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Milano, una tassa sugli automobilisti pendolari per pagare i lavori stradali: il Comune studia come fare

Articolo del: 07/02/2017


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Ogni giorno 800mila persone usufruiscono dei servizi della città ma pagano le imposte altrove. L'assessore ai Lavori pubblici denuncia: "I costi della manutenzione delle strade pesano solo sui residenti ma sono usate anche da chi arriva da fuori città: troviamo una soluzione"

Arrivano soprattutto dai Comuni dell'hinterland, quella che oggi è la Città metropolitana. Ma i pendolari su quattro ruote che ogni giorno entrano a Milano perché lavorano o studiano qui partono anche da più lontano, dalle altre province lombarde o dalle regioni confinanti. E allora, è quello che ogni amministrazione si chiede da anni, non c'è un modo per far pagare anche a loro la manutenzione della città che 'usano'?

La tassa sui pendolari, sui city users: 800mila persone - tante ne vengono stimate dal Comune - che usufruiscono dei servizi di Milano ma pagano le loro imposte altrove. L'assessore ai Lavori pubblici della giunta Sala Gabriele Rabaiotti si è lasciato scappare davanti ai consiglieri comunali una frase esplicita: "Le strade di Milano sono usate dal doppio delle auto dei residenti, questo comporta un costo che oggi pesa tutto sulle spalle di chi vive in città: bisognerebbe trovare un modo di distribuire il contributo di tipo impositivo su oltre due milioni di persone e non solo sui residenti: bisognerebbe fare un'operazione a livello di Città metropolitana".

Voce dal sen fuggita? Chissà. Perché se il suo collega, l'assessore al Bilancio Roberto Tasca, si affretta a precisare che "non c'è alcuna idea strutturata in tal senso", ammette poi che "sul tema va fatta una riflessione laica e senza nessuna ipocrisia". Il punto però è capire come si potrebbe chiedere ai non milanesi un contributo sulla manutenzione della città. Gabriele Albertini prima, Letizia Moratti poi (che poi scelse una soluzione diversa, quella dell'Ecopass), fino a Giuliano Pisapia, che si era fermato ad Area C, che vale però per tutti gli automobilisti, non solo per chi arriva da fuori città.

Nel 2011 Assoledilizia aveva rilanciato il tema: "Non si tratta di far pagare chi attraversa la città , bensì chi consuma i servizi forniti dalla città stessa e cioè i pendolari ed i city users. Siamo in presenza di cittadini che lavorano a Milano 5 o 6 giorni la settimana e che pagano le imposte (comunali ed erariali) ai

comuni di residenza. La via potrebbe essere quella di legare l’obbligo fiscale verso l’ente comunale all'esercizio della attività lavorativa nel comune stesso, una sorta di 'tassa di soggiorno' pagata al Comune a questo titolo, che potrebbe essere interamente detratta dalle imposte versate allo Stato". Finora solo parole: ma per aiutare i sempre più esangui bilanci comunali, non è detto che la "riflessione laica" non si concretizzi.

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