| Ragazzi «costretti» all'Arco della Pace, corso Como e in San Lorenzo Ore 24, tutto chiuso nelle vie della moda Il coprifuoco nel cuore della città. «Milano è una città da ripensare, la politica deve mediare tra i residenti e il popolo dei locali»
Articolo del: 28/07/2008 Autore: Paola Calvetti
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MILANO - Non sarebbe piaciuta nemmeno a Cenerentola Piazza della Scala, se, in sacrosanta fuga dalle sorellastre invidiose, ci fosse capitata — claudicante e con una scarpa in mano — a mezzanotte in punto. Si sarebbe sentita ancora più sola e niente affatto sicura di trovare la meritata carrozza. Pensionato il mitico Brigida, ultimo residente dell'augusta cavea meneghina, non resta che salutare quel geniaccio di Leonardo che dal suo piedistallo lancia sguardi rassegnati (così pare) e godersi la facciata del Piermarini. A voce bassa, mi raccomando. Proibito da una generica decenza istituzionale fare chiasso, scrupolo inutile e per educande viziate, tanto non c'è nemmeno un metronotte con cui farsi due risate. Vivamente sconsigliato avere sete, non sono concessi languori da dopocena, esclusa dalla lista dei desideri quella voglia tutta estiva di parlare con qualcuno, un amico improvvisato o il turista sconosciuto che ha sbagliato strada. Certo, ci sono le panchine, la piazza è un gioiello architettonico, ma pare vietata ai tipi socievoli. Il centro, l'anima della milanesità e della musica, un coup de coeur come recita la guida, è un deserto urbano che mette addosso una tristezza senza rifugio. Allora via, verso la strada dei negozi, quella Montenapoleone da rivista patinata, con le boutique e le firme della moda. A mezzanotte e una manciata pure qui è steppa urbana. Un cencio con la muffa svolazza come un tulle, le vetrine sigillate (per forza, è notte!) e nemmeno un caffé o un tabarin, di quelli di una volta. Il cuore di Milano è vuoto di persone. La via è spenta e qui non c'è neanche un Brigida locale, solo uffici, show-room e qualche ricco dalle persiane sigillate. E così è la piazza della Borsa, se ti scappa da gridare il suono rimbalza sulle pareti di Palazzo Mezzanotte con un'eco da canyon, persino il barbone, che qui ci viveva e dalla finanza si sentiva protetto, ha cambiato indirizzo. Forse si è trasferito alle Colonne di San Lorenzo o all'Arco della Pace, magari in Ticinese o nella Corso Como della movida cittadina.
Movida all'Arco della Pace (Newpress)
Lì almeno c'è qualcuno, i ragazzi agglutinati e tutti uguali con i jeans calati sui fianchi e gli ombelichi al vento, ma anche quelli che ragazzi non sono più, che non abdicano alla solida complicità tra pari e il fine settimana se lo passano in città. I residenti sbuffano, protestano e vogliono dormire: hanno ragione da vendere e dobbiamo farci un patto, ma tra la senilità precoce del centro morticino e queste isole di umanità sudata, meglio ragionare in gruppo ‘ché la notte dell'estate è fatta di occhi dentro gli occhi, sorrisi nei sorrisi e qualcosa di buono da mangiare. Con l'amico di una vita o il vicino di panchina, sotto il tendone o sulla seggiola di paglia, fra le mani l'ultima birra ghiacciata prima di andare a dormire, un cucchiaio di gelato tuttifrutti tra un bacio e l'altro, la musica che suona e magari un po' rintrona, ma ti aiuta a stare bene. Scatti fotografici da turisti di passaggio e un'unica impressione: dov'è Milano? Qualcuno ci restituisca un centro intorno al quale gravitare, dipani le persone tra i luoghi della vita e quelli che sembrano belli e sono invece finti. Da che mondo è mondo, la piazza è agorà, è chiacchiera e pettegolezzo, è il simbolo della socialità e dello stare insieme. L'hanno inventata gli italiani e ce la stiamo dimenticando tra i risvolti dei libri e nelle foto in bianco e nero. La piazza d'estate, al fresco della luna, non ha sonorità burocratica, ma deve avere il suono dell'incontro. Persino a mezzanotte. Signori che potete: Cenerentola attende spiegazioni.
Commento: Questo articolo apparentemente centra poco col problema del traffico. E ince centra eccome. Perchè uno dei motivi, e non certo l' ultimo in ordine di importanza, perchè il centro di notte è morto è che ormai è praticamente impraticabile, una volta chiusa la metropolitana (ovvero, a livello pratico, a già mezzanotte, contrariamente a quanto avviene in tutte le grandi città europee). Infatti andarci in macchina significa sicuramente beccarsi almeno una multa, fra parcheggi solo per residenti (quali?), strade chiuse, gratta sosta e così via.
Bravi, sognori amministratori! Con la vostra politica assurda di ostacolare in tutti i modi il traffico privato state desertifando un po' per volta la città. Adesso sta avvenendo in centro, ma, un po' per volta, con quanto in programma, ovvero allargamento del gratta e sosta, dell' ecotass, con l' aumento delle demenziali ztl, sempre più parti della città tenderanno a perdere abitanti veri. In alcune zone rimarranno i locali, in altri, quando la gente si sarà stufata di prendere multe per divieto di sosta, neanche quelli.
Ma ciò che è ovvio ad una persona di buon senso, i nostri vari politici ed amministratori naturalmente cominceranno a comprenderlo, in maniera confusa, solo quando il danno sarà ormai diffuso e difficile da recuperare.
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