| Polemiche sui lavori per la linea 5: «Così chiudiamo» Zara: «Rovinati dal cantiere del metrò» I negozianti contro il Comune: «Perdiamo 500 mila euro al mese, la Moratti ci tolga le tasse». Pronta richiesta di risarcimento danni
Articolo del: 21/07/2008 Autore: Armando Stella
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MILANO - «Sapevamo che sarebbe stata dura, ma non così....». Così è crisi. Gli scavi della linea 5 del metrò hanno aperto una voragine nei conti dei negozi di viale Zara e Fulvio Testi. Un centinaio di vetrine «strozzate» dai cantieri, dimezzate negli affari. I danni? «Almeno 500 mila euro al mese», che da ottobre a oggi fanno un buco di quasi 4,5 milioni. Gli appelli al Comune? «Inutili», dice Carlo Proserpio, presidente di AscoPratocentenaro. L'associazione dei commercianti di zona ha preparato una lettera per sindaco e assessori. Spiega che senza indennizzi rischiano di chiudere bottega, osserva che, da Bergamo a Monza, le amministrazioni compensano ovunque i disagi dei cantieri, mentre Milano è «assente, distratta».
Che la svegli una richiesta di risarcimento danni? «Siamo pronti anche a questo». I cantieri sono partiti a fine ottobre 2007. Sei stazioni da realizzare a tempo di record, nel febbraio 2011 sarà aperta la prima tratta. Gli operai lavorano su tre turni, una talpa meccanica avanza un metro al giorno, il traffico è incanalato, deviato, decine di parcheggi sono spariti. «Ai cittadini è richiesta molta pazienza», dissero a Palazzo Marino. Ora è finita. Nelle ore di punta, mattino e sera, dalla porta nord della città entrano ed escono 2.700 auto l'ora. «Pochissimi, però, si fermano nei negozi», dicono i commercianti del quartiere.
Troppo complicato posteggiare. Il traffico è pesante. Uno stress. Quanti cartelli tra il fashion point, il laboratorio di scarpe e moto & sport, ribassi e sconti. Offerte inutili? «Nemmeno i saldi hanno invertito la tendenza». E quanti «affittasi» e «vendesi», avanti il miglior offerente, ché «altri tre anni così sono un inferno ». Dunque? «Chiediamo al Comune che almeno tolga le tasse agli esercenti danneggiati», spiega Giorgio Montingelli, delegato al territorio dell'Unione del Commercio. Via le imposte su rifiuti, pubblicità, insegna, occupazione del suolo pubblico. L'hanno già fatto le amministrazioni di Bergamo, Monza e Cinisello. Gli esempi sono allegati alla lettera. Ultimo avviso.
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