Articolo del: 04/11/2012 Autore: ILARIA CARRA
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Di smog si muore, in Lombardia. Lo sosteneva anche uno studio della Commissione Europea, due anni fa. Lo si ribadirà, in un convegno a Palazzo Marino. Ma nel frattempo poco è cambiato. Tanto che, caso vuole che proprio domani scadano i 60 giorni concessi dal Tar alla Regione per elaborare il piano dell’aria, il Pria, scaduto da anni e mai rinnovato. Ma sarà difficile che il Pirellone, vista la crisi politica in corso, rispetti l’ordinanza dei giudici.
In piena stagione di caldaie accese e di polveri che stanno sotto la soglia solo perché piove, si rivolge a tutte le istituzioni l’appello antismog degli ambientalisti. Fare qualcosa, presto. E non solo cambiare le vecchie auto. Lo chiederanno al convegno 'Progetto di ricerca per la riduzione dell’inquinamento atmosferico in Lombardia', organizzato dalla presidenza del Consiglio comunale con i Genitori Antismog. Si analizzeranno i dati di una ricerca della Regione di due anni fa ma ancora molto attuale.
«La ricerca non era ancora stata presentata ai milanesi e agli amministratori e ne approfittiamo per farlo - sottolinea la leader dell’associazione milanese, Anna Gerometta - È da questi risultati che si evince che non basta cambiare il parco auto per uscire dall’emergenza, alla tecnologia che avanza bisogna affiancare decisioni sul campo, misure da prendere per diminuire i chilometri percorsi da mezzi privati e dal trasporto merci. E solo chi ci governa può introdurle». Si chiama 'Collaborative research project for air pollution reduction in Lombardia 2006-2010' la ricerca sull’inquinamento atmosferico condotta dal Joint research centre della Commissione europea con sede a Ispra.
Un rapporto commissionato dal Pirellone, ma rimasto sepolto per cinque mesi e poi diffuso solo grazie alla caparbietà dei Genitori antismog. Una ricerca che rivela come in Lombardia ci si ammala di tumori più che altrove in Europa. Secondo gli studiosi del Jrc, alcuni dei quali saranno presenti domani al convegno, abbattendo dell’80 per cento le emissioni di Pm10 derivanti dalla cattiva combustione del legno e del 90 per cento quello di auto e camion, un trentenne potrebbe vivere fino a sedici mesi in più. E si eviterebbero dai 3 ai 7mila morti all’anno.
Uno studio che analizza le fonti del Pm10 in Lombardia: in testa i trasporti su strada, che producono un terzo delle polveri nell’aria, segue la legna bruciata in stufe e camini. Chiedono un intervento anche i medici, con Luigi Bisanti, epidemiologo dell’Asl di Milano: «Esiste un’emergenza seria e documentata - dichiara - : l’aumento dei picchi di inquinamento corrisponde a una crescita della mortalità, lo testimoniano gli accessi al Pronto soccorso e le indagini svolte Asl».
Entro domani, tecnicamente, la Regione dovrebbe approvare il nuovo Piano di interventi per la qualità dell’aria. Il presidente Formigoni l’aveva promesso «entro l’inizio del 2013» ma con le elezioni in vista sarà dura. E sono sempre gli ambientalisti a chiedere la nomina di un commissario che porti avanti la pratica. Raccoglie la sfida allo smog il presidente della Commissione comunale Ambiente, Carlo Monguzzi: «Abbiamo iniziato da due scommesse: Area C, con cui è sceso il black carbon, e l’aumento del trasporto pubblico per convincere chi può a non usare l’auto. Lanciamo la sfida a tutti gli amministratori della Pianura Padana: superiamoci in questa politica».
Commento: Come ogni anno, puntuale, iniziano i soliti articoli allarmanistici. A sentire costoro le strade dovrebbero essere costellate di morti asfissiati. E curioso che ogni anno i numeri siano diversi. Tanto nessuno si premura mai di andare a controllare se ci sia un minimo di concordanza. E così ogni volta si fa a gara a chi la spara più grossa. Sarebbe poi interessante controllare poi quanti, di quelli che gridano all' allarme inquinamento, fumano! Quella sì cosa che fa male alla saluta in maniera certa ed accertata...
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