Articolo postato il: 22/01/2014 Autore: Enrico Engelmann
Commissione Territorio-Ambiente di zona 3 su via Castel Morrone: relazione ragionata
Su invito di Vincenzo Viola, consigliere di zona 3 per i Fratelli d'Italia, ho partecipato alla riunione del Commissione Territorio-Ambiente del Consiglio di Zona 3. Tema della riuonione una mozione, supportata da una petizione popolare di circa 1000 concittadini della Via Castelmorrone e vie limitrofe, a favore di una riqualificazione della parte oggi sterrata di Via Castelmorrone che ridia decoro alla via, ma salvaguardando e mantenendo la possibilità di parcheggiare sotto gli alberi.
Per primo è intervenuto il consigliere Viola, che ha illustrato il contenuto della mozione.
Successivamente a lui ha parlato il presidente del consiglio, che ha spiegato che la riqualificazione non potrebbe non portare ad una significativa riduzione dei posti per parcheggiare disponibili, a causa delle protezioni 2x2m che sarebbe necessario sistemare intorno ad ogni albero per proteggerli dalle auto in sosta. Egli non ha inoltre mancato di sottolineare che tali posti per parcheggiare sono comunque illegali, a ragione di codice della strada.
Ciò anche se, come riconosciuto da tutti, sono decenni che il parcheggio in tali aree, teoricamente a verde pubblico, sono tollerate a causa di un'oggettiva carenza di posti per parcheggiare.
Dal punto di vista puramente tecnico la cosa sarebbe comunque fattibile, attraverso l'utilizzo di apposite mattonelle bucate, che permettono di tenere in ordine il terreno (niente fango, pozzanghere) e lasciare crescere l'erba anche in presenza di passaggio di auto.
Il presidente del consiglio ha poi illustrato i casi a suo parere più critici e non accettabili in ogni caso: auto parcheggiate sul marciapiede, dietro a quelle a lisca di pesce sulla zona teoricamente a verde, auto e furgoni parcheggiati per mesi interi, auto abbandonate (e qui si è lasciato capire che non si può fare niente, se non si vuole che vengano multate tutte le auto in sosta), auto che impediscono di raggiungere le fermate dei mezzi pubblici senza passare dalla carreggiata, auto parcheggiate a fianco dei passi carrabili.
Il presidente è sembrato abbastanza aperto ad una soluzione che permetta un residuo parziale parcheggio sotto gli alberi, ma ha associato ciò alla messa in opera di dissuasori in grado di impedire le forme di sosta che crea più disagi (i casi sopra).
Per far fronte alla perdita di posti che comunque verrebbe ad aversi, egli ha prospettato la possibilità di aumentare il numero di posti gialli, a scapito di quelle blu, in alcune delle vie adiacenti.
Dopo i rappresentanti della maggioranza è stata data la parola ai cittadini. In effetti, gran parte di loro è stata però poi indicata come militanti e supporter attivi delle formazioni politiche che sostengono la giunta, anche provenienti da zone di Milano assai lontane (incidentalmente, tutti a sfavore del mantenimento del parcheggio sotto agli alberi). Fin da subito ho avuto anche io la stessa sensazione, potendo riconoscere in tali interventi i soliti slogan, le solite parole chiave che si possono incontrare negli interventi di Pisapia, Maran e C. quando si parla di automobili e parcheggi.
Sono intervenuti anche alcuni cittadini semplici (pochi), che hanno, per la maggior parte, sottolineato la necessità di salvaguardare il maggior numero di posti auto possibile e per segnalare problemi specifici, come ad esempio il fatto che la postazione del bike sharing ha portato alla perdita già ora di molti posti per parcheggiare. Una signora con problemi motori, in particolare, ha espresso la sua speranza di non doversi trovare a parcheggiare a grandi distanze da casa.
Appreso che in effetti potevano intervenire anche persone provenienti da zone diverse, ho deciso di dire anche io la mia.
Ho così avuto occasione di mettere in evidenza come l'impostazione del problema sia errata alla radice. Infatti, il problema da discutere non doveva essere come limitare il parcheggio selvaggio (o parassitario, nelle parole dei consiglieri di maggioranza), ma l'insufficiente offerta di mobilità a Milano, che costringe così tante persone a doversi dotare di un'auto. E in subordine la mancanza di parcheggi per questi veicoli di cui i cittadini sono costretti a dotarsi. Infatti, con il costo della benzina a quasi 2 Euro al litro, le assicurazioni più care d'Europa, il continuo rischi di multe e le mille altre spese connesse con il possesso di un'auto, nessuno compra un'auto per spasso, ma, se lo fa, lo fa per necessità!
Quindi la domanda da porre avrebbe dovuto essere: "Ci sono così pochi spazi per parcheggiare, che la gente deve parcheggiare sotto gli alberi! Come e dove creare nuovi parcheggi?"
Ho poi sottolineato che mi è stato recentemente riferito che a Budapest i tram passano ogni 2 minuti. Non è certo così a Milano!
Infine ho sottolineato che non è molto a difesa delle utenze più deboli obbligare una ragazza che torna a casa da sola a parcheggiare a 1 km da casa, perché sotto casa non c'è parcheggio!
Da notare che in virtù del non piccolo numero di interventi da parte del pubblico i consiglieri di minoranza non hanno poi più potuto intervenire!
Commento
I punti in evidenza sono due, uno di merito e uno squisitamente politico.
MERITO
Come sempre, viene privilegiata l'ottica su piccola scala. Il problema dei parcheggi viene visto come un problema di decoro, non come il sintomo di un'adeguatezza strutturale di Milano, di un'offerta di mobilità del tutto insoddisfacente, che obbliga ancora così tanta gente a dotarsi di un auto. Impedire il parcheggio sotto gli alberi non risolve alcun problema, ma lo sposta solo più in là, oppure lo trasforma in un altro (ovvero come vivere a Milano, se da un lato non ci si può muovere senza macchina e dall'altro non c'è posto per parcheggiarla senza svenarsi presso garage privati, ammesso che ne esistano a sufficienza).
Non riconoscendo il problema nella sua essenza è chiaro che non si riesca a proporre alcuna misura per risolverlo realmente, o almeno ridurlo, benché se ne parli da molti anni!
POLITICA
L'elemento più importante della riunione in questione è stata la sostanziale asimmetria fra le due parti. Asimmetria che, purtroppo, da molta parte della gente non è percepita.
Infatti, se da una parte (gli abitanti del quartiere che hanno firmato la petizione) si è approcciata la questione come una discussione normale, in cui l'obiettivo è quello di trovare una soluzione che contemperi al meglio le esigenze di tutti, dall'altro (politici di maggioranza) la discussione è stata trattata come una battaglia politica, in cui l'obiettivo non è affatto quello di risolvere i problemi dei cittadini, ma quello di mettere in atto un'ideologia (o anche, in realtà, tutelare interessi non così tanto confessabili in pubblico, ovvero quelli della classe dei privilegiati della città che in tali forze politiche si riconoscono).
La mossa di far partecipare personaggi politicamente chiaramente connotati, venuti a difendere delle posizioni ideologiche, invece che le proprie esigenze pratiche o i propri punti di vista, così da far saltare gli interventi della minoranza, si configura chiaramente come una mossa politica. Assai sleale, per giunta!
Da notare anche il fatto che la risistemazione sia stata volutamente presentate come necessariamente associata ad una forte perdita di parcheggi, cosa che si configura come una sorta di ricatto: se non vuoi fango e buche devi per forza rinunciare a parcheggiare con la stessa facilità di prima! A parte il fatto che sarebbe da verificare se veramente le protezioni per gli alberi devono essere 2x2 m, fa veramente ridere l'appello al ligio rispetto del codice della strada da parte dei rappresentanti delle forze politiche che sostengono una giunta che delle leggi e dei codici se ne strafrega appena le fa comodo!
Anche il posizionamento degli stalli del bike sharing è sintomatico. Più persone hanno espresso disappunto per il fatto che essi siano stati posizionati in modo da eliminare molti posti per parcheggiare, senza per altro che ciò comportasse la risistemazione del tratto di sterrato dietro ad essi, ora non più utilizzabile per parcheggiare, ma ugualmente ridotto a distesa di fango. Agli intervenuti risulta incredibile che gli stalli siano stati messi lì proprio PER ELIMINARE posti per parcheggiare!
Purtroppo troppi cittadini che non hanno votato a favore della giunta Pisapia non riescono a credere che le forze politiche che sostengono la giunta non agiscono affatto in funzione di risolvere i problemi dei cittadini. Per la giunta e per le forze politiche di maggioranza gli obiettivi sono molto diversi!
Essi sono due, ed entrambi vanno dissimulati, il primo quando non si ha a che fare con militanti della propria parte politica, l'altro pressoché sempre.
Il primo obiettivo è ideologico: non si tratta di risolvere i problemi dei cittadini, ma di plasmare la città secondo la propria visione. Chi non è in sintonia deve adeguarsi, o peggio per lui. Le esigenze oggettive vengono messe sullo stesso piano delle preferenze estetiche. Anzi sotto! Questo perché alla loro visione della città viene attribuito un valore etico. Il confronto, per costoro, non è fra esigenze diverse fra le quali bisogna mediare, ma fra le idee di chi è nel giusto (loro) e quelle di chi è nel torto (gli altri). E' quindi naturale che l'erbetta sotto cosa viene messa davanti alla necessità di molti cittadini di poter dotarsi di un mezzo proprio per andare al lavoro!
Per riuscire a far meglio accettare le misure necessarie a trasformare in realtà la loro visione di città, tutti i sistemi sono buoni. Esse vengono perciò spesso presentate come indispensabili sulla base di criteri più facilmente difendibili, inducendo a credere che comunque non esistono soluzioni alternative. Talvolta si ricorre anche alla parziale retromarcia tattica, così da far credere ai cittadini contrari che gli si è voluto andare incontro. Minacciare di togliere 100 e poi togliere solo 50, così tutti sono felici! Basta non far sapere che volendo si poteva anche non togliere nulla!
Si può anche ricorrere a toccare le emozioni, anche a costo di dire cose in realtà totalmente fuori dalla realtà. Ad esempio, per dipingere la situazione attuale in modo più tragico, per fare leva sulla pietà della gente, un rappresentante della maggioranza ha pensato bene di proporre l'immagine di una povera vecchietta che per tutta la via non ha un posto dove sedersi per riposare "se non il cofano di una macchina". Come se Milano fosse piena di panchine!
Quando serve si può anche ricorrere a vecchi sistemi di bassa politica, per intimidire intellettualmente chi la pensa diversamente o impedire loro di parlare. Si può quindi ricorrere a finti sostenitori spontanei. Oppure lavorare sui tempi, così da togliere ai politici di parte avversa la possibilità di dire la loro. Sempre facendo finta che la cosa sia stata del tutto casuale e non voluta!
Il secondo motivo, quello ancora più inconfessabile, è che questa giunta, e le forze che la sostengono, rappresentano sostanzialmente gli interessi del sottile strato dei più privilegiati fra coloro che vivono a Milano. Tutte le misure portate avanti sono ritagliate sulle loro esigenze, anche a costo di andare contro non solo le preferenze ma anche le necessità oggettive della grande maggioranza dei cittadini milanesi.
Il punto dolente è che la maggior parte della gente questa asimmetria non la percepisce, e, addirittura, in molti, si rifiutano di crederla vera. Questo fa sì che il confronto su queste questioni si configuri, invece che come un dibattito alla pari, più come una partita di calcio fra una squadretta amatoriale e una squadra di professionisti, che gioca duro e quando serve anche in modo scorretto pur di vincere!
A ciò va aggiunta l'istintiva timidezza di molta gente e la tradizionale scarsa inclinazione della borghesia milanese ad intervenire attivamente in politica.
Si capisce, in questo modo, come sia estremamente importante fare informazione, aumentare la consapevolezza della gente sulla reale situazione e avere qualcuno che sia in grado di intervenire in modo opportuno alle riunioni sul territorio. Meglio ancora se è qualcuno di non legato ad alcun partito politico, dato che in tal modo, per i rappresentanti dei partiti di maggioranza è più difficile trovare modo per non farli parlare o presentarli come personaggi di parte!
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