| Area C, il Tar chiede all’Arpa i numeri sull'inquinamento Accolta l’istanza dei No Charge, che contestano le decisioni del tribunale basate sul fatto che l'interesse per la salute vada privilegiato sul resto. Anche il Policlinico presenta ricorso
Articolo del: 23/03/2012 Autore: ILARIA CARRA
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Un’istruttoria sullo smog milanese negli ultimi due mesi e mezzo, primo periodo di vita della congestion charge firmata dalla giunta Pisapia. Un approfondimento che contenga dati non solo sul Pm10, ma anche su tutti gli altri inquinanti, dall’anidride carbonica al biossido di zolfo. È la richiesta del presidente del Tar lombardo all’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente: il giudice amministrativo ha così accolto l’istanza avanzata dal legale dei 'residenti No Charge' nell’udienza relativa al ricorso di 155 abitanti del centro contro il ticket. Dati che i ricorrenti hanno richiesto per dimostrare che «Area C non tutela la salute perché le polveri non sono scese».
Il gruppo di residenti nella Cerchia è stato tra i primi a ricorrere alle carte bollate. La sentenza di merito sul ricorso arriverà a ottobre: l’udienza è stata fissata per il giorno 11. Ma intanto gli abitanti si sono portati avanti. È con un’istanza di istruttoria al giudice amministrativo che l’avvocato dei No Charge, Giuseppe Salerno, ha formalizzato la richiesta di un dossier sullo smog da richiedere all’Arpa. E, di solito, prassi vuole che il tempo limite per esaudire la richiesta del Tar sia di trenta giorni.
La strategia dei residenti prende spunto dagli esiti delle prime istanze di sospensiva contro il ticket: tutte bocciate perché «sugli interessi privati prevale il diritto collettivo alla salute». Proprio su questo tasto si vuole insistere: «Come giustificazione non fa una piega — osserva l’avvocato dei No Charge, Giuseppe Salerno — ma se il Tar dice che si devono tutelare davvero l’ambiente e la salute, quello scopo l’Area C l’ha fallito in pieno: i dati del Pm10 alle stelle da gennaio a oggi lo dimostrano».
Nelle scorse settimane Palazzo Marino ha incassato una serie di vittorie nel primo round di ricorsi al Tar contro la congestion charge: i giudici ne hanno respinti cinque, negando la sospensiva della delibera comunale che istituisce Area C richiesta da altri residenti, dalla scuola paritaria di via Pace, da Assoconsum, da 18 garagisti del centro e anche dai comuni di Assago e Basiglio. Le motivazioni erano state tutte dello stesso tono: «Prevalgono gli interessi pubblici per la tutela della salute e dell’ambiente e il perseguimento dell’obiettivo di riduzione del traffico veicolare in aree critiche cittadine» aveva stabilito la terza sezione del Tar regionale. Ma i No Charge incalzano: «Si parla tanto di black carbon e Pm10 — aggiunge l’avvocato Salerno — ma siccome le polveri i questi due mesi sono tutt’altro che scese, vogliamo capire come si faccia a insistere sul fatto che l’Area C fa bene alla salute».
Intanto alla lista dei 'no ticket' si sono aggiunti anche i dipendenti del Policlinico, con un ricorso in tribunale. Il motivo: «Il Comune ci giudica lavoratori come gli altri — spiega Sergio Costantini, medico e tra i promotori dell’iniziativa — abbiamo già avuto cinque incontri infruttuosi. Non si considera che con la Ztl il personale ospedaliero è costretto ad aggiungere altro tempo per l’uso dei mezzi pubblici non sempre comodi alle già tante ore, anche 20 in un giorno, della giornata lavorativa». Palazzo Marino ha vietato ai dipendenti dell’ospedale di usare il cancello su un lato della struttura come varco clandestino per non pagare il ticket. La battaglia è sostenuta dalla Lega, con il capogruppo Matteo Salvini al presidio antiticket in via Sforza: «Medici e infermieri ha detto sono massacrati: non si può far pagare chi, medico o volontario, salva le vite dei milanesi. Se non la capiscono così, bloccheremo la circonvallazione interna».
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