Articolo postato il: 31/05/2011 Autore: Enrico Engelmann
A Milano dunque Letizia Moratti ha perso, e il nuovo sindaco sarà Giuliano Pisapia. Io non credo che il fattore determinante per la sconfitta della Moratti siano state le vicende del presidente del consiglio. Personalmente credo che se avesse amministrato bene, la gente l' avrebbe votata lo stesso. Purtroppo la gente normale ha avuto mille occasioni per pensare di voler fare un dispetto, alla prima occasione, al sindaco uscente, in particolare tutte le volte che è capitato di dover prendere la macchina (o, al contrario, parcheggiarla dopo averla usata). E, si sa, prima o poi, per lavoro, svago o emergenza, a tutti a Milano capita di dover utilizzare l' auto. Fra ecopass, divieti vari, strade chiuse al traffico privato, parcheggio a pagamento ovunque, carreggiate ristrette, strade piene di buche, parcheggi introvabili perché eliminati per fare posto a improbabili liste ciclabili e a graziose aiuolette, in ogni momento c' era motivo per pensare male del sindaco uscente! Va bene le linee del metrò in costruzione, va bene qualche fermata nuova, va bene la 90 che gira tutta la notte, ma sicuramente le occasioni per farsi venire il nervoso pensando al sindaco uscente erano tante, mentre le metropolitane in costruzione sono per adesso solo una “promessa”, e il resto sono cose che interessano solo un sottogruppo di persone. Va ricordato, ad onor del vero, che la pessima gestione della mobilità non ha avuto inizio con Letizia Moratti, ma già con la giunta Albertini 2, che ha introdotto il parcheggio a pagamento generalizzato, ha creato innumerevoli ztl e (leggermente fuori tema) inaugurato la politica della costruzione dei box, che ha portato alla devastazione di molte piazze di Milano e a disagi lunghissimi per residenti e negozianti delle zone interessate. Adesso ha vinto Pisapia, e con lui lo schieramento politico opposto. C' è da aspettarsi qualcosa di buono? Vediamo cosa dice il suo programma: La mobilità sostenibile è condizione indispensabile per una migliore qualità di vita: meno traffico significa aria pulita, meno rumore, spazi pubblici restituiti ai pedoni, sicurezza nelle strade. Bisogna ridurre la congestione e l’uso dell’auto privata in città attraverso un mix di interventi: pedaggio di congestione, isole ecologiche, regolamentazione della sosta e suo rispetto, integrazione tra parcheggi e car sharing, eco-logistica merci, rete diffusa della ciclabilità. Il trasporto pubblico deve diventare più rapido, più efficiente e meno costoso per i contribuenti. Per farlo bisogna potenziare i servizi, proteggere i mezzi pubblici, realizzare una tariffazione di scala metropolitana, integrata e flessibile, gestire gare e contratti di servizio al fine di rendere migliore e più efficiente il servizio. Servono pianificazione e interventi di miglioramento delle infrastrutture: un Piano della mobilità metropolitana, un’attenta valutazione delle alternative e dei loro benefici, il miglioramento della viabilità esistente (evitando invece lo spreco incoerente del progetto di tunnel),I il completamento delle linee progettate, privilegiando le soluzioni più efficienti e potenziando i parcheggi di interscambio, il riutilizzo del sedime ferroviario ai fini del trasporto pubblico. Occorre infine definire e concordare con la città domeniche ecologiche e programmi di riduzione del traffico e del rumore, da progettare preventivamente, da realizzare in modo sistematico e da attivare nelle fasi di preallarme inquinamento Francamente non mi sembra che siano presenti idee originali o brillanti! I due paragrafi contengono:
- Banalità e luoghi comuni
- Promesse
- Cose di buon senso e condivisibili
Un paio di cose le ho lasciate in bianco. Privilegiare le soluzioni più efficienti dovrebbe essere una banale ovvietà, ma di questi tempi sembra non esserlo, perciò l' ho l' ho lasciata in sospeso. Il giudizio sul tunnel, invece, richiederebbe un' analisi più dettagliata su costi e benefici, che non sono in grado di fare in questo momento. I riferimenti a pedaggio di congestione, isole ecologiche, rete diffusa di ciclabilità e domeniche a piedi, invece, non lasciano purtroppo presagire niente di buono. Di solito le amministrazioni tendono a proporre in grande e a realizzare in piccolo. Del programma di cui sopra c' è perciò il forte rischio che le prime cose realizzate (e magari, nel peggiore dei casi, le uniche) saranno proprio quelle più inutili, ovvero le domeniche a piedi, i pedaggi, le isole ecologiche, la regolamentazione della sosta (ovvero il suo ulteriore inasprimento!) e poi le piste ciclabili e il bike sharing (costosi e di utilità del tutto marginale, se non controproducenti, come nel caso delle piste ciclabili realizzate a scapito della carreggiata). Un potenziamento dei mezzi pubblici richiede, al contrario, una pianificazione a lungo termine, progetti complessi, e l' utilizzo di più risorse possibile, risorse che, essendo scarse, non devono venire sprecate in misure di utilità ridotta, ma di ritorno d' immagine più immediato. Purtroppo un altro elemento che porta ad avere forti dubbi sulla capacità di Pisapia di affrontare in modo efficace il problema del traffico e dell' inquinamento è dato dal fatto che quasi tutti i vari gruppi e gruppetti di ecointegralisti e di ecochic sono schierati dalla sua parte. L' unico che si era schierato con la Moratti era Croci (evidentemente sbagliando cavallo), che adesso è piuttosto fuori dai giochi. Da tali gruppi arriverà sicuramente una forte spinta ad un approccio ancora più dogmatico, con ancora meno riguardi verso la mobilità motorizzata privata, da costoro vista solo come un inutile privilegio di pochi a danno della salute di tutti. Temo, perciò, che purtroppo si preparano tempi duri per la mobilità milanese, con danno per la gran parte dei cittadini. Vanno però aggiunte due cose:
- In politica possono avvenire cose impreviste, e non si può escludere a priori che Pisapia stupisca poi in senso positivo. Essendo egli dotato di un ottimo pedigree politico di suo (dal punto di vista della sua parte politica), potrebbe avere la forza di portare avanti una politica più pragmatica del previsto, non avendo egli necessità di dimostrare nulla ai suoi. In questo caso non mancheremmo di dargli il nostro appoggio.
- La parte politica che adesso è in minoranza sarà verosimilmente più recettiva nei confronti di un approccio pragmatico e non ecologically correct. Ciò sia perchè si saranno resi conto che nel loro caso inseguire gli ecotalebani non gli ha portato consensi, sia perché la minoranza, in quanto all' opposizione, tende per sua natura a sostenere tutti gli approcci critici verso la politica della maggioranza. Salterà, perciò, finalmente il blocco che portava minoranza e maggioranza a fare a gara a chi era più allineato su posizioni ecointegraliste (magari per motivi diversi) e lasciava senza sponda politica chi propugnava un approccio basato sui dati e sulle esigenze reali dei cittadini e non sui dogmi ecologisti.
Riassumendo, ci sono perciò motivi per essere pessimisti nel breve e medio breve periodo (salvo sorprese positive), al contempo, però, si sono create le condizioni adatte ad un cambiamento in senso positivo a medio e lungo termine.
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