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Smog, Milano ferma tutte le auto
venerdì e sabato dalle 10 alle 18
Il sindaco Pisapia ha firmato il provvedimento nonostante il 'no' dei sindaci dell'hinterland
Euro 3 diesel fermi fino al 23. Chiuse anche le scuole. E scatta la rivolta dei commercianti

Articolo del: 07/12/2011
Autore: ILARIA CARRA e ORIANA LISO

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Parte sola Milano, tra le polemiche dell'hinterland e dei commercianti, con il blocco della circolazione di auto e moto, venerdì e sabato dalle 10 alle 18, e con la chiusura delle scuole negli stessi giorni come misura antismog d'emergenza. Non la seguiranno gli altri comuni della Provincia e non la sosterrà Palazzo Isimbardi, che ieri ha manifestato tutta l'irritazione possibile per una "decisione già presa e non condivisa". Replica l'assessore all'Ambiente di Palazzo Marino, Pierfrancesco Maran: "La condivisione è importante, ma non può essere un modo per bloccare misure necessarie". Rimarca, deciso, i suoi doveri il sindaco Pisapia: "La morsa dello smog non dà tregua e come prima autorità sanitaria della città ho la responsabilità e il dovere istituzionale, etico e giuridico, di pensare alla salute di tutti i cittadini".

È in solitaria, Milano, anche sulla proroga del blocco dei diesel Euro 3 e sulla stretta ai riscaldamenti: l'ordinanza, scaduta ieri, sarà di nuovo in vigore da oggi fino al 23 dicembre. Ma in corsa qualche altro sindaco potrebbe aggiungersi. "Inviteremo tutti a prorogare l'ordinanza da lunedì", annuncia l'assessore provinciale all'Ambiente, Cristina Stancari. E tra le ipotesi, rispunta quella delle targhe alterne, dalla prossima settimana, anche per Milano.
Al ventitreesimo giorno filato di smog fuorilegge - anche se lunedì il Pm10 è sceso a 76 microgrammi a Città Studi - il Comune ufficializza la
stretta anti-inquinamento.

L'ordinanza prevede anche negozi aperti fino alle 24, da oggi a domenica, la pulizia straordinaria delle strade e la possibilità, per i dipendenti comunali, di entrare al lavoro venerdì fino alle 10,30. In più, fino al 23 sempre un grado in meno in case, uffici e industrie e la conferma del contestato divieto per i negozianti di tenere le porte aperte (anche se, dopo i ricorsi annunciati, sono escluse sanzioni per chi le porte non le ha proprio). Nei due giorni di blocco via libera solo ai mezzi elettrici, poche le deroghe: "Le stesse delle domeniche a piedi", spiega Maran, che poi annuncia il potenziamento dei mezzi Atm, il 9 e il 10. La linea uno del metrò sarà già al massimo per gli Oh Bej! Oh Bej!, e il presidente Bruno Rota ha assicurato il massimo sforzo su tutta la rete, anche di superficie. Niente sconti, per ora, sui biglietti: la Lega chiedeva ticket giornalieri a 50 centesimi, ma il biglietto giornaliero a 3,50 euro, invece di 4,50, partirà soltanto da martedì 13.

Ad attaccare il provvedimento, anche i negozianti. "Ferma contrarietà" arriva da Confcommercio e Confesercenti: "Un blocco d'immagine, ma inutile e dannoso per l'economia". Anche Alfredo Zini di Epam è contrario - "Così mettono in ginocchio la città" - e spinge sul lavaggio di strade e marciapiedi da parte dei negozianti. Ma a tutti risponde Maran: "Bisogna guardare l'interesse generale, tutti devono fare sacrifici".

Che la Provincia non avrebbe supportato Milano nei due giorni di stop lo si era capito subito: "Il blocco totale è insensato", aveva tagliato corto Stancari. Ma hanno detto no anche la quarantina di sindaci presenti (solo Pioltello si era detto disponibile). Per Fortunato Zinni, sindaco di Bresso del centrosinistra, "Milano ha già deciso, non ci sono le condizioni per discutere". Si saprà nel weekend se qualcuno riprenderà il blocco: la prima ordinanza sui diesel Euro 3 la firmarono in 46. Martedì ci sarà un nuovo tavolo, ma già qualcuno avanza proposte: Sesto chiede "targhe alterne dalla prossima settimana", ipotesi non esclusa anche da Milano.

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