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caos anche nella stazione di Lissone sulla linea Milano – Chiasso - Albairate
Trenord, terza giornata di disagi
A Corbetta i pendolari occupano i binari
Ritardi da 10 a 75 minuti. Ad aggravare la situazione, anche un guasto fra le stazioni di Milano Certosa e Centrale

Articolo del: 12/12/2012
Autore: Giovanna Maria Fagnani

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MILANO - Il treno delle 7.37 non soltanto è arrivato in ritardo, ma essendo composto da sole tre carrozze in pieno orario di punta era già strapieno, tanto da rendere impossibile salire. Allora un gruppo di pendolari esasperati ha occupato i binari. Il blocco, che è durato pochi minuti, è avvenuto a Corbetta, sulla linea Milano – Novara S6. Altri pendolari hanno chiesto ai «compagni di viaggio» di lasciar ripartire il treno. «Siamo andati dai macchinisti per chiedere l'ennesima spiegazione e nel frattempo alcune persone si sono messe sui binari – racconta una viaggiatrice. - E' durato poco, in quanto altra gente ha iniziato a dire di togliersi da lì per evitare altri ritardi. Nel frattempo i macchinisti ci rassicuravano sul fatto che avrebbero fatto fermare tutti i treni successivi, cosa che però non è successa perché il treno successivo in arrivo da Biella è passato senza fermarsi. Alle 8.05 circa è arrivato un altro convoglio e su questo siamo riusciti a salire tutti».

DISAGI – Anche mercoledì mattina sono proseguiti i disagi sulle linee lombarde, con ritardi da 10 a 75 minuti. Ad aggravare la situazione, anche un guasto fra le stazioni di Milano Certosa e Centrale. Caos anche nella stazione di Lissone sulla linea Milano – Chiasso - Albairate, dove i treni arrivavano così pieni da non permettere la salita. Il comitato pendolari della Milano – Novara ha indetto una riunione urgente per mercoledì alle 18.30 nella sala d'attesa della stazione di Vittuone. Sugli schermi nelle stazioni scorrono scritte che spiegano che i turni del personale per la giornata sono stati fissati. Ma i viaggiatori non si fidano: «Fa sperare, ma domattina? I prossimi giorni dovrebbe nevicare, figuriamoci. Come pendolari non abbiamo tregua».

20 SOPPRESSI, 350 CIRCOLANTI - Secondo quanto riferito da Trenord, nella fascia di punta, dalle 7 alle 9 di mercoledì, ci sono state una ventina di soppressioni, ma l’azienda sta prendendo provvedimenti che danno in parte risultati. «Questa mattina, da inizio servizio alle ore 10, hanno circolato in Lombardia 350 treni. Di questi, 250 sono stati quelli garantiti nella fascia di punta dei pendolari, dalle 7 alle 9. Il 55% dei treni circolanti è arrivato con un ritardo contenuto entro i 5 minuti. Le restanti corse hanno viaggiato con un ritardo medio di 20 minuti», si legge nella nota di Trenord. Secondo l'azienda, quindi, i disagi proseguono ma sarebbero in via di soluzione.

LE SCUSE - Il consiglio di amministrazione di Trenord, riunitosi mercoledì mattina nella sede della società di piazzale Cadorna a Milano, ha preso atto dell'amministratore delegato Giuseppe Biesuz, da martedì agli arresti domiciliari. Il Consiglio, si legge in una nota, «ha nominato una task force per risolvere nel più breve tempo possibile i problemi di gestione del software di programmazione dei turni del personale che hanno creato gravi criticità ai viaggiatori in questi ultimi giorni. I risultati del lavoro vengono costantemente monitorati dall'ingegnere Vincenzo Soprano, presidente di Trenord, che terrà informato il Consiglio. Nel rinnovare le scuse ai passeggeri per i gravissimi disagi subiti, il Consiglio ha deliberato di costituire un team specifico e di avviare una immediata indagine interna per verificare eventuali responsabilità dei disservizi e di prendere gli opportuni provvedimenti».

Commento: Naturalmente, alla luce di tutto ciò, non si può ancora una volta far notare come sia demenziale e infantile prendersela con chi viene a Milano con l'automobile. Gente che viene a Milano per lavorare e per creare ricchezza, non certo per andare a prendersi un drink.
Un'amministrazione comunale seria dovrebbe comprendere che quello che deve fare non è perciò certo creare intralci e ostacoli a chi viene a Milano con un mezzo privato, ma al contrario lavorare in tutti i sensi per migliorare le alternartive, e fintanto queste non arrivano a soddisfare la domanda, rendere più agevole l'utilizzo di quello che in molti casi rappresenta l'unica opzione, ovvero del mezzo privato.
Quando eventualmente, fra 5-10 anni, i mezzi pubblici offerti ai pendolari saranno all'altezza, si potrà (eventualmente!) pensare a disincentivare l'utilizzo del mezzo privato ove esso, come credo, non verrà già utilizzato molto meno, visto il prezzo in continua salita dei carburanti.
Ma purtroppo serietà e ragionevolezza sono doti di cui l'amministrazione comunale milanese è completamente priva.


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