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Lombardia, meno morti in strada
E a Milano due incidenti ogni ora
I dati della Regione: vittime dimezzate in dieci anni

Articolo del: 20/11/2011
Autore: Paolo Marelli

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MILANO — Si sono dimezzati nell’arco di dieci anni. Ma sulle strade di Milano e della Lombardia gli incidenti mortali restano troppi. Ogni settimana, in media, si contano 11 vittime. Nel 2010 hanno perso la vita 565 persone. È vero che in tutta la Regione c’è stato un drastico calo (-47,3%,) rispetto ai 1.073 del 2001, ma è altrettanto vero che restano cifre da bollettino di guerra. Una lunga scia di sangue resa ancor più tragica se si contano anche i feriti: 1.034 ogni settimana, per un totale di 53.806 lo scorso anno. Ma anche in questo caso c’è stata una diminuzione del -29,1% rispetto ai 75.851 registrati del 2001. Così come, sempre nel confronto con dieci anni fa, sono scesi i «sinistri»: un balzo all’ingiù del 27,3%, da 54.071 a 39.322. E a Milano? In media si registrano due incidenti ogni ora (18.266 nel 2010), mentre ogni giorno si contano 67 feriti (28.213 l'anno scorso). Sonmo state 141 le vittime nel 2010, con una flessione del 42,4 per cento.

IL BILANCIO - I dati resi noti dal Pirellone, per quanto allarmanti, fotografano comunque una tendenza positiva. «La Lombardia ha già quasi raggiunto l’obiettivo europeo di ridurre la mortalità stradale del 50% rispetto al 2001: ora siamo a quota -47,3% — spiega il presidente Roberto Formigoni —. E ben cinque province, Lodi (-68%), Brescia (-55,7%), Sondrio (-55,3%) Monza e Brianza (-55,4%) e Como (-52,1%) hanno già raggiunto e superato questo traguardo». Ma a che cosa si deve questa miracolosa inversione di tendenza? «Al risultato di una massiccia campagna di informazione e sensibilizzazione, con progetti e iniziative che "vengono dal basso" e rivolti in prevalenza ai giovani», risponde il governatore lombardo, che ha trovato nell’Automobil Club d’Italia un prezioso alleato. Infatti l’Aci, che in Lombardia conta oltre 100 mila soci, ha fatto dell’educazione stradale un caposaldo, da insegnare fin dalla tenera età. «Non occorre aspettare il momento della patente e della scuola guida per apprendere il Codice della strada — sottolinea Geronimo La Russa, vicepresidente dell’Aci di Milano —. Si può cominciare anche da bambini. Ed è quello che faremo la prossima primavera con un ciclo di lezioni sulla sicurezza al volante che si terranno nella cornice dell’autodromo di Monza e che saranno aperte a tutte le scuole della Regione».

LA PREVENZIONE - Se la prevenzione resta dunque una tappa fondamentale nella lunga marcia per una maggiore sicurezza sulle strade, l’altra tappa, la repressione, non è però meno importante. «Da quando è stata introdotta la patente a punti, da quando le sanzioni per la guida in stato di ebbrezza sono state inasprite, da quanto sono aumentati i tutor sulle autostrade — spiega Mario Nigro, comandante della Polstrada di Milano —, gli automobilisti sono diventati più disciplinati al volante e, di conseguenza, si sono abbassate le drammatiche statistiche su incidenti, feriti e morti». Il comandante Nigro, che ogni giorno dirige cinquanta pattuglie impiegate nell’arco delle ventiquattro principalmente sulle grandi arterie del traffico con baricentro Milano, lancia comunque un appello alla prudenza. «Sulle nostre strade si corre troppe. Occorre moderare la velocità, che resta la causa maggiore degli incidenti, con l’abuso di alcol». Una serie di altri fattori che hanno contribuito a ridurre il numero degli incidenti gravi sono stati anche la messa in sicurezza degli incroci pericolosi, una maggiore illuminazione delle carreggiate e un capillare posizionamento dei dossi.

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