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Il ministero ha autorizzato le zone miste
Bici contromano, l'ok del Comune
Critica l'Aci: «Potrebbe essere pericoloso»
Nel dossier via Moscova, corso Europa e via Monte Napoleone. Maran: studiamo i sensi unici «aperti» ai ciclisti

Articolo del: 10/04/2012
Autore: Armando Stella

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MILANO - «Ci metteremo subito al lavoro per scovare quali vie di Milano abbiano le caratteristiche richieste dalla normativa». Non è stato preso in contropiede perché da tempo chiedeva di dare strada alle biciclette contromano. Il Comune aveva sollecitato un parere ufficiale da Roma: «È possibile tracciare corsie ciclabili nei sensi unici per far viaggiare le due ruote in direzione opposta al senso di marcia per le auto?». L'autorizzazione arrivata dal ministero dei Trasporti consente di più: circolazione libera alle bici nelle strade larghe 4,25 metri almeno, dentro Ztl vietate ai camion e con limite di velocità a 30 chilometri orari. «È un segno della crescente attenzione nei confronti dei ciclisti», commenta soddisfatto l'assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran: «Ora studieremo le strade da riadattare, modificare e segnalare». Servono suggerimenti? Quelli di Ciclobby: «Via Enrico Nöe e via Borsieri, per partire». E questi sono gli indirizzi utili proposti dai corrieri a pedali di Urban Bike Messengers (Ubm): via Solferino, via Moscova, corso Europa, via Montenapoleone e corso Monforte. Ce n'è per riempire un dossier. Che l'Aci critica fin dalle bozze: «Troppi rischi».

Non è una liberalizzazione selvaggia. Il decreto indica una riforma viabilistica graduale, cauta e circoscritta. «L'ideale - riflette Maran - sarebbe riuscire a tracciare "corridoi" riservati ai ciclisti tra i marciapiedi e le file di auto in sosta, ma non è chiaro se il parere del ministero ne concede la possibilità». Servirà tempo. Per censire i quartieri, scremare le ipotesi, individuare le soluzioni: «Il parere del ministero - conclude Maran - potrà essere utilizzato come strumento di pianificazione urbanistica nei futuri interventi sulla viabilità». Tradotto: avanti, ma con giudizio. «Lo spirito è quello giusto», riflette il presidente di Fiab-Ciclobby, Eugenio Galli: «Questi provvedimenti hanno una duplice valenza. Accorciano i percorsi per le bici, favorendo la ciclabilità.

E aumentano la sicurezza stradale grazie alla reciproca visibilità: l'automobilista è preavvertito e si preoccupa del ciclista; il ciclista sa di risalire il flusso d'auto, e fa attenzione». Ovviamente, sottolinea Galli, la segnaletica dev'essere chiara, visibile e fatta rispettare: «Guardiamo alle poche esperienze italiane e ai fortunati modelli europei, dall'Inghilterra all'Olanda: dove è stato consentito l'ingresso delle bici nei sensi unici sono diminuiti gli incidenti». Perché? Matteo Castronuovo, 34 anni, corriere Ubm, sintetizza così l'effetto «benefico» del senso unico ibrido: «È un naturale dissuasore di velocità». Per spartirsi la strada bisogna frenare.

La «scorciatoia» per le due ruote ha un valore economico e un pregio architettonico: è una misura a basso costo e consente di completare la rete delle piste ciclabili nei punti in cui oggi s'interrompe. Per dirla con i tecnici: può rappresentare un «elemento di sutura» nella slabbrata mappa delle piste milanesi. «Una maggiore flessibilità normativa - conferma il capogruppo pdl Carlo Masseroli - consente di rendere più capillari i percorsi ciclabili. Milano è una città rigida, molto costruita: imboccare i sensi unici è una soluzione adatta e percorribile». Concorda Edoardo Croci, ex assessore morattiano ai Trasporti e presidente del comitato referendario Milanosìmuove: «Il via libera alle bici non può essere indiscriminato. Si può intervenire, e si deve farlo, ma solo nei quartieri residenziali, a traffico leggero e lento, su strade adeguate per segnaletica e materiali». Perplesso, per non dire contrario, è il vicepresidente di Aci Milano Geronimo La Russa: «I ciclisti devono potersi spostare su itinerari riservati e protetti. Lo "sblocco" dei sensi unici potrebbe rivelarsi doppiamente pericoloso».

Il Comune, intanto, realizzerà entro aprile quattro nuove corsie ciclabili a raso, delimitate solo da una striscia sull'asfalto, in via delle Forze Armate (zona Perrucchetti), sul cavalcavia don Milani (Giambellino), in viale Turchia (al confine con Segrate) e in piazza 8 Novembre 1917. Sarà approvato solo tra fine mese e inizio maggio, invece, il finanziamento da 22 milioni di euro per le piste ciclabili «pesanti», protette con elementi di arredo urbano, su nove direttrici del centro e della periferia. Totale: 31 nuovi chilometri.

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