| MOBILITA' Al via i cantieri per le zone slow il limite di velocità è di 30 all'ora La giunta Pisapia finanzia con 3 milioni di euro le isole pedonali di Milano in sei strade e nelle zone limitrofe (tutte fuori da Area C): dossi, carreggiate ristrette o obbligo di procedere a bassa velocità
Articolo del: 13/11/2012 Autore: ILARIA CARRA
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Alcune, solo a livello preliminare, sono già in fase di realizzazione, le altre partiranno a breve dopo le gare d’appalto. Tutte volutamente fuori dal centro sorvegliato di Area C: sei strade e dintorni dal ritmo slow, per favorire pedoni e ciclisti, dove sarà obbligatorio circolare a 30 chilometri all’ora. La giunta finanzia la prima fase delle “isole ambientali” dell’era Pisapia, oasi antitraffico già progettate nei mesi scorsi e da attivare l’anno prossimo, appena terminati i lavori.
La giunta ha deliberato 3 milioni per incrementare la sicurezza stradale e sostenere il primo lotto di “Zone 30”. Perché non basta mettere un cartello 30 in un cerchio bianco rosso. Oltre ai cartelli stradali, l’istituzione delle isole a 30 all’ora prevede anche una serie di infrastrutture: dossi rallentatori, restringimenti della carreggiata, marciapiedi continui con spigolo vivo per evitare la sosta selvaggia delle auto. I lavori sono già cominciati nelle vie Lazzaretto, Casati e San Gregorio. Nella lista delle isole ambientali compare anche via Melzo, scelta perché così verrà creata un’area slow anche dall’altro lato di corso Buenos Aires.
Poi c’è il quartiere Figino. Qui la realizzazione del progetto va di pari passo con altre due opere: un investimento residenziale privato, che allargherà di fatto il quartiere oggi sviluppato soprattutto lungo l’asse di via Figino, e i cantieri per collegare la zona con il teleriscaldamento, con lavori che modificheranno la viabilità. Fuori dal centro, le «Zone 30» raggiungeranno via Parula, nell’area di via Padova. Per la precisione, vicino a piazzale del Governo Provvisorio dove, anticipando i tempi, negli anni Ottanta l’allora assessore al Traffico Augusto Castagna decise di trasformare il piazzale in una specie di “Zona 30”.
La prima fase delle isole include anche via Muratori e, soprattutto, via Tortona e via Solari, dove un anno fa è morto Giacomo Scalmani, 12 anni, investito da un tram mentre tornava a casa in bicicletta. Qui verrà realizzato un progetto nato dal confronto tra quartiere, consiglio di zona e associazioni: bassa velocità per le auto, alberi, stazioni del bike sharing. E una corsia preferenziale per la quale Atm sta ultimando i lavori di progettazione definitiva. A queste prime sei isole ambientali se ne aggiungeranno altre (dalla Milano romana delle Cinque vie a piazzale Accursio), già annunciate ma ancora da finanziare. Per quanto riguarda il centro, resta valida l’intenzione di imporre il divieto dei 30 all’ora in tutta la cerchia dei Bastioni, ma si procederà per gradi e si valuterà caso per caso.
Commento: Ma con tutte le cose urgenti e importanti, questi vanno a buttare via 3 milioni di Euro per creare dossi e rallentamenti? Come se di ingorghi non ce ne fossero gia' abbastanza! Se avessero veramente a cuore la sicurezza stradale quei soldi li utilizzerebbero per eliminare il pavet inutile e le rotaie del tram inutilizzate, assolutamente pericolosissimi per tutti coloro che si spostano sulle strade, specie ciclisti e motociclisti. E poi ci sarebbe la segnaletica orizzontale, in gran parte cancellata, il manto stradale a gruviera etc... Ma le zone 30 sono piu' chic...! Povera Milano! Povara Milano!
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