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[Esplora il significato del termine: Oggi riunione in Comune. da giudicare l’ammissibilità dei quesiti e la regolarità delle firme Smog, «basta rinvii». Gli ambientalisti: «Pronti a occupare Palazzo Marino» A rischio le cinque consultazioni. «Subito la nomina dei garanti per i referendum, rinviata già 15 volte»] Oggi riunione in Comune. da giudicare l'ammissibilità dei quesiti e la regolarità delle firme
Smog, «basta rinvii». Gli ambientalisti: «Pronti a occupare Palazzo Marino»
A rischio le cinque consultazioni. «Subito la nomina dei garanti per i referendum, rinviata già 15 volte»

Articolo del: 18/01/2011
Autore: Maurizio Giannattasio

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MILANO - Una quindicina di sedute andate a vuoto. Vuoi perché è mancato il numero legale, vuoi perché lo stesso centrodestra ha impallinato uno dei suoi candidati. Risultato? La mancata nomina del Collegio dei Garanti, nonostante l'appello del sindaco Moratti, mette a rischio i cinque referendum ambientali (tra cui quello sull'estensione di Ecopass). Così, Enrico Fedrighini e Carlo Montalbetti, due dei propositori del referendum, hanno deciso che oggi, insieme al solito pacco di delibere, si porteranno in aula anche sacco a pelo e spazzolino. Perché da stasera, se non si voteranno i 3 garanti, i due consiglieri occuperanno a oltranza l'aula consigliare e non l'abbandoneranno fino alla nomina del Collegio.

Un passaggio fondamentale. Perché i Garanti hanno il compito di esprimersi sull'ammissibilità dei quesiti e sulla regolarità delle firme. E proprio oggi un furgone carico di scatoloni provenienti dall'Ufficio elettorale porterà a Palazzo Marino i cinque scatoloni contenenti 23.500 firme per ciascun quesito e il verbale sul numero delle firme. Peccato che il verbale debba essere consegnato al Collegio dei Garanti che non esiste ancora. Dopodiché, il Collegio ha a disposizione 30 giorni per esprimersi sulla regolarità del referendum comunicando la propria decisione al sindaco. Una volta ricevuta tale comunicazione, il sindaco deve indire per decreto i referendum in una giornata compresa fra i 30 e i 70 giorni dalla scadenza per la verifica della regolarità delle firme. «Se non si fa in fretta a nominare i Garanti - attacca Enrico Fedrighini - c'è il rischio concreto di far slittare i referendum a metà giugno, con le scuole già chiuse».

È già successo in passato. Per la precisione nel 2001, quando il referendum sul traffico, tra ricorsi al Tar e polemiche a non finire, venne indetto per i primi di giugno: solo il 4 per cento dei milanesi andò a votare contro un quorum fissato al 30 per cento. «I cinque referendum - continua Fedrighini - non appartengono al sindaco, alla maggioranza o all'opposizione di Palazzo Marino. Appartengono a Milano, ai cittadini. E riguardano l'esercizio della democrazia comunale. Non è materia di propaganda elettorale, ma battaglia civica autenticamente trasversale: una risorsa per chiunque governerà Milano nei prossimi cinque anni». «Voteremo i garanti - assicura il capogruppo del Pdl, Giulio Gallera -. Ma riteniamo un errore confondere e sovrapporre due campagne elettorali, quella del sindaco e i referendum. Creerebbe solo confusione. Il referendum va fatto dopo le amministrative di maggio». Sulla stessa scia, Marco Osnato, presidente della Commissione Trasporti: «Su uno dei tre candidati, il presidente dell'Ordine degli avvocati, Paolo Giuggioli (proposto dallo stesso centrodestra, ndr) non c'è una larghissima convergenza. Ma bisogna anche dire che il referendum non è il primo obiettivo del centrodestra a Milano». Infine, la Lega: «Sull'estensione di Ecopass siamo assolutamente contrari. Mentre altri quesiti ci trovano concordi. Ma sono del parere che i referendum si debbano tenere dopo l'elezione della nuova giunta. Sarebbe inutile votare prima».

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