Articolo del: 16/03/2012 Autore: Armando Stella
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Tre piani di parcheggio anziché cinque, solo box privati per i residenti nel quartiere e nessun posto macchina a rotazione: «Un'operazione a costo zero per il Comune». C'è un'ipotesi di lavoro sviluppata in gran segreto, lontano dalle polemiche, che potrebbe sbrogliare il caso Sant'Ambrogio e consentire la riapertura anticipata dello stradone storico che sfiora la basilica.
La cordata che si è aggiudicata l'appalto (la società «Sant'Ambrogio parking» costituita dalla Borio Mangiarotti di Claudio De Albertis con Botta spa e il gestore Garage Velasca) ha riaperto la trattativa e presentato una profonda revisione del progetto: un autosilo ridotto, quasi dimezzato, pronto nella primavera 2013. Più che i dettagli tecnici, tuttavia, sono importanti i risvolti politici e simbolici: il Piano B risponderebbe almeno in parte alle proteste; alleggerirebbe il peso del cantiere sul sito archeologico; consentirebbe alla giunta Pisapia di risolvere una vicenda annosa, ereditata dalle amministrazioni Albertini-Moratti ma che oggi imbarazza e divide la maggioranza di centrosinistra, da sempre contraria allo «sfregio di cemento» a Sant'Ambrogio.
Un miniparcheggio come via d'uscita. Lo stralcio dei due livelli a rotazione eliminerebbe la più eclatante contraddizione denunciata dal comitato no-box: il parcheggio non richiamerebbe traffico, sarebbe riservato ai proprietari di box. La «Sant'Ambrogio parking» ha già venduto l'80 per cento dei 347 garage privati previsti, ha tenuto un 20 per cento di margine, ma ha ricevuto richieste superiori all'offerta. Ora la società si dichiara pronta a rinunciare agli altri 234 posti a rotazione: «Senza scaricare costi sul Comune». I soldi, anzitutto i soldi, hanno segnato l'ultima fase del dibattito sul parcheggio interrato ai piedi della basilica del santo e scavato alle radici del cimitero paleocristiano ad martyres . La revoca della concessione, secondo i calcoli dell'assessore ai Lavori pubblici Lucia Castellano, sarebbe costata almeno 10 milioni di euro di risarcimento dei danni. Dieci milioni di fondi pubblici. Per i soldi, anzitutto per i soldi, la giunta ha scelto di non bloccare il cantiere e rispettare il calendario dei lavori.
L'autosilo è figlio del Piano parcheggi dell'ex sindaco Gabriele Albertini. È nato nel 2000 ed è stato autorizzato nel 2010. Nei dieci anni di travaglio si contano: un'indagine sulle Soprintendenze (archiviata), un'inchiesta sulle responsabilità personali dell'ex sindaco Moratti (archiviata), una valutazione urbanistica prodotta da un comitato di saggi, varianti tecniche e ritrovamenti archeologici. Ancora settimana scorsa Italia Nostra ha chiesto al ministro Lorenzo Ornaghi un «intervento diretto» a tutela della basilica. Il Piano B, dicono le imprese costruttrici, è «l'unica soluzione» per uscire dal pantano di Sant'Ambrogio. Il problema è legale. L'Avvocatura comunale ha espresso alcune riserve giuridiche sulla modifica del contratto: una revisione del progetto modificherebbe i termini di gara, aprirebbe il campo a nuovi contenziosi, potrebbe essere censurata dalla Corte dei Conti e pregiudicherebbe l'iter di altri cantieri aperti, o che incombono sulla città.
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