Articolo postato il: 16/09/2006 Autore: Enrico Engelmann
Contrariamente a quanto vogliono farci credere le anime belle, il fine del politico, o per lo meno ciò a cui deve dare più importanza nel breve e nel medio termine, è il potere. Il motivo è semplice: poiché le persone che ambiscono al potere sono molte, il politico che non impiegasse molte delle sue risorse nel tentativo di mantenerlo ed accrescerlo, verrebbe in breve tempo scalzato da qualcun' altro con meno scrupoli. Per fortuna siamo in democrazia, ed il potere si basa perciò sul consenso. In linea teorica questa è la soluzione. Il politico può pure ricercare il potere, ma siccome questo viene concesso dal popolo a coloro che fanno il suo interesse, in pratica è come se il fine del politico fosse quello ideale, ovvero perseguire il bene del popolo (o della nazione, o del paese, a seconda di come dir si voglia). Questo in linea teorica. Nella pratica non funziona sempre tutto così bene, ed i motivi sono più d' uno. Il principale motivo è che gli elettori non possiedono in generale una perfetta conoscenza dei problemi che vanno risolti e della loro rilevanza relativa. E ciò è naturale, dato che non tutti possono essere contemporaneamente economisti, ecologi, medici, strateghi militari, ingegneri etc... I politici guadagnano in questo modo uno spazio di manovra, in quanto possono cercare di sfruttare tale mancanza di conoscenze da parte degli elettori per influenzarli al fine di aumentare il proprio potere, anche se ciò può andare a scapito dell' efficacia con cui si opera per risolvere i problemi reali. Essi possono per esempio presentare problemi secondari come primari, oppure persuadere che certe misure sono state prese per risolvere un dato problema, quando invece l' obiettivo reale è diverso, e più vicino agli interessi del politico che a quelli degli elettori. Va poi ricordato come non tutti gli elettori sono uguali nella loro capacità di influenzare le azioni dei politici. Vi sono ad esempio le lobby, i movimenti organizzati, in generale tutte le persone che rappresentano interessi organizzarti. Infine è importante tenere conto del fatto che i politici quando sono al potere devono affrontare esigenze ineludibili che spesso richiedono misure impopolari, in primis le esigenze di bilancio.
Qualsiasi politico al potere, per poter mantenere tale potere, in democrazia deve cercare di fare contenti più elettori possibile (potenziali ed effettivi). E ciò richiede soldi, molti soldi. Consideriamo in particolare il caso di un amministratore comunale, in particolare di un sindaco. Per fare bella figura presso i propri elettori, e per conquistarne altri, potrà pensare ad esempio di costruire infrastrutture, migliorare quelle esistenti, abbellire i giardini, aumentare l' illuminazione, organizzare concerti gratuiti, incrementare l' assistenza agli anziani etc... Tutte cose in sé positive e condivisibili, ma che richiedono denaro per essere realizzate. E qui iniziano i problemi, perché tale denaro non può che provenire dalle tasche dei medesimi cittadini la cui simpatia l' amministratore vuole accattivarsi. Come fare? Si potrebbe puntare sull' aumento delle tasse. Ma a nessun elettore piace che le tasse che deve pagare aumentino. Si potrebbe cercare di migliorare l' efficienza con cui il denaro di cui si dispone viene utilizzato. Ma anche questa opzione presenta dei problemi, perché in generale significa far lavorare qualcuno di più a parità di stipendio. L' ideale sarebbe trovare un metodo per ottenere dai cittadini più soldi, senza che essi abbiano però la sensazione che si tratta di un prelievo forzoso ed ineludibile come nel caso delle tasse (se non si considera l' evasione, naturalmente)!
Ed ecco il punto! Multe e gratta e sosta soddisfano perfettamente queste esigenze! Permettono di incassare un sacco di soldi, anche meglio delle tasse, però la colpa rimane sempre del cittadino! Gli amministratori sarebbero felici se i cittadini non dovessero più pagare multe, ma loro sono proprio così indisciplinati....! La sosta a pagamento? Nessuno è obbligato ad usare l' auto! Chi deve pagare un capitale in parcheggi a pagamento non deve incolpare il comune, che, poverino, pensa solo a ridurre il traffico e a migliorare l' aria che respiriamo, ma solo la propria pigrizia! Chi glielo fa fare a questo cittadino negligente di non usare i mezzi pubblici o, meglio ancora, la bicicletta, mezzo virtuoso al massimo?
Multe e sosta a pagamento hanno anche il vantaggio, rispetto alle normali tasse, di risultare meno “visibili” all' elettore. Le tasse si sa infatti a quanto ammontano, ognuno sa in anticipo quanto dovrà pagare e sa che dovrà pagare in ogni caso, a meno di non voler rischiare di avere problemi con la legge. Con le multe e con il gratta e sosta è diverso. Per quanto riguarda le prime in particolare, ognuno tende a sperare e magari credere che sarà fortunato, che a lui andrà bene e che a beccarsi la multa sarà l' altro! Come con le disgrazie naturali si tende a rimuovere il problema, tanto più che non si può fare molto per evitare di riceverne una ogni tanto (a meno di rinunciare all' auto). E poi nessuno ha bene la percezione di quante siano le multe comminate complessivamente, perché è difficile fare paragoni con gli altri. Chi riceve molte multe deve incolpare la sfortuna, i vigili oppure il suo grado di indisciplina è veramente sopra la media? Come dirlo?
Anche nel caso del gratta e sosta la situazione è simile. Chi è fortunato e ha convenienza ad andare al lavoro con i mezzi, avvertirà il problema molto meno di uno che fa magari lo stesso lavoro, nello stesso posto, ma che è costretto ad usare la macchina perché con i mezzi pubblici impiegherebbe il triplo del tempo. Chi può dire da fuori se si tratta di necessità o di pigrizia?
Naturalmente con ciò non si intende affatto tessere le lodi del cittadino indisciplinato! Chi parcheggia davanti ai passi carrai o in seconda fila, chi sfreccia a 100 km all' ora in città, chi passa col rosso, chi ostacola cioè la circolazione o, peggio ancora, si comporta in modo tale da mettere a repentaglio l' incolumità altrui merita sicuramente di essere sanzionato, anche pesantemente. Ed in alcuni casi particolari il parcheggio a pagamento può avere un senso. Il fatto è che se multe e sosta a pagamento diventano un mezzo delle amministrazioni per finanziarsi, da mezzi diventano fini. Gli amministratori diventeranno sempre più dipendenti dal tale fonte di approvvigionamento di denaro e non si impegneranno più per eliminare le situazioni che portano alla necessità di far pagare il parcheggio e di comminare multe, anzi cercheranno addirittura di aumentare le occasioni per comminare multe. Ecco perciò mettere limiti di velocità assurdi (a Milano 50km all' ora su strade a quattro corsie con spartitraffico centrale, 30 km orari in vie normalissime con la scusa delle cosiddette isole ambientali), ridurre gli spazi di parcheggio in modo da obbligare la gente a pagare oppure mettere la macchina in divieto (ad esempio paletti per impedire il parcheggio su marciapiedi vuoti e larghi 5 metri, oppure assegnazione di tutti i posti ai residenti), introdurre il lavaggio della strada due volte alla settimana, trascurare i parcheggio di interscambio (per esempio quello di Bisceglie, per metà in disuso) a favore dei più redditizi parcheggi a pagamento in centro...! Non sarà poi un caso che la grande maggioranza delle multe sono per parcheggio di sosta, l' infrazione più facile da sanzionare!
Qualcuno potrebbe obiettare che il comune avrebbe comunque bisogno dei soldi delle multe e dei parcheggi e se le prime diminuissero ed il secondo venisse eliminato, il comune aumenterebbe comunque le tasse, per cui sarebbe la stessa cosa. In realtà non è così. Per prima cosa le tasse, come spiegato sopra, sono una fonte di approvvigionamento di denaro molto più visibile e trasparente e perciò per la cittadinanza avrebbe molta più facilità a valutare l' efficienza con cui l' amministrazione utilizza i sui soldi, potrebbe esercitare un controllo maggiore e giudicare meglio l' azione dell' amministrazione comunale. Come seconda cosa i soldi delle tasse non presuppongono l' esistenza di un problema (nel nostro caso il traffico), per cui il comune non subirebbe la tentazione di lasciare problemi insoluti per sfruttarli come occasione per raccogliere più soldi. Nel caso delle multe, esse più che un problema presuppongono l' esistenza diffusa di comportamenti censurabili. Non è forse antietico che il comune si affidi all' inosservanza delle leggi del codice della strada per raggiungere il pareggio di bilancio? O, peggio ancora, che esso metta i cittadini nelle condizioni di dover andare contro le norme, pur di incassare più soldi?
Come ultima cosa va sottolineato che le tasse si pagano in base al reddito, mentre il parcheggio a pagamento è uguale per tutti, tanto per la povera pensionata con la piccola utilitaria, quanto per chi può permettersi la superlusso da 100000 Euro. Per la prima esso comporta perciò un significativo aumento del costo della vita, già troppo cara, per i secondi è solo una spesa in più quasi trassurabile.
E' giunto il momento che i cittadini prendano coscienza del fatto che le multe e il parcheggio a pagamento a Milano hanno ormai perso la loro funzione originaria, per acquisire quella di potente fonte di denaro per l' amministrazione comunale, e che è necessario far pressione affinché questa stortura venga eliminata. Se ognuno continuerà a tenere il proprio scontento per sé, il comune avrà gioco facile a dare sempre la colpa ai cittadini e non sarà motivato a fare qualcosa di veramente utile per risolvere il problema del traffico. È inutile sperare che le cose tornino a migliorare da sole: dopo l' estensione del gratta e sosta alla cerchia della 90 verrà la sosta a pagamento anche per i residenti, e poi il centro a pagamento, e poi il centro a pagamento anche per i residenti e poi l' estensione del gratta e sosta a tutta la città e poi... e poi...!
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