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Metrò, in otto stazioni su dieci
arrivano i tornelli per le uscite
Le nuove barriere antievasione si aggiungeranno entro quest'anno a quelle già installate
Con orari allargati. Atm approfitta del ponte festivo per provare il sistema di segnalamento

Articolo del: 04/11/2012
Autore: ILARIA CARRA

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Negli ultimi mesi i tornelli in uscita sono già stati chiusi in quasi cinquanta stazioni. Ed entro fine anno in otto fermate su dieci si dovrà timbrare nuovamente il biglietto per non restare imprigionati. Va avanti, il piano antievasione di Atm: e, nelle prossime settimane, l’azienda valuterà le modalità per allargare anche gli orari dell’operazione tornelli. La “strategia antifurbetti” per ora funziona, dicono in Atm. Timbrare anche per uscire obbliga chi non ha il ticket a mettersi in regola, pagando subito una minipenale ai distributori prima del tornello: 4 euro per i titoli di viaggio scaduti o sbagliati, 8 per chi il biglietto non ce l’ha proprio.

Nei mesi scorsi l’operazione ha abbattuto il numero di evasori: a settembre si è passati da un 2,5 per cento circa del “tasso di irregolarità” — comunque una stima per difetto, Atm ritiene fosse in realtà quasi il doppio — allo 0,5. Così si va avanti: l’obiettivo, ormai vicino, è chiudere in uscita 70 stazioni della metropolitana sulle 94 totali. Tutte e tre le linee sono coinvolte, in particolare nelle tratte urbane. Dopo che ieri le nuove regole sono scattate anche a Piola, Cimiano e Crescenzago, completando la tranche della Verde, toccherà alla Gialla chiudere: a Duomo, Sondrio, Porto di Mare, Corvetto già “chiuse” si sommeranno Dergano, Affori Fn e Affori Centro (dal 12 novembre), quindi dal 22 Maciachini, Zara, Repubblica; dal 3 dicembre toccherà a Turati,
Montenapoleone e Missori e dal 13 a Crocetta, Porta Romana, Brenta e Lodi.

Rimarranno fuori dal piano una ventina di stazioni, quelle di interscambio di capolinea o quelle che, per esempio, hanno scale mobili troppo vicine ai varchi di uscita, come a Duomo sul lato San Babila. La prossima sfida sarà quella degli orari. La sperimentazione, dal suo avvio in giugno, si svolge dalle 9,30 alle 16,30, nella fascia di minor traffico. Il primo passo sarà aggiungere la sera, dalle 21 a fine servizio, e la domenica tutto il giorno. Ma l’obiettivo finale è allargarsi all’ora di punta, dove però i passeggeri sono tanti e il tornello chiuso rischia di generare caos. Il Comune apprezza il piano: «Sosteniamo l'Atm in questa operazione di contrasto all’evasione — dice l’assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran — e ci auguriamo che prosegua, nelle modalità che riterrà più opportune».

È la linea rossa quella che entro fine anno avrà il record di stazioni chiuse, 29 su 38 (poi la Gialla, 17 su 21). Ed è proprio sulla 1 che Atm ha effettuato un test: approfittando di un giorno di festa, per non penalizzare chi usa il metrò per andare al lavoro, l’azienda ha provato a misurare la capacità del sistema e la sua efficienza in situazioni di massimo carico, una tappa prevista dal contratto con il fornitore Alstom. Così dalle 13,30 alle 18,30 sono stati 56 i convogli in circolazione, nove in più rispetto ai consueti 47 messi in campo nelle ore di punta. Risultato, l’attesa tra un convoglio e l’altro è calata a 98 secondi contro i 110 normali. «Il segnalamento è in fase di stabilizzazione — spiega Atm in una nota — è un sistema molto moderno e sensibile che deve dialogare con impianti e treni molto datati». Capita, difatti, che l’apparato riscontri anomalie anche lievi e blocchi la circolazione: necessaria conseguenza, dice Atm, «degli standard di massima sicurezza».

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