Articolo postato il: 12/04/2016 Autore: Enrico Engelmann
La pista ciclabile che va da piazza Castello alla Triennale rappresenta forse l'ultimo grande frutto avvelenato dell'amministrazione Pisapia.
Non contenta di avere chiuso al traffico piazza Castello (che è stata trasformata in un'unica grande zona vuota e desolata, malgrado i ricorrenti tentavi di animarla con improbabili manifestazioni nazionalculinarie) e avere di conseguenza ingolfato di traffico Foro Bonaparte, Pisapia, Maran e la loro combriccola hanno pensato bene di creare un ulteriore intralcio alla circolazione nel centro della città, spendendo pacchi di soldi in un'altra opera senza alcuna utilità per i cittadini, ma sicuramente utile per rinsaldare l'adesione politica del proprio zoccolo duro elettorale e comprare consenso presso chi trarrà vantaggio dai grandiosi lavori di urbanistica.
La pista ciclabile di cui stiamo parlando è così assurda che è difficile da raccontare: si snoda a fianco del parco Sempione, proprio seguendo il percorso dei suoi confini, passa davanti alla Triennale e finisce nel niente all'incrocio con via Mario Pagano.
Una pista ciclabile che si snoda attorno ad un parco pubblico completamente aperto alle biciclette è demenziale a priori: c'è già il parco a fare da pista ciclabile! All'obiezione che il Parco Sempione di notte è chiuso è facile rispondere: bastava spostare di un metro e mezzo la recinzione del parco verso il suo interno e si creava la pista ciclabile senza disagi per nessuno (e spendendo molto meno). Anche se la risposta più corretta è che a priori non è il caso si spendere centinaia di migliaia di Euro per poter permettere ai quattro gatti che girano in bicicletta dopo l'orario di chiusura del parco di avere una pista ciclabile dedicata! Con tutte le cose indispensabili che mancano a Milano, perché mai spendere pacchi di soldi per una cosa che è un lusso per pochi?
Ma tutto ciò non basta! Il danno alla città e ai suoi cittadini non è stato fatto solo attraverso lo sperpero di preziose risorse economiche, sottratte a cose ben più importanti! E' stato aggiunto un danno ben maggiore, creato in maniera attiva e consapevole! Infatti le modifiche apportate hanno in un sol colpo portato a:
- Il drastico restringimento di tutta la carreggiata nel tratto fra Cadorna e la Triennale, una strada trafficata, ma che PRIMA non presentava quasi mai ingorghi. Adesso, invece, le file davanti al semaforo davanti alla Triennale si formano immediatamente appena il numero dei veicoli che percorrono la strada in questione è appena superiore al minimo.
- L'eliminazione della corsia preferenziale davanti alla Triennale, una delle preferenziali più sensate e utili, dato che permetteva al contempo percorrenze più rapide per l'autobus, una fermata nelle immediate vicinanze dell'uscita della Triennale e dei due importanti locali serali lì presenti e traffico più fluido sulla strada principale, non venendo la circolazione ostacolata dal autobus fermo alla fermata.
- L'eliminazione di gran parte dei parcheggi legittimi davanti alla Triennale e di tutti quelli illegittimi (ma che non creavano disturbo alcuno alla circolazione) a bordo strada (molti soldi sono stati spesi per installare appositi cordoli a doppio gradino, il parcheggio è per la giunta Pisapia un'eventualità peggio di un'epidemia di ebola e va evitato ad ogni costo)
- L'eliminazione di decine e decine di posti di parcheggio nelle vie interessate (ad esempio in viale Gadio)
Tutto ciò per creare una pista ciclabile faraonica, dotata di cordolo enorme e che verrà utilizzata da quattro gatti. Le foto sopra permettono, specie lì dove sono solo state installate le transenne, di percepire bene l'enorme ingombro della pista ciclabile, che va a mangiarsi una fetta importante della strada (6/7 metri di larghezza). Il tutto con il parco proprio a fianco! Via Alemagna, da stradone ampio e scorrevole che era, è stato ridotto a budello di sole due corsie anche un po' strette, in cui autobus che si incrociano in senso contrario quasi si sfiorano. Meglio non pensare all'ingorgo che verrà a crearsi ad ogni minimo incidente!
Quale è il fine di una simile pista ciclabile? Siamo sicuri che sia favorire i ciclisti? No, il fine delle piste ciclabili è ideologico, non pratico. I ciclisti, tipicamente, usano la bicicletta proprio perché permette di andare ovunque e comunque. Quante volte si vedono biciclette in mezzo al traffico o che vanno sul marciapiede, benché proprio a fianco ci sia la pista ciclabile!
In realtà le piste ciclabili hanno solo una funzione di testimonianza ideologica: con esse la giunta conferma allo zoccolo duro del suo elettorato che ha a cuore la causa e che si impegna per contrastare l'uso del mezzo a motore privato, incarnazione dell'odiata società capitalistica borghese. Le piste ciclabili non sono le risposte a delle concrete esigenze, ma la testimonianza dell'adesione ad una crociata. L'obiettivo che si pone la giunta arancione con le piste ciclabili è solo quello di ostacolare i cittadini normali che usano l'auto perché, in molte condizioni è il mezzo più adeguato alle loro esigenze. Per Pisapia e i compagni, la bicicletta è un feticcio, un fine a se stesso! Le esigenze di mobilità concrete sono totalmente irrilevanti. E infatti, anche il trasporto pubblico, che non gode dello stesso prestigio ideologico, viene supportato solo a parole, ma nel concreto di esso non gliene frega niente. Altrimenti non avrebbero eliminato la pista ciclabile forse più utile di tutte fra quelle presenti a Milano, dato che comportava vantaggi sia per la mobilità privata sia per quella pubblica, a differenza di molte altre, che, dimezzando la carreggiata, comportano effetti fortemente negativi sul traffico privato. Anzi, forse proprio per questo la preferenziale è stata eliminata! Ovvero per arrecare ulteriore danno all'odiata mobilità privata, in aggiunta a quello che provoca la ciclabile in maniera diretta!
Che alla giunta Pisapia interessi creare disagi alla mobilità privata, e non andare incontro alle esigenze dei ciclisti è testimoniato dal fatto che davanti alla Triennale, in mezzo al lembo di parco Sempione rimasto fuori dalla recinzione, era (ed è) già presente una splendida pista ciclabile:
Sarebbe bastato sistemarla un po' e sarebbe stata perfetta! Però non avrebbe permesso di restringere drammaticamente la carreggiata. E perciò tale opzione è stata scartata. E' stata scartata anche perché sarebbe stata una soluzione troppo economica? Non dimentichiamo che ad ogni lavoro pubblico corrisponde qualcuno che incassa un bel po' di soldi e che perciò diventa molto riconoscente verso la giunta! Più soldi si spendono, più gratitudine si raccoglie! Ma queste sono naturalmente solo ipotesi. Ipotesi che però piacerebbe poter scartare con certezza, visto che si tratta dei soldi delle tasse, soldi prelevati manu militari a chi se li è guadagnati col proprio lavoro e che adesso finiranno sperperati in un'opera assolutamente dannosa.
In ultimo vale la pena di ricordare il danno che è stato arrecato alla Triennale e ai due importanti locali serali (fra i pochi noti anche a livello internazionale fra quelli ancora presenti a Milano) adesso molto più scomodi da raggiungere. Ma si sa, a questa giunta la cultura interessa solo quando si tratta degli scarabocchi dei "ragazzi" dei centri sociali, e i locali serali in questione sono per fighetti, per cui le fanno schifo, se chiudono è solo meglio! E le belle ragazze coi tacchi che li frequentano vadano a fare un corso di aggiornamento al Leoncavallo, quello sì un locale serale che sta a cuore alla giunta arancione!
Le elezioni comunali sono alle porte. Si avvicina quindi l'occasione per dare il benservito a Pisapia e alla sua giunta che tanti danni ha causato a Milano! La domanda però è: il prossimo sindaco avrà il coraggio di invertire la rotta ed eliminare le storture introdotte dall'amministrazione attuale? La pista ciclabile in questione andrebbe semplicemente smantellata, la preferenziale ripristinata e molti posti per parcheggiare andrebbero creati, in linea con l'afflusso di persone che attirano Triennale, Just Cavalli e Old Fashion. Una giunta con il sale in zucca guarda, vede le esigenze dei cittadini e cerca di soddisfarle. Una giunta ideologica, invece, non si premura di soddisfare i bisogni dei cittadini, ma si occupa di imporre la propria volontà, con la propaganda quando va bene, con multe e divieti quando va male.
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