Articolo postato il: 09/02/2017 Autore: Enrico Engelmann
L'articolo apparso ieri sul Corriere della Sera (Area C, lunedì la stretta: spariscono le strisce blu in attesa della stangata) illustra in maniera perfetta la politica alla mobilità (ma sarebbe meglio dire all'immobilità) del Comune di Milano e i suoi obiettivi reali al di là di quelli di facciata. Già il solo primo paragrafo dell'articolo illustra in maniera chiara l'ipocrisia che sta dietro all'AreaC:
"Tra cinque giorni, lunedì 13, scatta il provvedimento per decongestionare il traffico in centro. Pagheranno il ticket, come previsto dalla delibera di giunta del dicembre scorso, anche i veicoli alimentati a gpl, metano, Bifuel e Dualfuel. Al tempo stesso, i diesel Euro 4 senza filtro antiparticolato (fap) non potranno più entrare in Area C."
Infatti, se l'AreaC fosse finalizzata veramente a ridurre il traffico in centro (solo lì, peraltro!), allora non ha nessun senso vietare l'ingresso a certi veicoli in funzione delle loro caratteristiche di emissione. Viceversa, se l'obiettivo fosse realmente quello di ridurre l'inquinamento, allora non ha nessun senso far pagare i veicoli alimentati a gpl, metano, Bifuel e Dualfuel, dopo che per i primi anni li si era esentati in virtù del fatto che sono meno inquinanti degli altri. Insomma, ancora una volta la solita dimostrazione che ci stanno prendendo per il lato B.
Ma dall'articolo si evince molto di più. I punti essenziali sono:
- Auto sempre più nuove vengono escluse dall'AreaC, un numero sempre più ridotto è esentato dal pagamento dell'entrata
- In centro parcheggiare diventa quasi impossibile, a meno di non essere residente.
- In generale viene disincentivato l'accesso di chiunque possa arrecare fastidio alla quiete del centro (in particolare, botta di aumenti per i bus turistici)
- Fuori dal centro il parcheggio viene visto in primis come fonte di entrate
- La sosta a pagamento si è ormai estesa anche alle più estreme periferie, grazie anche al pretesto di mantenere spazi per i residenti
Purtroppo non vi è molta consapevolezza, fra la gente, di quali siano i veri intenti dietro a queste misure. I più ingenui (i "fessi" di prezzoliniana memoria), purtroppo temo la maggioranza, prendono per buone le bufale che ci propinano attraverso i mass media main stream, ovvero la lotta all'inquinamento, la riduzione del traffico e tante altre belle cose. Quelli già più smaliziati, ma superficiali, puntano il dito contro la smania di soldi del Comune, pensando che l'obiettivo ricercato sia unicamente quello di fare cassa. Solo pochi si rendono conto che la chiave di lettura è ben diversa, e in un certo senso molto peggiore del semplice fare cassa! Infatti, il fare cassa spiega l'estensione del gratta e sosta su praticamente tutta la città, ma certo non il divieto di accesso al centro per le auto più vecchie (ma sarebbe più corretto dire 'meno nuove'), ne' la cancellazione progressiva delle strisce blu in centro, ne' (al di là dell'articolo linkato), la smania per le pedonalizzazioni e le ztl in tutte le zone più pregiate della città (a cominciare, ovviamente, dal centro). No, l'obiettivo va oltre il mero fare cassa e consiste nel rendere pressoché private le parti migliori della città attraverso la progressiva esclusione di tutti coloro che non hanno abbastanza disponibilità economiche da potersi permettere l'accesso a tali zone.
Nel caso del centro la cosa è chiara e limpida: chiunque possieda un veicolo non abbastanza nuovo è tenuto fuori, come pure chiunque non possa permettersi di pagare l'accesso (e il garage!). In questo senso è perfettamente sensato cancellare il privilegio dell'accesso gratuito per le auto meno inquinanti. La selezione che si vuole fare è in base alle possibilità economiche, mica in base alle emissioni! L'iniziale esenzione era solo un modo per non rendere palese l'obiettivo vero e rendere l'AreaC è più accettabile. Da notare che le limitazioni varranno fra non molto anche per chi in centro ci abita! La cosa è sensata: si vuole trasformare il centro in un elegante quartiere dormitorio per l'elite. Con delicatezza, ma con fermezza, si incentiva quindi chi vi abita, ma non fa parte di tale elite, ad andarsene altrove!
E poiché in un elegante quartiere dormitorio i bus turistici danno senz'altro fastidio, è perfettamente giusto stangare anche quelli. I turismo e i turisti sono una bella cosa fin quando si tratta di parlarne sui giornali per fare bella figura, ma nel concreto creano disagi, sono rumorosi, magari anche poco eleganti. Per cui, chi se ne frega di facilitargli l'accesso alla città! Possono anche loro arrivare in centro con la metropolitana, come tutti gli altri inferiori!
Insomma, la chiave di lettura è privatizzare le parti migliori della città, lasciando comunque che manutenzione e servizi rimangano a carico di tutti. Una volta si diceva la Fiat praticava la politica del "Profitti privati, perdite pubbliche". Evidentemente la Fiat ha fatto scuola! Pensate a piazzetta Liberty! Praticamente è diventata il cortile condominiale degli eleganti palazzi che vi si affacciano! Qualcuno di giorno c'é, ma alla sera? Alla sera non c'è nessuno! Ed è così ormai per interi isolati del centro!
Poi, certo, conta anche il fare cassa. Ma per quello c'è la periferia: gratta e sosta ovunque, autovelox a tradimento, eliminazione di parcheggi per costringere la gente a parcheggiare in divieto e poter moltiplicare le multe, etc... Servono del resto molti soldi, per implementare le modifiche urbanistiche atte ad escludere dalle parti migliori della città i cittadini non all'altezza: telecamere, allargamento dei marciapiedi, pedonalizzazioni con pavimentazioni costose, cartelli.
Ci troviamo quindi davanti ad una politica che, con la scusa del traffico e dell'inquinamento, usa le risorse di tutti per rendere il meglio della città privilegio per pochi! Fino a quando la cosa potrà andare avanti? Evidentemente fino a quando la gente non aprirà gli occhi e continuerà a prendere per buone le bufale che gli vengono propinate tramite i mass media main stream. Un problema aggiuntivo è che sin qui nessuna forza politica si è fatta veramente carico delle istanze della "gente normale", in opposizione a quelli delle elite. Purtroppo, infatti, la classe politica fa parte praticamente per intero di tale medesima elite, per cui, al di là delle schermaglie di facciata, prevalgono gli interessi di appartenenza. A parte poche lodevoli eccezioni, su questi argomenti l'opposizione si è dimostrata sin qui del tutto inerte, quando non connivente.
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