Articolo postato il: 16/09/2006 Autore: Marco Rosso
Una delle maggiori leve che la Pubblica Amministrazione di un Paese industrializzato ha per migliorare la propria competitività è di migliorare le infrastrutture. E questo dovrebbe valere per tutti gli aspetti, incluso quello, molto rilevante, di migliorare la mobilità di persone e merci. Non farlo significa rinunciare inutilmente ad un bel po di benessere. Faccio subito degli esempi per capire di che cosa si sta parlando: Vi è mai capitato di rimanere bloccati nel traffico e di arrivare in ufficio in ritardo, magari proprio un giorno che avevate parecchio da fare, ritrovandovi costretti ad uscire più tardi, con rinuncia dellaperitivo o della partita a squash con unamico? Vi è mai capitato di perdere tempo in una riunione di lavoro mentre avete tantissimi altri impegni (a cui dovrete badare in seguito, a scapito del vostro tempo libero) perché la persona senza la quale non si può proseguire si trova ancora bloccata in mezzo al traffico? Vi è mai capitato di voler comprare qualcosa, ma, a causa del traffico troppo intenso di arrivare quando il negozio era già chiuso, avendo fatto il giro a vuoto (senza contare il tempo che avete perso, lira che avete accumulato, la benzina che avete sprecato e linquinamento che avete prodotto inutilmente)? Vi è mai capitato di muovervi ad orari impossibili nel tentativo di prevenire (spesso invano) quanto enunciato nei punti precedenti? Che vi piaccia o no, il tempo è la risorsa più importante che abbiamo, sia ai fini della nostra produttività che del nostro svago, e non vi è cosa più inefficiente (e seccante) che perderlo per nulla. Fatte queste premesse, ci si aspetterebbe che in una città come Milano, che contribuisce consistentemente alla produzione del PIL, la Pubblica Amministrazione gestisca con estrema attenzione un fattore chiave come la viabilità. A buon senso ci si dovrebbe aspettare che, non essendo il signor Brambilla un buontempone che si muove per il gusto di creare ingorghi, ma essendo una qualsiasi persona che deve muoversi da un punto A ad un punto B della città per lavorare o per spendere i propri soldi in un qualche esercizio (facendo crescere leconomia), il Comune di Milano si adoperi affinché il signor Brambilla riesca a muoversi comodamente nel minor tempo possibile e con una probabilità minima che si verifichino ritardi. Perché allora il signor Brambilla, invece di trovarsi su strade agevolmente percorribili, si trova su un percorso di guerra, mal indicato, pieno di divieti che non seguono nessuna logica, di cantieri stradali e di altri automobilisti come lui disorientati ed impauriti da un arsenale di autovelox e telecamere? Se lobiettivo della politica del Comune di Milano per la viabilità fosse di minimizzare i tempi attesi ed inattesi (i vari ritardi dovuti ad imprevisti) di percorrenza degli utenti della strada, credo che dovrebbe seguire tuttaltra direzione. Allo stato attuale infatti lautomobilista che deve suo malgrado muoversi in macchina per Milano, oltre che mettere in conto un tempo di percorrenza molto elevato a causa di scelte infelici in termini viabilità (semafori dove potrebbero esserci delle rotonde, semafori con un tempo di programmazione troppo elevato, tramvie protette che impediscono il passaggio delle macchine su intere vie), deve sopportare il disagio di possibili ritardi dovuti al comportamento degli altri automobilisti, indotto da una regolamentazione caotica, aleatoria, in alcuni casi praticamente impossibile da rispettare. Vediamo in concreto che cosa significa: I posteggi (per lo più a pagamento ed anche cari) strutturalmente scarseggiano, ma non sempre perché sia lo spazio a scarseggiare; in molti casi ci sarebbe spazio in abbondanza, ma è riservato ai residenti (benché molte volte vuoto), o è in divieto di sosta (e comunque pieno di automobilisti che, un po perché presi dalla disperazione, un po perché si rendono conto pure loro che lì la loro auto non dà fastidio a nessuno, posteggiano ugualmente e sono multati, per la gioia di chi gestisce le casse comunali), o è ricoperto di paletti, panettoni o vai a sapere di che altro per impedire che qualche malcapitato possa lasciare (senza creare intralcio alcuno) la macchina per qualche minuto A causa della gestione inefficiente degli spazi posteggiabili molte persone girano per parecchio tempo in cerca di un posteggio, creando traffico, perdendo (e facendo perdere agli altri) tempo e producendo inquinamento; aggiungete a tutto ciò che chi guida in cerca di posteggio non guida in una maniera fluida, ma è una causa di rallentamenti, e già potete immaginare come peggiora il traffico Esiste inoltre fra le persone in cerca di posteggio una categoria di furbi che pensano di risolvere il problema della scarsità di posti auto abbandonando la loro davanti ad un portone: questi sì che dovrebbero essere sanzionati, ma, purtroppo, per loro vi è solo limpunità; non ci credete? Provate a chiamare la rimozione forzata dicendo che qualcuno vi ha abbandonato una macchina davanti al vostro portone in zona Navigli, e contate quanti secondi ci vogliano prima che vi ridano in faccia
credo che la spiegazione risieda anche nel fatto che per la polizia municipale sia molto più redditizio in unora di lavoro multare 50 macchine in divieto (anche se non danno fastidio a nessuno) che rimuovere unauto che ostruisce laccesso ad una proprietà privata Chi si muove per il traffico spesso lo fa con indecisione, creando intralcio e rallentamenti per gli altri, e questo è spiegabile prevalentemente per due motivi: Lautomobilista che deve muoversi per Milano non è tenuto a conoscere a memoria tutte le vie e le indicazioni, spesso poco visibili e messe secondo un ordine quasi casuale, non sempre vengono in suo aiuto Lautomobilista non ha fiducia nella maniera con cui vengono inflitte le sanzioni ai trasgressori e teme dei tranelli, come ad esempio un limite poco visibile di 50 km/h su una strada a scorrimento veloce ed una pattuglia con lautovelox appostata subito dietro il cartello; lautomobilista fa bene ad essere diffidente in giro per Milano, ed emblematici sono i casi delle zone a traffico limitato (es. via Garibaldi) molto mal segnalate e con le telecamere che attribuiscono una doppia sanzione al trasgressore (vedansi altri articoli) A conferma delle considerazioni di cui sopra, ora è in arrivo la ciliegina sulla torta: il limite di velocità di 30 km/h sui controviali. Mi domando quale possa essere in generale lutilità di una regolamentazione così rigida, intricata, difficile da comprendere e da rispettare, al di fuori, naturalmente della spiegazione più banale, cioè che permette al Comune di ottenere degli introiti facili multando qualche malcapitato. Ciò non vuole dire naturalmente che sarebbe auspicabile lassenza di regole, ma che le regole devono essere solo quelle necessarie, chiare, condivise e rispettate. Se un automobilista viaggia a 90 km/h in centro a rischio di investire qualche pedone o di provocare un incidente, sono contento che gli si tolga la patente, significa che ci sarà un pericolo in meno per le strade. Ma che senso ha mettere un limite di 50 km/h in una strada a scorrimento veloce di tre corsie? Rispettarlo significa solo intralciare il traffico e creare dei rallentamenti. Un sistema basato, anche solo parzialmente, sullimposizione di divieti insensati è del tutto deresponsabilizzante, e finisce per portare lutente della strada alla delegittimazione di altre regole, magari anche veramente utili per la sicurezza. Fino ad ora ho parlato solamente dellimpatto sfavorevole della viabilità creativa del Comune di Milano sul benessere di chi deve muoversi per la città. Possono nascere problemi ben più gravi quando si mette in relazione una gestione della viabilità inadeguata con situazioni demergenza. Come molti archeologi hanno cercato di spiegare il mistero della costruzione delle piramidi, spesso ho cercato di dare una spiegazione allo spreco di soldi impiegati per la costruzione di marciapiedi monumentali che si allargano in maniera abnorme in corrispondenza degli incroci, restringendo la carreggiata (vedasi ad es. la zona fiera). Lunica funzionalità che intravedo è quella (spero non voluta da chi li ha progettati), in caso di traffico fermo, di bloccare la corsa di unambulanza che porta qualche persona bisognosa di cure verso un pronto soccorso
. Per concludere, noto con rammarico che a Milano la gestione della viabilità sta seguendo delle logiche molto differenti da quelle che, a mio avviso, occorrerebbero per aumentare lefficienza ed il benessere dei cittadini. Eppure, almeno a parole, Albertini sembra molto determinato per la risoluzione del problema della viabilità. Non che ciò faccia testo: durante il suo precedente mandato era molto determinato a combattere i graffitari che imbrattavano i muri della città, e basta guardarsi intorno per vedere con quale maestria sia riuscito a risolvere il problema
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