| Ecopass, ecco il piano della Moratti Spunta anche il ticket sui motorini
Articolo del: 11/09/2008 Autore: Thomas MacKinson
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MILANO 11/09/2008 - Non ha funzionato. Lo dicono i dati. «Estendiamolo », dice il sindaco Moratti. E si scatena la bufera. La Provincia, intesa come Filippo Penati, rimanda al mittente ogni ipotesi di collaborazione per portare il pedaggio oltre i confini di Milano e sul terreno d e ll ’ hinterland. Anche i sindaci sono contro. Così non resta che correre ai ripari trovando un escamotage che salvi il provvedimento- bandiera dell’era Moratti sul fronte dell’ambiente.
I CONTI NON TORNANO
Così la palla rimbalza dentro palazzo Marino dove i tecnici sono incaricati di rimettere dritto un sistema nato storto: la fluidificazione del traffico c’è stata ma i risultati sul fronte del Pm10 e degli incassi sono clamorosamente sotto le aspettative. In sette mesi il Comune ha incassato 8 milioni di euro contro i 24 previsti per l´intera sperimentazione (12 mesi). Come ripianare? Quattro ipotesi allo studio.
TECNICI AL LAVORO
La prima: lasciare le cose come stanno, aggiungendo alla lista dei veicoli tassati anche le moto più inquinanti. La seconda: confermare le regole attuali ritoccando però le tariffe. La terza: iniziare a tassare anche auto oggi esentate, come i motori a benzina Euro 3 e soprattutto i diesel Euro 4 senza il filtro antiparticolato. La quarta: estendere l´area a pagamento alla circonvallazione della 90-91. Se le prime tre sono di facile realizzazione, almeno dal punto di vista tecnico, la quarta impone una corposa pianificazione, che è impossibile fare in pochi mesi, e un investimento tutto da trovare. La soluzione più probabile dunque potrebbe essere quella di iniziare facendo cassa, estendendo i paganti, per poi passare all´estensione della zona.
QUALE REFERENDUM?
È l’altro nodo da sciogliere. Il sindaco aveva più volte annunciato che prima o poi sarebbero stati i cittadini a dire la loro decretando se tenere Ecopass o accantonarlo a fine sperimentazione. Bene, questa disposizione alla consultazione popolare sembra in declino. Gli uffici del Comune hanno ricevuto l’incarico di studiare una forma di consultazione diversa. Non è escluso nulla, dalle domande a campione a questionari inviati a casa. E il problema dei risultati si ripone: chi controlla?
Commento: Insomma, l' obiettivo è in effetti uno solo: arraffare quanti più soldi possibili!
E se è vero che il Comune pensa di chiedere il parere dei cittadini attaverso questionari a campioni di cittadini, la cialtronaggine dei nostri amministratori supera ogni limite! Si vede che si sono accorti che la gente è stufa, e voterebbe no ad un eventuale referundum, e perciò il referendum è meglio evitarlo.
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