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Smog, la tentazione di Pisapia: chiudere la città venerdì e sabato
Il pm10 non scende e il Comune pensa di bloccare auto e scuole per 48 ore Ma nel ponte dello shopping natalizio si rischia il caos. Commercianti furiosi

Articolo del: 06/12/2011
Autore: Chiara Campo

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Milano città chiusa. Versione horror del film di Rossellini, a sentire i commercianti che già meditavano il ricorso contro le multe affibbiate la settimana scorsa a chi ha tenuto aperte le porte dei negozi nonostante l’ordinanza anti-smog del Comune.
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E ora sono pronti alla rivolta. Perchè la nuova terapia per ripulire l’aria lanciata ieri da Giuliano Pisapia - deciderà oggi dopo il tavolo con i sindaci dell’area metropolitana convocato nel giorno di Sant’Ambrogio dalla Provincia - è il blocco del traffico in tutta la città venerdì e sabato. Niente auto e potrebbero restare chiuse quelle scuole in cui non è previsto il Ponte. «Bisogna fare di più» ha continuato a ripetere dal mattino agli assessori della sua giunta, invitati via sms già domenica mattina ad arrivare a Palazzo Marino carichi di proposte per combattere l’emergenza smog. Anche domenica il Pm10 ha superato i limiti, valori pari a 120 microgrammi al metro cubo al Verziere e 93 in via Senato, era il ventiduesimo giorno di fila. «Fare di più» ha insistito Pisapia, anche se venerdì e sabato spezzano il Ponte di Sant’Ambrogio, che per tradizione significa migliaia di pendolari anche da altre regioni per lo shopping natalizio in città, la fiera degli li Oh Bej Oh Bej, la visita di mostre e monumenti. Il sindaco ha riunito ieri sera la giunta per condividere la linea, da presentare oggi in Provincia: blocco del traffico venerdì e sabato dalle 10 alle 18 e chiuse tutte le scuole, da domani a domenica apertura dei negozi prolungata fino alle 24, proroga del divieto aglie Euro 3 Diesel fino al 23 (festivi compresi), lavaggio straordinario delle strade. Discussione proseguita dalle 21 con i partiti della maggioranza,

chiamati a esaminare il Piano generale di sviluppo del Comune per i prossimi 5 anni. La capogruppo del Pd Carmela Rozza è stata chiara: «Siamo pronti anche a misure immediate e impopolari se serve per rispondere all'emergenza, dalle targhe alterne al blocco delle auto in città». E «va bene trovare l'accordo con la Provincia e gli altri comuni perch´ le misure siano più ampie possibili, ma senza che questo impedisca a Milano di fare la propria parte anche con divieti più rigidi». Come dire: non si ricerchi a tutti i costi la condivisione, sollecitata da Palazzo Isimbardi, con gli altri Comuni.

Aria di strappo, forse, dopo che proprio il Comune che si era impantanato nel «blocco sì- blocco no» del centro storico dieci giorni fa ne era uscito facendo asse con la Provincia, partecipando al tavolo dell'area metropolitana e condividendo l'ordinanza in vigore fino a questa sera in 46 Comuni: stop ai diesel Euro 3 senza filtro, obbligo per case e uffici di abbassare di un grado la temperatura e per i negozi di tenere chiuse le porte d'ingresso. Il presidente Guido Podestà e l'assessore all'Ambiente della Provincia Cristina Stancari hanno convocato prima per il 7 dicembre e poi anticipato a oggi l'incontro con i sindaci e commercianti per esaminare i risultati ottenuti e decidere come proseguire. Palazzo Isimbardi è propenso a proseguire con il divieto agli Euro 3, le misure su negozi e caldaie. L'Unione del commercio (che conferma il ricorso contro le multe per le porte aperte nei negozi anche dopo l'incontro ieri con gli assessori D'Alfonso e Granelli), invita a «rafforzare il lavaggio strade» e chiederà ai negozianti di contribuire davanti alle vetrine. Ma «scongiuriamo blocchi auto che sarebbero un grave danno sotto le feste e sono inefficaci contro lo smog». E la Provincia ascolterà al tavolo la proposta dei due giorni di stop a Milano targata Pisapia ma farà asse con i commercianti. Se le condizioni meteo e i livelli di inquinamento non cambieranno, anticipano Podestà e Stancari, saranno valutate «nuove misure», servono «provvedimenti condivisi» ma che «tengano conto del giusto equilibrio esistente fra la salvaguardia della salute dei cittadini e le esigenze dei lavoratori. In questa fase estremamente complessa per l'intero Paese è necessario anche non assumere decisioni troppo drastiche tali da contrarre i consumi indispensabili per il rilancio dell'economia».

Nel vertice con il sindaco proseguito fino a tardi i gruppi di maggioranza hanno messo sul tavolo anche altre proposte se l'emergenza non rientrasse, dalle targhe alterne la prossima settimana, allo sfasamento degli orari di apertura di scuole e uffici pubblici quando il Pm10 è alle stelle fino a chiuderli dopo 5 giorni di sforamento.

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