Articolo del: 12/10/2011 Autore: FRANCO VANNI
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Ieri, per il terzo giorno di fila, il Pm10 è rimasto sotto soglia 50 microgrammi per metro cubo d’aria. Da oggi sono revocate le limitazioni al traffico. Ma sabato, con le caldaie accese, si apre la partita del riscaldamento. uperato il “provvedimento spot” previsto dalla giunta Moratti e confermato da Pisapia la contestata domenica a piedi si avvicina l’ora degli interventi strutturali di contenimento delle emissioni. Sabato partirà il blocco permanente deciso dal Pirellone per motociclette e motorini a due tempi: una stretta che fermerà 400mila mezzi e farà sparire, forse per sempre, le vecchie Vespa e Lambretta dalle strade lombarde.
Lunedì scatterà anche il fermo regionale della circolazione dei veicoli a benzina Euro 0 e dei diesel Euro 1 ed Euro 2, in vigore fino al 15 aprile, da lunedì a venerdì dalle 7,30 alle 19,30. Per controllare che i divieti siano rispettati Pierfrancesco Maran, assessore comunale ai Trasporti, preme per potere utilizzare le telecamere di Ecopass. Ma la vera partita si gioca sul riscaldamento: il 15 ottobre si accenderanno le caldaie, responsabili secondo molti esperti del 40 per cento dell’inquinamento in città.
L’assessore comunale alla Casa, Lucia Castellano, invita i milanesi a «contenere le temperature nelle abitazioni, come faremo negli edifici pubblici, esclusi scuole e ospedali, a cominciare da Palazzo Marino»: è ancora vivo il ricordo del caso “opposto” di settembre, quando nelle prime sedute del Consiglio comunale l’aria condizionata in aula era tanto forte da doversi coprire. Più drastico l’intervento della Provincia, che abbasserà da 20 a 19 gradi la temperatura nelle scuole superiori come in tutti gli immobili di Palazzo Isimbardi. Intanto, per verificare le emissioni delle caldaie, l’assessore regionale all’Ambiente, Marcello Raimondi, chiede ai Comuni «di svolgere controlli sulle temperature di esercizio e sulla qualità delle caldaie, visto che in passato una delle poche amministrazioni virtuose fu Milano». Le verifiche, pagate dal Pirellone, spetteranno ai vigili urbani.
Palazzo Marino, «compatibilmente con le ristrettezze di bilancio», studia l’ammodernamento dei sistemi di riscaldamento negli stabili di sua proprietà, grazie al teleriscaldamento e alla diffusione del metano che oggi già serve il 90 per cento delle case private lombarde. La situazione degli immobili comunali è drammatica: 85 dei 605 palazzi comunali (comprese scuole e case popolari) è ancora riscaldato a gasolio, in deroga alla legge regionale del 2004 che ne vieta l’uso. Un sistema inefficiente, che per le dispersioni di calore costa ogni anno 33 milioni di euro fra gestione e manutenzione. «Inseriremo nelle ristrutturazioni in programma, nelle 30mila case popolari comunali e in altri edifici, l’obbligo di adeguare i sistemi di riscaldamento», dice Castellano. Una corsa contro il tempo: entro il 1 agosto 2012, secondo le previsioni dell’Unione europea, tutti gli appartamenti dovranno avere termoregolatori e contabilizzatori. Oggi i sindacati degli inquilini incontreranno Aler, e oltre a chiedere sconti sulle tariffe si informeranno su cosa l’ente, proprietario di 60mila alloggi, intenda fare per adeguarsi alla normativa di Bruxelles.
Intanto è stato presentato il piano del Pirellone di contrasto allo smog, approvato dalla Commissione Ue. L’assessore Raimondi, nell’illustrare le azioni di lotta agli inquinanti nell’aria, ha ribadito che «la conformazione geografica della regione impone misure definitive, non interventi spot. Bisogna arrivare a un cambio di mentalità nel consumo energetico». I punti sono l’esclusione delle auto diesel (più inquinanti) dagli incentivi all’acquisto, l’introduzione di norme rigide sulle modalità di combustione del legno (responsabile del 12 per cento del Pm10), l’inizio di un percorso per contenere l’utilizzo in agricoltura di fertilizzanti che generano ammoniaca. Arenata, invece, la proposta della Provincia sul ricambio delle caldaie attraverso mutui agevolati con le banche: un’idea che avrebbe permesso di sostituire l’apparecchio vecchio senza contraccolpi economici eccessivi, ma della quale, per ora, si sono perse le tracce.
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