| Area C, la Milano dei ricchi sulle barricate: "No al ticket" Contestata la tassa per le auto in centro che scatterà lunedì prossimo. I residenti della Zona 1 non ci stanno: si rompe così il feeling elettorale con il sindaco Pisapia
Articolo del: 11/01/2012 Autore: ORIANA LISO e FRANCO VANNI
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Qualche scontento, di certo, l'avevano messo in conto. Ma quello che la giunta Pisapia ha dovuto fronteggiare, lunedì sera, è stata una protesta in grande stile, che rappresenta forse la prima vera contestazione all'amministrazione arancione, a sei mesi dalla vittoria di Milano. Qualche scontento, di certo, l’avevano messo in conto. Ma quello che la giunta Pisapia ha dovuto fronteggiare, lunedì sera, è stata una protesta in grande stile, che rappresenta forse la prima vera contestazione all’amministrazione arancione, a sei mesi dalla vittoria di Milano.
SPECIALE La guida al nuovo ticket
Casus belli è Area C, il ticket antismog che da lunedì prossimo renderà molto più difficile l’accesso in centro delle auto, che dovranno pagare 5 euro per circolare in un cerchio grande 8,2 chilometri quadrati: ed è proprio chi ha la fortuna di vivere in quell’area, i residenti della zona 1 (e poco più), che l’altra sera ha subissato di fischi e invettive l’assessore al Traffico, Pierfrancesco Maran, arrivato a confrontarsi con i residenti sulla nuova “congestion charge” che dovrebbe abbattere gli inquinanti.
Protestano perché anche loro dovranno pagare, nonostante il provvedimento preveda agevolazioni. La giunta ha previsto 40 ingressi omaggio l’anno per le 41.900 auto di chi abita nella Cerchia dei Bastioni. E a fare i conti - fra i weekend, quando il provvedimento non sarà in vigore, e la sospensione del pedaggio in agosto (non sicura ma probabile) - ai residenti toccherebbe pagare per tornare a casa per circa 180 giorni l’anno. Per di più a prezzo ridotto, visto che per chi vive in centro il ticket costa 2 euro. Una decisione presa in base ai calcoli dell’Amat (l’Agenzia della mobilità) e alla precedente esperienza di Ecopass. Non si può nemmeno dire che l’introduzione di Area C sia stata una sorpresa: al referendum di giugno scorso nei quartieri centrali si dichiarò favorevole alla “congestion charge” l’81 per cento dei votanti, contro un 79 per cento medio cittadino.
Si consuma così il primo litigio matrimoniale con Giuliano Pisapia di quella zona benestante della città che alle elezioni di maggio aveva votato il candidato del centrosinistra, in controtendenza rispetto al passato. Degli 80mila elettori della Zona 1, il 44,9 per cento ha preferito Pisapia al primo turno, contro il 44,5 di Letizia Moratti. Al ballottaggio il candidato di centrosinistra ha raccolto in centro il 51 per cento. «Se avessimo capito che avremmo dovuto pagare per tornare a casa, non ci saremmo cascati al referendum - dice ora Luca Scalmana, portavoce del comitato No Charge, che si definisce “trasversale agli orientamenti politici ” - a saperlo prima, molti di noi non avrebbero nemmeno votato Pisapia». Un malcontento che il centrodestra cavalca, in vista delle amministrative che a maggio rinnoveranno 115 giunte comunali lombarde. Per il presidente della Provincia di Milano, il pidiellino Guido Podestà, «Area C sarà un’isola dove potranno recarsi solo i ricchi, che non avranno problemi a pagare 5 euro».
Nell’assemblea di lunedì sera c’erano anche esponenti del Pdl e della Lega, che organizzano raccolte di firme contro Area C. Questo ha portato il sindaco a commentare: «Non è stato un confronto, purtroppo, perché c’erano molte persone venute solo per disturbare e boicottare: credo che questo, anche da parte dell’opposizione, non sia degno, è giusto fare critiche, ma non impedire il dibattito». Per il capogruppo Pdl in consiglio comunale, Carlo Masseroli, «C’è aria di regime. Chi è in disaccordo con il sindaco è indicato come non disposto al confronto».
Commento: Ancora una volta si cerca di fare leva sull' invidia sociale per far passare un provvedimento che è solo un sopruso. Tra l' altro i giornisti dimenticano di considerare il fatto che molti dovranno, oltre che pagare per tornare a casa propria, anche buttare via la propria auto diesel Euro 3 auto non di 20 anni, ma magari comprata 3-4 anni fa, e perciò ancora quasi nuova. Curioso il modo di ragionare di Repubblica: solo max 2 Euro per 180 Euro. Cioè 360 Euro da buttare per avere nulla in cambio! Un affare!
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