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Allarme smog, commercianti contro i blocchi di Pisapia: "Vogliono uccidere i negozi"
I commercianti spengono vetrine e luci per protestare col Comune: "Vedranno quanto siamo importanti". Borghi: "Fermare tutto è una scelta ideologica, fa solo danni"

Articolo del: 09/12/2011
Autore: Chiara Campo

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Città invasa da milanesi e pendolari dello shopping natalizio. Oh bej Oh bej, boutique del centro, magazzini di giocattoli. Ieri. Lo stop del traffico oggi e domani in tutta la città mette in allarme i commercianti milanesi, sono convinti il divieto giorni cruciali per acquistare i pacchi da mettere sotto l’albero («spesso ingombranti») non migliorerà l’aria su Milano ma sarà solo un grosso regalo del Comune ai centri commerciali dell’hinterland.
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«Una scelta è irresponsabile quando viene fatta senza conoscere le conseguenze, questa del sindaco Pisapia invece è meditata e quindi ancora più grave» tuona Renato Borghi, nel duplice ruolo di presidente di Federmoda e vicepresidente dell’Unione del Commercio. «É una scelta ideologica, per accontentare qualcuno, le associazioni ambientaliste e le mamme antismog. Ma gli studi dimostrano che i blocchi sono inefficaci e invece danneggiano in modo gravissimo le imprese che portano sviluppo e crescita economica alla città - si sfoga -. Per ora da questa giunta abbiamo subito solo aumenti di tasse, domeniche a piedi, multe. Forse è ora di organizzare qualche azione dimostrativa per chi non avesse ancora capito il valore del commercio in città». Ad esempio? «Spegnere simbolicamente le luci dei negozi in molte vie, il Comune non ha capito che le vetrine sono anche sicurezza, vivibilità dei quartieri. Facciamo capire cosa significa far morire il commercio».
La Camera di commercio nei giorni scorsi ha diffuso un’indagine sul Ponte, prevedendo un indotto di oltre 31 milioni di euro. Il presidente Carlo Sangalli ha puntualizzato che Sant’Ambrogio è «un’occasione anche per le piccole imprese e i negozi di vicinato, per i quali le vendite in vista delle feste segnano l’andamento complessivo dell’anno». Ma con il blocco, le previsioni rischiano di essere nettamente al ribasso. «Il commercio sta attraversando una crisi drammatica - fa presente Renato Borghi - e questo è il weekend più decisivo, la gente fa molti acquisti ma ha bisogno di spostarsi in auto per depositare i pacchi voluminosi, spostarsi. É stata una decisione gravissima, e l’assessore al Commercio che dovrebbe avere a cuore la situazione tace, invitiamo Franco D’Alfonso a riconsegnare le deleghe al sindaco». Critico anche l’Osservatorio di Milano, «c’è modo e modo di gestire l’emergenza smog - sostiene il direttore Massimo Todisco - in un periodo delicato come questo si poteva ricorrere piuttosto alle targhe alterne. A pagare il conto sono i cittadini, le attività economiche e le manifestazioni fieristiche in una metropoli che vive la crisi».
E il Comune per ridurre il traffico (e lo smog) sperimenta oggi l’ingresso diversificato negli uffici. Ha consentito «su base volontaria» l’arrivo fino alle 10.30 (le 10 per chi usa mezzi propri e non quelli pubblici) ai dipendenti che non operano su turni, in sportelli aperti al pubblico o che per esigenze di servizio non devono rispettare un orario di inizio predeterminato. Potranno recuperare le ore entro 2 mesi.

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