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Nel mirino in particolare il meccanismo di adeguamento dei pedaggi
Autostrade, l'Antitrust boccia intesa tariffe
Secondo il Garante le nuove regole penalizzano i consumatori e non incentivano la concorrenza

Articolo del: 05/07/2008


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ROMA - L'Antitrust scende in campo con una segnalazione al governo e al Parlamento per criticare la nuova convenzione di Autostrade nella parte che riguarda l'adeguamento delle tariffe e per l'assegnazione, senza gara, di nuove tratte. Per il Garante della concorrenza le nuove regole decise con un decreto legge danneggiano i consumatori e sono distorsive della concorrenza.

LE NUOVE REGOLE - La nuova convenzione prevede un adeguamento annuale delle tariffe di pedaggio, per tutta la durata della convenzione e cioè per 30 anni (dal 1 gennaio 2008 al 31 dicembre 2038), pari al 70% del tasso di inflazione effettiva rilevato dall'Istat. In questo modo, segnala l'Antitrust, viene abbandonato il precedente meccanismo di «price cap» che, «orientando le tariffe all'aumento della produttività e della qualità del servizio, oltre che all'inflazione programmata, favoriva, invece, l'efficienza produttiva e, in prospettiva, tariffe più basse per i consumatori». Per l'Autorità, quindi, è «necessario mantenere un sistema tariffario che incentivi la minimizzazione dei costi e il trasferimento degli incrementi di efficienza sui consumatori finali».

POCA CONCORRENZA - Oltre ai danni per i consumatori l'Authority evidenzia anche misure anticoncorrenziali:«ancora una volta la costruzione e la gestione di nuove tratte autostradali viene sottratta al confronto concorrenziale derivante da un eventuale e alternativo ricorso a procedure ad evidenza pubblica». Si tratta, per il Garante, di una «serie di interventi posti a carico del concessionario, consistenti in nuove opere e tratte autostradali e, più in generale, nel potenziamento della rete» che saranno, infatti, oggetto di regolamentazione economica sulla base della stessa convenzione unica. Nella segnalazione l'Antitrust chiede che Governo e Parlamento riesaminino le normative appena varate per «evitare che vengano eliminati del tutto gli spazi, già esigui, lasciati alla concorrenza per il mercato, almeno per le tratte non ancora realizzate e per l'ampliamento della rete autostradale».



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