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Niente rottamazione per le multe: la motivazione è una barzelletta


Articolo postato il: 02/02/2017
Autore: Enrico Engelmann

Come spiega Il Giornale, il Comune di Milano non aderirà alla rottamazione per le multe. A suo dire, per non incrinare "l'esistente rapporto di fiducia tra il Comune e i cittadini e le imprese, che deve fondarsi sulla certezza del diritto"!

Sia chiaro, la rottamazione non è affatto una rottamazione, come il termine adottato da tutti i mass media (del tutto inappropriato come spesso capita) potrebbe fare credere, ma semplicemente un condono parziale, su interessi e more, che è stato deciso nella speranza di spingere più gente a pagare. Sia che si "rottami", sia che non si "rottami", si tratta dunque di una scelta fatta non certo nell'ottica di favorire i cittadini, ma in quella di fare cassa. A tutto vantaggio della classe parassitica che di tasse campa.
Se il Comune di Milano non aderisce, è quindi solo e soltanto perché è convinto di poter incassare più soldi senza che con.

La cosa, però, che sa di autentica presa per il culo è la motivazione. Ma di quale "rapporto di fiducia tra il Comune e i cittadini e le imprese" vanno farneticando? La giunta attuale, come la precedente, tratta i cittadini come sudditi e non perde occasione per ricordare che le leggi vengono applicate con rigore nei confronti dei cittadini semplici, interpretate in maniera molto flessibile, possibilmente chiudendo uno o entrambi gli occhi, con gli amici e gli amici degli amici.

Illustriamo mediante alcuni esempi ristretti al campo della mobilità l'idea di "principi di equità e di legalità" che ha in mente il Comune di Milano:
  • L'abitudine a pretendere il pagamento di multe anche quando esse vengono notificate dopo il termine massimo previsto di 90 giorni, inventandosi interpretazioni ad hoc delle leggi: Il comportamento (al limite del) truffaldino del Comune di Milano sulle multe.
    Tanto si sa che in molti pagano lo stesso!
  • L'abitudine di mandare gli ausiliari del traffico a fare multe non di loro competenza. Con la sentenza numero 2973 la Corte di Cassazione ha infatti stabilito che mentre i dipendenti delle aziende di trasporto pubblico possono elevare multe agli autoveicoli solo con riguardo alle corsie riservate ai mezzi pubblici, gli ausiliari della sosta devono limitare il proprio raggio d'azione alle aree di sosta in concessione e limitatamente agli spazi delimitati dalle strisce blu.
    Quindi tutte le multe, fatte da ausiliari e dipendenti ATM, per infrazioni che non rientrano in tali categorie sono nulle a priori!
    Ma, ancora una volta, si punta sul fatto che tanta gente paga ugualmente.
  • Tutti i cartelli con le tariffe della sosta a pagamento modificati mediante adesivo non sono validi. Come sono perciò nulle a priori tutte le multe per mancato pagamento della sosta fatte nelle zone cui tali cartelli corrispondono. L'articolo 38. del codice della strada recita infatti: “È vietato apporre su un segnale di qualsiasi gruppo, nonché sul retro dello stesso e sul suo sostegno, tutto ciò che non è previsto dal regolamento.”
    Ma il Comune fa lo stesso tale multe, confidando nel fatto che la maggior parte della gente ste cose non le sa, e quindi paga e tace.
  • La sosta a pagamento estesa a tappeto fin nella più estrema periferia, anche se il C.d.S. impone che fuori dalle zone di particolare rilevanza urbanistica, a fianco delle zone a pagamento, siano sempre presenti anche delle zone con sosta libera.
  • Ricordiamo anche la "biciinintervista" a Pisapia (della cui politica Sala si è dichiarato il continuatore), intervistato sulla mobilità "dolce" mentre scorrazzava su un trabicolo non a norma su marciapiedi e strade, compiendo ogni tipo di infrazione al codice della strada, confermando quindi implicitamente che chi va in giro in bicicletta può fregarsene del codice della strada.
  • Negli orari serali le parti più frequentate della città sono in mano a bande di cosiddetti parcheggiatori abusivi, che taglieggiano chi cerca parcheggio in tali zone (come se non bastasse il taglieggiamento legalizzato da parte del Comune attraverso le strisce blu), senza che vi sia il minimo contrasto di tale fenomeno.

Volendo poi allargare lo sguardo fuori dal solo campo della mobilità, la cosa si fa ancora più drammatica.
Insomma, la verità è quindi ben diversa, anzi opposta a quella idilliaca cui il Comune fa riferimento: non esiste alcun rapporto di fiducia tra il Comune e i cittadini, e della legalità il Comune si ricorda solo quando fa comodo a lui.
Il Comune, quindi, citando legalità e rapporto di fiducia come motivazioni per la non adesione alla "rottamazione" delle multe, ha solo aggiunto la beffa e l'irrisione al danno.
Dimostrando, appunto, ancora una volta, zero rispetto per i cittadini.


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