| Il doppio blocco è alle spalle lo smog sempre oltre i limiti Mercoledì nuovo tavolo in Provincia per trovare una strageia comune, torna da oggi lo stop agli Euro 3 La giunta conferma: era giusto intervenire. Commercianti e opposizione protestano: un sacrificio inutile
Articolo del: 11/12/2011 Autore: Ilaria Carra
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Anche il secondo giorno di stop al traffico in città è filato via liscio. I mezzi pubblici hanno retto, contenuti i disagi, poche auto in giro. Ma non si fermano le polemiche. Specie perché alla fine del doppio stop ai motori le polveri non solo non sono calate sotto la soglia d’allarme, ma sono risalite. Dopo il calo di giovedì, con il Pm10 che era sceso a 48 microgrammi per metro cubo d’aria (la soglia d’allarme è a 50), venerdì nel primo giorno di blocco le polveri sono tornate a sforare i limiti ovunque — il massimo al Verziere e in via Senato, 75 microgrammi — e anche per la giornata di ieri le previsioni sono negative (i dati si sapranno oggi). Così è sullo stop che commercianti, con Regione, Provincia e Pdl attaccano il Comune: «Un disastro e un danno».
L'assalto ai mezzi pubblici A cavallo in corso Vercelli
Nessun disagio particolare, ieri. Regolari i mezzi pubblici, nonostante un più 30 per cento di passeggeri rispetto a un sabato prenatalizio, anche se un flusso comunque inferiore rispetto a venerdì. Rispettato anche il divieto di circolazione: a fine giornata, su 3.156 controlli (venerdì erano stati 3.700), le multe sono state 827, cioè 27 in più del primo giorno di blocco.
Ma gli scontenti non mancano. In prima fila i commercianti: «Inutile e dannoso — attacca Alfredo Zini, presidente dei ristoratori nell’Unione del commercio — abbiamo perso ancora circa il 25 per cento in un giorno. E di lavaggi extra delle strade non se ne sono visti». Sul calo d’incassi il Comune puntualizza: «Non è legato al blocco — replica l’assessore al Commercio, Franco D’Alfonso — ma alla crisi». Ma sullo stop è critico anche il Pirellone: per Stefano Maullu, assessore al Commercio, «alle code interminabili per i mezzi pubblici, senza sconto, si sono uniti i danni alle vendite: un disastro».
E polemica anche dal Pdl: «Una bastonata per i milanesi, anche economica», attacca Riccardo De Corato, vicepresidente del Consiglio comunale. A tutti replica Piefrancesco Maran, assessore all’Ambiente: «Proprio perché sapevamo che erano giorni favorevoli all’accumulo era opportuno intervenire: negli ultimi 20 anni il centrodestra non ha fatto niente contro lo smog e ha passato l’inverno a criticarci». Dalla parte dell’amministrazione i ciclisti: «Il blocco era necessario — dice Eugenio Galli presidente di Ciclobby — ma Milano da sola potrà fare poco: occorre che i cittadini ne siano consapevoli».
Non si stupiscono invece, all’Amat, l’Agenzia della mobilità del Comune, che lo smog sia rimasto alto: «Nessuno pensava di incidere sui livelli con questi due giorni e solo a Milano — osserva il direttore Maria Berrini — si voleva dimostrare che è necessario e si può cambiare il modello di accessibilità della città». Poi, un suggerimento: «Bisogna costruire un provvedimento d’urgenza fisso — dice Berrini — così il cittadino può organizzarsi».
È proprio a questo che punta la Provincia, che ha già convocato un tavolo con i sindaci per mercoledì ma non li ha invitati a rinnovare l’ordinanza antismog che 46 comuni dell’hinterland avevano sottoscritto due settimane fa (la stessa di Milano sui diesel Euro 3): «Proporremo un protocollo d’intesa che possa essere applicato immediatamente e su larga scala», anticipa l’assessore all’Ambiente, Cristina Stancari. Che poi polemizza sulla risalita dello smog: «È la conferma che fughe in avanti dettate da scelte ideologiche non solo non producono effetti, ma rischiano di creare maggiori disagi».
Mentre martedì, al Pirellone, ci sarà un incontro tra il ministro all’Ambiente, Corrado Clini, e i governatori del Nord sullo smog, è da oggi, fino al 23, che ritornerà in vigore il fermo dei diesel Euro 3 dalle 10 alle 18, oltre al grado in meno, da 22 a 21, dei riscaldamenti di case, uffici e industrie e l’obbligo per i negozianti a chiudere le porte d’ingresso (chi le ha).
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