria nelle interpretazione dei dati è in effetti preponderante. In parole povere, tutti i numeri che si vedono in giro hanno in effetti poco o nessun valore pratico. Sono in ultima analisi dei tentavi d indovinare! Tentavi basati su una loro logica, e su assunzioni anche sensate, ma rispetto alle quali non c'è evidentemente ancora nessuna verità riconosciuta. E a questo punto non ci si può non porre un'ulteriore domanda: E' serio mettere in giro tali numeri, spacciandoli come verità accertate? La risposta è netta. No, non è affatto serio! Di chi è la colpa del fatto che ciò invece avvenga? Sicuramente una parte della colpa ricade sui giornalisti, che come al solito (ovviamente ci sono eccezioni, per fortuna), senza alcun senso critico, spacciano per certezze accertate cose che sono solo ipotesi. Anche senza essere esperti di statistica o di biologia, per farsi venire qualche dubbio, e magari aggiungere una frase che suggerisca che in effetti ci sono ancora incertezze, basterebbe fare un minimo di ricerca su internet. Ma una parte di colpa ricade anche sui ricercatori, da cui non mi sembra di avere mai sentito arrivare rettifiche o puntualizzazioni su come sono da intendere i numeri forniti. Colpe hanno ovviamente poi anche le varie associazioni ambientaliste (pseudo?), che non mancano mai di amplificare al massimo l'allarme, attraverso proclami che definire allarmistici sarebbe poco. Anche quando privi di ogni fondamento. Ma una parte di colpa ce l'hanno infine anche i lettori dei giornali, che a quanto pare si bevono veramente tutto, senza il minimo senso critico. Alla fine i giornalisti vendono anche loro un prodotto. Se ai lettori vanno bene articoli fatti col copia e incolla, senza alcuna fatica, perchè faticare a fare controlli e a raccogliere riscontri? Vorrei ora aggiungere un cappello a tutto quanto sopra, prima di arrivare alle conclusioni. Un altro evidente e innegabile sintomo del fatto che i dati forniti non possono venire presi per oro colato, è rappresentato dalla grottesca asimmetria fra la loro variabilità da un articolo all'altro, e la ridicola precisione dei numeri che si possono leggere di volta in volta. La frase più assurda in assoluto è questa: «se le concentrazioni di Pm 10 non avessero ecceduto il limite sarebbero stati evitati annualmente 47.319 episodi di recrudescenza d'asma, 2004 episodi di bronchite nei bambini, 26.669 episodi di sintomi respiratori delle basse vie aeree nei bambini e 449.671 tra gli adulti», tratta da «L'inquinamento a Milano ogni anno causa 550 morti». Chiunque abbia una conoscenza anche minima di statistica non può non notare che sono numeri totalmente assurdi, nella loro precisione. Perchè non 47.318 o 47.320? E' assolutamente impossibile che stime di fenomeni così complessi basate su modelli possano raggiungere una precisione del genere! I numeri si delegittimano già da sè. Riassumendo:
  • Il confronto dei numeri forniti dai vari articoli nel corso degli anni mostra una totale discordanza.
  • Ciò si spiega col fatto che i numeri che si leggono sui giornali sono basati non su misure oggettive, ma su interpretazioni in larga parte dipendenti da assunzioni e ipotesi.
  • Allo stato non esiste nessuna possibilità di quantificare i morti da inquinamento, cosa che peraltro non ha senso di per sè.
  • Gli articoli che continuano a comparire sui giornali evidenziano mancanza di serietà a più livelli, cosa che noi stigmatizziamo fortemente, in quanto riguarda argomenti di grande rilevanza.
A questo punto sorge un'ultima e cruciale domanda: Perchè continuano a comparire articoli di questo tipo? Perchè fanno comodo!
  • Fanno comodo a certi politici, che così hanno un ottimo pretesto per mettere ancora di più le mani nelle tasche dei cittadini.
  • Fanno comodo alle associazioni ambientaliste, che senza un mondo da salvare perderebbero la loro ragion d'essere.
  • Fanno comodo a certi ricercatori, che così hanno un pretesto credibile ed efficace per chiedere maggiori fondi per le loro ricerche. Inoltre, finire sulle prime pagine dei giornali è cosa che non fa mai male.
  • Fanno comodo ai giornali, dato che un articolo allarmistico attira sicuramente più pubblico (e perciò più pubblicità) di uno che dice che tutto va bene.
Sfortunatamente, in tutto ciò, ad andarci di mezzo sono i cittadini, in qunto risorse preziose vengono storanate dai problemi reali (assistenza, manutenzione, infrastrutture) a favore di problemi che, se esistono, hanno dimensioni molto minori di quelle che vogliono farci credere (vedi Evoluzione negli anni per uno storico dei dati ufficiali su inquinamento a Milano). Peraltro, non siamo i primi che hanno notato queste cose. Si veda anche MORTI PER INQUINAMENTO, LA LOTTERIA DEI NUMERI

Commenti
26/11/2012 23:21:02
Ringraziamo i Rothschild e la loro politica globale che, pur di tassare qualcuno o costringerli a cambiare auto si sono inventati il surriscaldamento globale, sotto la regia di personaggi come Al Gore, che guadagna con le pubblicità inserite nei cartelloni mobili e luminosi, per esempio, sponsorizzati dall'ATM, a Milano, sotto il marchio dello sporco "Clear Channel" di Al Gore.
american_motors_usa
27/11/2012 00:17:34
Per la verità a me risulta che il riscaldamento globale sia stato inventato da altri, comunque la morale non cambia. Ormai è diventato un oggetto di fede, a cui bisogna credere a priori.
Suggerisco a tema Global Warming e magna magna annesso il seguente articolo: Doha, COP18: scusate il ritardo.
Comunque quando si parla di ambiente a Milano, ci si riferisce in particolare alle polveri sottili, che nulla hanno a che fare con il riscaldamento globale (anche se molti giornalisti ignaranti tendono a fare confusione).
e.engelmann
Post modificato il 27/11/2012
29/11/2012 00:28:11
Grazie per la giusta precisazione Enrico.
Il mio era in sintesi uno sfogo contro quelle politiche che, emissioni di CO2 o di polveri sottili a parte, sono motivate da luminari della scienza e dell'economia che lavorano (ben pagati) per quegli stessi gruppi di potere che han voluto a tutti costi il parlamento europeo, per dettare leggi giustificate dalla solita frase "E' per il vostro bene" e che, ad esempio, ci han portato "per il nostro bene" al tracollo economico.
american_motors_usa

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