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Lo shopping per Natale inizia
respirando i veleni dello smog
Pm10 alle stelle da 20 giorni, ma anche oggi nessun limite al traffico e il Comune non prepara
nuove misure fino a gennaio quando entrerà in vigore l'Area C che prende il posto di Ecopass

Articolo del: 04/12/2011
Autore: ILARIA CARRA

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La marcia “nera” dello smog non si arresta. A Milano si sono inanellati venti giorni di fila di Pm10 fuorilegge: i valori rilevati venerdì al Verziere hanno toccato quota 126 microgrammi, 115 in via Senato. E, con ogni probabilità, ieri è stato il ventunesimo: è la seconda sequenza peggiore dall’inverno del 2007, dopo il record dei 35 giorni d’aria irrespirabile in città tra gennaio e febbraio di quest’anno. L’effetto del blocco dei diesel Euro 3, favorito anche dal meteo, è durato così due giorni: mercoledì e giovedì le polveri si erano già leggermente abbassate (al Verziere da 135 microgrammi di martedì a 115 e 102), ma non è bastato. Venerdì la risalita, mentre gli esperti non prevedono significativi miglioramenti all’orizzonte. Così gli ambientalisti tornano alla carica.

IL COMMENTO Emergenza di Roberto Rho

Oggi, come ieri, i divieti d’emergenza restano sospesi: piena libertà anche per i diesel Euro 3. L’ordinanza antismog che a Milano e in 46 Comuni della provincia blocca fino a 200mila auto, abbassa di un grado i riscaldamenti di case e uffici e obbliga i negozianti a tenere le porte chiuse, rientrerà in vigore solo domani e martedì. Da mercoledì si tornerà
a circolare. Quel che succederà dopo ufficialmente non si sa, il Comune farà le sue valutazioni sugli effetti (scarsi) sortiti dal provvedimento, sulla base dei quali dovrà pronunciarsi anche sul destino della seconda fase del piano antismog, blocco del centro compreso, attualmente congelata. Ma sembra piuttosto chiaro che non siano al vaglio dell’amministrazione nuovi e più incisivi provvedimenti antismog, almeno fino a gennaio.

Intanto l’emergenza resta alta: la speranza di molti è nel phoen previsto dagli esperti per martedì e mercoledì, un vento caldo che darà qualche influsso benefico. Ma non durerà: da giovedì e fino a metà dicembre l’alta pressione sarà permanente e le polveri stagneranno. È in questo scenario nero che gli ambientalisti, riuniti ieri al convegno organizzato a Palazzo Reale dai promotori dei referendum, chiedono interventi più coraggiosi: «L’emergenza smog rende ancora più urgente attuare le proposte referendarie sull’ambiente votate dai milanesi — sollecitano Edoardo Croci, Marco Cappato ed Enrico Fedrighini di Milanosimuove — dal parco dell’area Expo alla mobilità, dal verde pubblico al risparmio energetico».

Insoddisfatto anche Carlo Monguzzi del Pd, presidente della commissione Ambiente: «Sapevamo che c’era la crisi e che siamo nella Pianura Padana ma anche che la gente muore di smog — incalza — Sono utili pure i piccoli blocchi, a questa amministrazione serve più coraggio». Che il blocco dei diesel abbiano portato a qualche piccolo beneficio lo sostiene Pierfrancesco Maran, assessore alla Mobilità: «Non basta ma almeno le polveri sono un po’ scese», dice. Prima di puntare il dito contro i negozianti che si sono ribellati al divieto di porte aperte e relative multe: «È una battaglia di principio, è assurdo che stiamo ricevendo raccolte di firme contro una regola giusta: per cambiare la città tutti devono dare il loro contributo».

Concorda Andrea Poggio, vicepresidente nazionale di Legambiente, che alza il tiro e lancia il boicottaggio: «Ci schieriamo contro i bottegai che si rifiutano di applicare la norma — attacca — Se le cose stanno così diciamo alla gente di non andare a comprare in quei negozi». E poi sottolinea «quanto il Comune abbia gestito male l’emergenza antismog». Una convinzione condivisa dall’opposizione: «Si sta evidenziando la differenza tra i fatti e le chiacchiere — denuncia Carlo Masseroli, capogruppo Pdl in Comune ed ex assessore della giunta Moratti — Noi non ci siamo mai ridotti alla danza della pioggia, che pare l’unico atto che segretamente Pisapia stia facendo con la sua giunta».

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