| Milano: tra Smog e Trasporto Pubblico Testimonianza e riflessioni di un Pendolare Soldi, salute e crisi finanziaria. Nella vita quotidiana di un pendolare milanese c'è questo e molto di più e le soluzioni proposte non risolvono mai del tutto il problema
Articolo del: 09/12/2011 Autore: Alessandro Secchi
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Spread e Smog, Smog e Spread. Per chi abita o lavora a Milano, la legge delle due ‘S’ imperversa. Ma, dato che qui si parla di Motori, mi occuperò della ‘S’ che ci riguarda maggiormente.
Comincerò parlandovi del mio rapporto con i motori, di quelli che sono i viaggi di un pendolare, seppur per una distanza breve rispetto a chi è abituato al treno, per esempio.
Ciao ciao Milano
Bene. Sono passati sette anni e mezzo da quando, nel giugno del 2004, ho ritirato la mia prima automobile, nuova fiammante.
Era (è, spero ancora per molto) un Diesel Euro 3, marca e modello non sono dettagli importanti. Euro 3 definito ‘ecologico’ ai tempi. Se fosse stato in vigore l’Ecopass, nel 2004, avrei potuto girare indisturbato per Milano senza essere visto come un assassino..
Siamo ormai all’inizio del 2012: la mia auto, ecologica allora, senza graffi e con 100.000 km in più sul groppone, si è trasformata magicamente in un’arma chimica. Ogni mese rischio un blocco in più, tra qualche tempo chissà, magari me la sequestreranno per tentato omicidio.
Lasciare Milano tre anni fa e scegliere la Provincia, in questo senso, è stato vitale. Ho molta più libertà di muovermi, non sono ingabbiato dalla mia stessa città. Se una Domenica voglio utilizzare l’auto, non rischio di essere obbligato a lasciarla a casa e ad usufruire dei mezzi che passano ogni mezz’ora, se va bene, in città, mentre in Provincia non se ne vede nemmeno l’ombra.
C’è, però il rovescio della medaglia, vale a dire la lontananza dal posto di lavoro. 25 km, più o meno. Se prima, in scooter (un 50cc) il tempo impiegato era di un quarto d’ora circa, ora il tutto è triplicato. Il 250cc mi porta in ufficio in tre quarti d’ora in situazioni ‘normali’ di traffico, vale a dire coda in strada statale, e coda anche in tutta la parte cittadina. L’Ecopass, sotto questo aspetto, non ha cambiato pressochè niente. Il traffico c’era e c’è.
Pendolare in economia
Lo scooter, per me, è la soluzione ideale per raggiungere il posto di lavoro. Comodo, veloce, economico.
Appunto. Di economia se ne sta parlando molto, in questo periodo. Siamo tutti con gli occhi sullo Spread senza sapere esattamente di cosa si tratti (ammetto l’ignoranza in materia, ma mi rattrista vedere che anche chi dovrebbe saperlo in realtà ha difficoltà a spiegarsi).
Parlando in termini economici, muovermi con lo scooter, attualmente, mi costa in benzina circa 3.00 € al giorno, considerati gli aumenti appena introdotti dal Governo. La Benzina ormai è ben oltre l’1.70 al Litro, arriverà a breve a 1.80. Su 22 giorni lavorativi, siamo a 55/60 € al mese, Euro più, Euro meno, dipende dagli aumenti (solo quelli).
Ipotizzando di scegliere la ‘combo’ Pullman + ATM, andrei a spendere 17.20 alla settimana per il primo e 8.40 per il secondo. Totale 102.40€ mensili. Sarei subordinato agli orari dei pullman, però (uno ogni mezz’ora, sempre che non salti una corsa).
In Auto + ATM le cose peggiorano ancora. Per una settimana i costi sono i seguenti:
- Gasolio (circa 3.50 € al giorno circa)
- Parcheggio di corrispondenza della Metropolitana (6.20 € settimanale per 8 ore al giorno)
- Caselli autostradali (2.20 € al giorno, impossibile girare in auto in Statale alle 18.30)
- ATM (8.40 €, una settimana)
45,00 € alla settimana, più o meno. 180,00 € nell’arco di un mese.. Insostenibile, se si viaggia da soli, ammortizzabile se si è in due o più.
Se penso ad una giornata singola, quindi extra abbonamento, spariscono 10€ come niente. 1/5 di quello che si guadagna in una giornata speso proprio per recarsi al lavoro.
Lo Smog
Ho sempre avuto un’impressione, riguardo la questione Smog. Vi siete mai chiesti perchè il problema viene rilevato (e rivelato) solo durante l’inverno?
Dato che si trattava di una semplice impressione, mi sono documentato. Ho scaricato dal sito dell’Arpa i dati di tre centraline di rilevazione del Pm10 di Milano, nel periodo 30/11/2010 – 30/11/2011. E ho costruito il grafico seguente (Clicca per ingrandire). La Linea Rossa indica il limite di 50 Microgrammi/m3.
Guarda il grafico
Quello che si deduce, incrociando i dati, è un aumento delle polveri sottili nel periodo Ottobre-Aprile, con punte massime verso gennaio. “Casualmente”, questo coincide col periodo di accensione dei riscaldamenti, e il picco di gennaio con il mese solitamente più freddo.
Mi direte “ok, ma non possiamo rimanere al freddo in casa”. Non è questo, il punto. Quello che mi chiedo è: per rendere più “ecologici” i riscaldamenti, lo sforzo è proporzionale rispetto a quello dedicato ai mezzi a motore?
Me lo chiedo perchè quando le polveri sottili crescono di concentrazione, si parla sempre e solo di auto. Solo negli ultimi giorni, a Milano, si è chiesto di ridurre le temperature dei condomìni e dei negozi. Io aggiungerei anche quelle degli edifici comunali, dove l’escursione termica è di decine di gradi.
Le sole automobili non sono sufficienti a superare i livelli massimo del famigerato PM10. Anzi, d’estate i livelli restano nella norma. E, al di là del grafico, se andate a controllare personalmente sul sito dell’Arpa, scoprirete che negli ultimi 10 anni i valori globali di polveri sottili sono andati a decrescere sensibilmente e costantemente.
Il traffico, a Milano, c’è sempre. D’inverno, come d’estate. Possibile che, con il caldo afoso, ci sia meno percezione dello Smog rispetto al periodo più freddo? Ovviamente non sogno lontanamente di proporre una giornata ‘senza riscaldamento’, perchè non è applicabile. Ma, idealmente, penso che spegnere per un giorno tutte le caldaie sarebbe indicativo della percentuale di ‘colpa’ delle auto e quella dei riscaldamenti. Magari potremmo avere delle sorprese.
D’altronde, tutti i tentativi di arginare l’inquinamento invernale sono stati e saranno sempre vani. Targhe alterne, blocchi parziali del traffico, non sono incisivi. Detto tra noi, mi hanno sempre fatto sorridere i blocchi della Domenica intesi come ‘misura per abbattere l’inquinamento’. Credo che, di Domenica, circoli forse il 10% dei mezzi di un giorno feriale.
Se parliamo di “Domenica a piedi” per utilità “sociale” potrei anche essere d’accordo. Anche se non trovo corretto che un cittadino non possa usufruire del suo mezzo (sul quale paga assicurazione, bollo e magari superbollo) nell’unico giorno in cui potrebbe sfruttarlo.
Se parliamo di “Domenica a piedi” come misura contro l’inquinamento, scusate ma mi sento preso in giro, anche se non abito più a Milano.
Se si vuole veramente abbattere l’inquinamento si metta mano a TUTTI i fattori che incidono, primi tra tutti i riscaldamenti. Non si cerchi di andare sempre sul sicuro tempestando chi si deve recare al lavoro ogni santo giorno. Scuole, uffici comunali, condomini. Si obblighi in tempi brevi e con incentivi a rendere più ecologiche le caldaie. Molte, probabilmente, non sono a norma e inquinano come e più di centinaia di auto nello stesso momento.
I trasporti pubblici
Nota dolente. Tralasciando il discorso riscaldamenti (che, secondo me, conta e non poco), se si vuole disincentivare l’utilizzo dell’auto e incentivare quello dei mezzi pubblici, aumentarne le tariffe del 50% al rientro delle vacanze estive è tutto tranne che un buon metodo. Soprattutto alla luce del fatto che i Trasporti a Milano sono in grande difficoltà, attualmente.
- In ora di punta, metropolitane e mezzi di superficie faticano a trasportare la mole di persone che si reca al posto di lavoro. Non più tardi di 15 giorni fa, la Giunta ha ritirato l’ordinanza di blocco totale del traffico, per evitare ulteriori carichi su linee già stracolme. Il blocco di questi due giorni invece, 9/10 Dicembre, è un palliativo, in quanto molte persone sono fuori città per via del ponte dell’Immacolata.
Già in condizioni normali, raggiungere l’ufficio è un’odissea. E non solo a causa dei mezzi, ma anche per un malcostume comune, cioè quello di essere perfettamente in orario per prendere l’ultimo treno utile a timbrare il cartellino spaccando il secondo delle 9.00, in pieno stile Fantozziano. Figuriamoci se sul Trasporto Pubblico si dovessero riversare migliaia di persone costrette a lasciare auto e moto in garage.
- I disservizi sono CONTINUI. Non c’è settimana che passa senza problemi sulle linee. Guasti sulle reti elettriche, altri problemi esterni che causano interruzioni del servizio. Per non parlare dei continui scioperi che obbligano le persone ad arrangiarsi come meglio possono.
E quindi: perchè rinunciare all’auto o allo scooter, se non mi viene offerta una soluzione migliore sia dal punto di vista logistico che economico ma, anzi, quella precedente con un rincaro del 50%?
Ogni tanto ci penso. Mi dico “Potrei tentare una settimana di viaggio con i mezzi pubblici”. Potrei spendere 26€ di abbonamenti, partendo mezz’ora prima rispetto al solito orario, sperando ogni giorno che:
- Le corse del pullman di linea siano sempre regolari e non saltino, come a volte capita.
- Nessuno tenti di suicidarsi in Metropolitana.
- Non ci siano rallentamenti sempre sulla Metro nei due cambi che devo effettuare.
Questo, ovviamente, sia all’andata che al ritorno.
Poi guardo il mio scooter e penso che:
- Impiego almeno 25 minuti in meno ad arrivare in ufficio.
- Non accusa mai problemi.
- Mi costa la metà.
Detto sinceramente. Perchè scegliere il mezzo pubblico? Quale vantaggio mi offre?
Manca la frequenza adatta, manca l’affidabilità, i prezzi aumentano continuamente. I trasporti pubblici non incentivano il loro utilizzo, ma lo disincentivano. Questa è la triste verità.
Un altro esempio. Il Forum di Assago. E’ stata inaugurata a Febbraio la tratta in superficie che porta la Metropolitana di fronte al Forum, luogo di eventi di ogni tipo: concerti, partite di basket e quant’altro. Ho assistito a due concerti dall’apertura delle nuove fermate. Possibile che la frequenza dei treni a concerto appena concluso sia di uno ogni mezz’ora, pieno e stracolmo?
E ancora: il Bike Sharing. Ottimo se non si ha alcuna pretesa e se non si hanno tempi stretti. Ho acquistato un abbonamento annuale per utilizzare le biciclette comunali in pausa pranzo, per piccoli tragitti. Alla scadenza, ho rinunciato al rinnovo. Più volte è capitato di NON trovare bibiclette alle pensiline, o di trovare pensiline senza posti liberi dove lasciare il mezzo costringendomi a cercare la prima stazione più vicina, perdendo ovviamente tempo. Senza contare la scomodità della bicicletta stessa, pericolosa sui binari per via delle gomme strettissime e con altri problemi quali selle non regolabili, freni tarati male.
Insomma. In una città come Milano, il trasporto pubblico dovrebbe, DEVE essere competitivo, se mira ad abbattere il ‘privato’. Competitivo vuol dire offrire un servizio sempre efficiente e proporzionato al carico previsto, incentivare il suo utilizzo con abbonamenti economici che attraggano e convincano i cittadini a lasciare i mezzi privati a casa.
Non aumentare i prezzi nel periodo peggiore degli ultimi tempi offrendo, al tempo stesso, scioperi e disservizi. Così, mi spiace, ma non funziona.
Commento: Articolo eccellente: semplice, chiaro, concreto e preciso!
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