| Parcheggi, la rabbia dei comitati "Ora il Comune blocchi i cantieri" Dopo lo stop a Lavater insorgono i cittadini delle altre piazze. E chiedono lo stesso trattamento: un indennizzo ai costruttori per costringerli così a rinunciare allo scavo
Articolo del: 14/10/2011 Autore: FRANCO VANNI
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Fermando il progetto del parcheggio in piazza Lavater, con indennizzo alla società costruttrice, il Comune ha risvegliato la rabbia dei comitati che chiedono lo stop per i box sotterranei, previsti o già in costruzione. Oppure che — al contrario — invocano l’intervento di Palazzo Marino per costringere i costruttori a consegnare al prezzo pattuito i posti auto negli autosilo. Dopo i residenti di piazzale Bacone, che per opporsi al previsto scavo di un posteggio di 21 metri di profondità hanno tappezzato di striscioni il quartiere, si muovono gli abitanti di via Ampère, piazza Bernini, largo Rio de Janeiro e via Bazzini, contrari ai progetti e ora speranzosi. «Affronteremo caso per caso — dice l’assessore ai Lavori pubblici, Lucia Castellano — incontreremo i residenti e valuteremo l’esborso nel caso si volessero annullare i contratti. I cittadini abbiano fiducia, ma sappiano che non possiamo fare miracoli».
In piazza Bernini il progetto del parcheggio è paralizzato dalla vicenda giudiziaria dei vertici dell’azienda costruttrice, accusati di avere svolto i lavori senza permesssi. Il 4 ottobre scorso si è tenuta la prima udienza del processo. Intanto, è tutto fermo alla situazione del 2008, quando furono tagliati gli alberi in piazza. «Dovevano fare un silo di tre piani, poi ridotti a due — dice Giuseppe Maria Greco, del comitato dei residenti — noi da subito abbiamo temuto che lo scavo potesse danneggiare la statica delle nostre case. La Moratti non ci ha ascoltati, ora il Comune ci tratti come i cittadini di piazzale Lavater». Intanto, si affidano all’ironia: hanno preso una fotografia del prato sotto cui dovrebbe sorgere il parcheggio e vi hanno sovrapposto l’immagine di pecore al pascolo, con la scritta “intervallo”. «Vorremo che questa pausa di degrado avesse fine — dice Greco — e si restituisse dignità alla piazza».
In largo Rio de Janeiro è stato il Comune a presentare un ricorso contro la cooperativa che dovrebbe fare lavori, fermi dal 2007. Ma i residenti, che invocano lo stop definitivo, non si accontentano. «Da noi non abitano vip e politici come in Lavater, ma le anziane delle case popolari — dice Eddi Cambiaghi, portavoce della protesta — Siamo sicuri che questo non cambierà l’atteggiamento dell’amministrazione». L’assessore Castellano ha fissato i primi appuntamenti con i residenti, per ascoltare le loro ragioni. Giovedì prossimo incontrerà il comitato di piazzale Bacone, il 27 ottobre quello di Rio De Janeiro. «Per ora interveniamo sull’emergenza, in base alle nostre possibilità, ma serve un disegno complessivo — dice — entro il 2012 affronteremo una revisione del piano parcheggi esistente, salvando i progetti validi e fermando, se possibile, quelli inutili o dannosi».
Il piano da rivedere è quello varato dal sindaco Gabriele Albertini nel 2003, che prevedeva 137 nuovi silos. Un progetto ambizioso, che ha generato disastri. In piazza Novelli i residenti hanno pagato acconti pari al 90 per cento del valore previsto per i 400 box (22mila su 28mila euro a posto auto). Ora che l’opera è pronta, con anni di ritardo, l’azienda pretende un’ulteriore somma, vicina all’importo già versato, in nome di «varianti d’opera» e «adeguamenti». Stessa situazione in via Leoncavallo e in via Bazzini. In via Ampère — dove il parcheggio è pronto all’80 per cento — le 50 famiglie del comitato chiedono «l’intervento del Comune per vigilare sulla correttezza del progetto, prima della consegna», come dice il presidente Piero Gianni. I vertici della cooperativa che ha condotto i lavori hanno ricevuto avvisi di garanzia, sospettati di disastro colposo e progettazione senza rispetto delle norme, dopo che gli scavi hanno provocato danni strutturali agli edifici circostanti.
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