| Smog Milano alle stelle ma porte dei negozi ancora aperte, ecco le foto
L’ordinanza antismog del Comune vieta ai negozi di tenere le porte degli ingressi aperte: tra megastore multipiano e riscaldamenti tropicali, ecco cos’ha rivelato una passeggiata tra i negozi delle principali arterie dello shopping milanese
Articolo del: 20/02/2012 Autore: Yara Colombo
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L’ordinanza 6/2012 in tema di misure antismog era rimasta in vigore dal 23 gennaio al 2 febbraio 2012, sospesa dopo 3 giorni nei quali il PM10, grazie alla neve, era sceso al di sotto dei limiti d’allarme, quantificati dalla Legge in 50 microgrammi per metro cubo. Con lo scioglimento della neve, però, lo polveri sottili sono tornate a impennarsi, superando addirittura di 5 volte il limite di legge e provocando, a partire dal 14 febbraio 2012, l’entrata in vigore di una nuova ordinanza antismog, in base alla quale il Comune di Milano, aderendo al testo della Provincia, ha stabilito:
1) DIVIETO DI CIRCOLAZIONE A MILANO E PROVINCIA PER TUTTI GLI EURO 3 DIESEL SENZA FAP – Il divieto di circolazione è valido in tutto il territorio cittadino e su quello provinciale per i veicoli diesel Euro 3 senza FAP (per i quali già è vietato l’ingresso in Area C), dalle ore 8.30 alle 18 se privati, dalle 7.30 alle 10 se commerciali.
- il divieto è attivo 7 giorni su 7, anche nel weekend e nei giorni festivi.
2) DIMINUZIONE DI ORE E INTENSITA’ DEL RISCALDAMENTO – In base all’ordinanza è stato anche stabilito:
- l’abbassamento della temperatura all’interno di tutti gli edifici cittadini, per i quali è stata fissata la diminuzione di 1 grado centigrado (da 20° a 19°, con 2 gradi di tolleranza),
- la riduzione di due ore della durata di accensione degli impianti, che da 14 ore al giorno passano quindi a 12.
3) DIVIETO DI PORTE APERTE NEI NEGOZI – Sempre sul fronte temperature, l’ordinanza prevede che:
- si eviti “l’uso di dispositivi che, al fine di favorire l’ingresso al pubblico, consentono di mantenere aperti gli accessi ai locali interni di edifici appartenenti alla categoria E5 (quelli adibiti ad attività commerciali ed assimilabili) …..e conseguentemente a mantenere chiuse le porte ”.
NEI NEGOZI LE PORTE D’INGRESSO SONO DAVVERO CHIUSE, OPPURE NO? – Se ancora, dal 14 febbraio, i veicoli Euro 3 sono effettivamente tornati a fermarsi, suscitando la protesta di cittadini e agenti di commercio che si sono visti bloccare le proprie attività con gravissime ripercussioni economiche, la stessa solerzia non si è riscontrata da parte dei negozianti e il divieto di tenere le porte aperte dei propri locali.
- Se è vero, infatti, che molti esercenti hanno risposto positivamente alla disposizione, o più semplicemente hanno assunto atteggiamenti responsabili in modo autonomo, è bastata una passeggiata nelle principali arterie dello shopping milanese per rendersi conto di una situazione di notevole indisciplina, ad opera non solo di piccoli negozi dal perimetro limitato, ma anche di mega-store su più piani, dove basta passare davanti agli ingressi per essere travolti da folate di aria tropicale.
- Perfino nei giorni delle nevicate, del gelo siberiano e delle piogge attuali, come evidente nelle foto scattate, numerosi negozi, bar e fast food hanno continuato imperterriti a mantenere spalancati i propri accessi, garantendo all’interno dei locali un clima semiequatoriale con soffioni di ghibli che costringono sovente a spogliarsi di giubbotti, cappelli e vari accessori antigelo onde evitare dannose sudate (dalle quali spesso non si riesce comunque a sottrarsi ).
RICERCHE DI MARKETING VS. BUON SENSO – Da qui l’appello di Legambiente, che ha richiamato al semplice buon senso ma, in tanti casi, è stato brutalmente annichilito dalle leggi del marketing:
- secondo molte ricerche aziendali, infatti, le porte aperte sarebbero un chiaro segnale di benvenuto che favorirebbe il desiderio di visitare quel determinato negozio, a scapito di un altro che venda gli stessi articoli ma a porte chiuse.
- Tale strategia ha suggerito addirittura, presso noti marchi, l’adozione di una totale assenza di porte, garantendo la chiusura degli ingressi dalle sole saracinesche (vedi fotogallery a piede dell’articolo, ndr).
- Tale politica risulta insensibile non solo allo spreco di energia ma, ab origine, allo sfruttamento delle risorse necessarie per produrla, mentre i costi esponenziali della spesa energetica sostenuta vanno ad incidere sul prezzo degli articoli in vendita, ricadendo quindi sui consumatori.
IN ESTATE IL PROBLEMA SI INVERTE: NEI NEGOZI C’E’ IL GELO SIBERIANO – Anche in estate il problema del corretto e responsabile utilizzo dell’energia si ripropone, invertendo i suoi termini poiché, la temperatura interna ai negozi, da esageratamente calda diventa esageratamente fredda anche nelle strutture doorless, dove i vortici gelidi investono prepotenti i passanti sui marciapiedi.
- Se però in inverno si è costretti a spogliarsi a volte fino alla camicia, viceversa, in estate, si deve prevedere il golf prima di accedervi.
- A causa degli eccessi nella climatizzazione che, per abbattere il calore esterno, giunge ad un elevatissimo impatto ambientale, si provoca inoltre lo sfruttamento depauperante delle risorse necessarie alla produzione dell’energia degli impianti stessi, con conseguente immissione di inutili tonnellate annue di CO2 nell’atmosfera.
L’APPELLO – Considerando tutto ciò, rimane da auspicare che le aziende opendoors possano ricomprendere nelle loro valutazioni di mercato anche l’ambiente, inteso come patrimonio da salvaguardare e di interesse comune (aziende e consumatori compresi), la cui gestione di risorse non infinite implica un’amministrazione più oculata. Abusarne, infatti, è un lusso che nessuno può e deve permettersi, indipendentemente dalle multe che dovrebbero essere comminate ai trasgressori.
Commento: Quella delle porte chiuse era l' unica idea intelligente della giunta Pisapia. Ma deve essere stata troppo intelligente per loro, e si devono essere talmente spaventati dell' azzardo, che alla prime proteste hanno subito chiuso un occhio sulle infrazioni....
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