| MILANO, LO SCIOPERO DELLA LUCE: VETRINE SPENTE DOPO LE 19,30 CONTRO L'AREA C
Articolo del: 28/02/2012 Autore: Michela Corna
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MILANO - Minacciano di marciare verso Palazzo Marino in una delle prossime riunioni di giunta. E di spegnere insegne e luci interne dopo le 19.30 per far calare il buio nelle strade del centro. Queste le strategie dei commercianti del cuore di Milano che proseguono la linea dura contro l’Area C: 2mila quelli che hanno finora aderito al Comitato, altre centinaia annunciate nelle rivendicazioni. Parola del presidente Eleonora Scaramucci, dell’omonimo negozio. A ingaggiare la battaglia non sono più soltanto i negozianti di Zona 1, centinaia fra boutique, bar, ristoranti, edicolanti, ma anche quelli lungo il perimetro dell’area off limits. E poi si sono aggiunti residenti e proprietari di box nella Cerchia. Il Comitato, senza colore politico, ha individuato un referente per ogni zona. Domani la prima riunione. La protesta si diffonde a macchia d’olio. La frangia dei no-congestion vanta nomi storici del commercio milanese: le pasticcerie bar Taveggia e San Carlo, piuttosto che Bardelli. Intanto, nell’assemblea dell’altro giorno, dove hanno preso parte 170 persone, hanno messo ai voti il piano d’azione: dal 2 all’11 marzo spegneranno le vetrine. «È lo sciopero della luce per mostrare - spiega la Scaramucci - come sono desolanti le vie senza i nostri negozi che servono anche da presidio per rendere Milano più vivibile, bella, sicura». Chiedono l’abolizione della congestion o quantomeno un cambio d’orario: non dalle 7.30 alle 19.30, ma dalle 10 alle 17. Denunciano un calo di fatturato del 40% per la mancanza della clientela di passaggio, «perché Area C è un freno che non invoglia a frequentare il centro, che ha perso il suo fascino». Qualcuno parla di licenziare i dipendenti: 50 contratti sono già saltati. Il Comitato ha incaricato grafici professionisti di studiare slogan provocatori: «Area C ci lascia in mutande, Area C ci distrugge tutti». La protesta arriva anche sul web: dopo aver aperto il sito www.noareacmilano.it, caricheranno interviste degli scontenti. Secondo un loro sondaggio, «il provvedimento è bocciato dall’80% dei commercianti». Tutti uniti, dalle Colonne di San Lorenzo al quadrilatero della moda. E bocciano i giovedì dello shopping, condivisi dall’amministrazione, «perché sono inutili e non sufficienti a far tornare il sereno».
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