| Parcheggi, si riparte da zero: un nuovo piano del Comune L'assessore De Cesaris chiude con l'eredità Albertini: "Basta con scelte sconsiderate". I punti cardine del progetto: l'effettiva necessità di posti, l'impatto sui cittadini, la tutela archeologica, ambientale e architettonica
Articolo del: 29/03/2013 Autore: ALESSIA GALLIONE
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Finora hanno gestito il passato. Arrivando a cancellare i progetti più contestati tra i 240 indirizzi (di questi 114 erano in sospeso) ereditati: le «ferite della città», furono definite. Ma adesso, dopo aver blindato la congestion charge e approvato il documento che detta le linee guida della futura mobilità (sostenibile) di Milano, la giunta Pisapia apre ufficialmente un altro capitolo legato al traffico. E inaugura il percorso che, dopo otto anni dall’ultimo disegno generale di Gabriele Albertini, dovrà portare Palazzo Marino a scrivere il nuovo Piano urbano dei parcheggi. Un passaggio che la vicesindaco Ada Lucia De Cesaris definisce «necessario» proprio «in considerazione delle numerose criticità dovute alle sconsiderate scelte del piano precedente, del mutato contesto urbanistico e dell’introduzione di Area C».
Nella Milano che vuole puntare a ridurre le auto, insomma, bisogna cambiare anche la politica dei posteggi. Con nuovi punti fermi scanditi da De Cesaris: «L’effettiva necessità di parcheggi, l’elevato impatto sociale che la loro costruzione ha sulla vita dei cittadini, un’attenta tutela archeologica, ambientale e architettonica». Mai più ferite. È stata la giunta a dare il via a un iter che durerà almeno un anno. Perché prima di scrivere il nuovo piano Palazzo Marino dovrà fotografare la realtà. Partirà da quella che, in gergo tecnico, si chiama “valutazione di impatto strategico”: uno studio per misurare i flussi di traffico e il bisogno di posti auto, capire se i posteggi esistenti funzionino, se ne servano altri e dove, e se sarà necessario rivedere anche le tariffe.
«L’obiettivo - spiega il vicesindaco, che nell’ultimo rimpasto ha ricevuto una delega ad hoc - è fare ordine. Vediamo cosa ci serva realmente, se andare avanti con procedimenti decennali che, magari, si sono rivelati un rischio per il territorio e se ci sia la necessità di nuove localizzazioni». Sono due procedimenti che proseguiranno in parallelo: da una parte l’analisi del “vecchio” che continua, dall’altra il disegno del “nuovo”. Nella città che ha acceso le telecamere a guardia dei Bastioni finora sono finiti sotto osservazione soprattutto i posti a rotazione in centro. In totale, in tutta la città, sono stati depennati 42 progetti: su alcuni pendeva il parere negativo della Sovrintendenza (da piazza Fontana a via Zecca Vecchia), su altri valutazioni contrarie in termini di impatto sul traffico (via Washington); per un’ultima categoria (come piazza Bernini) i concessionari erano inadempienti.
È da qui che si riparte. Con una revisione che, dice ancora De Cesaris, terrà conto della «linea politica dell’amministrazione che vuole ridurre il traffico». Si dovrà capire, in pratica «cosa sarà compatibile e coerente con Area C», quali siano i punti strategici «per favorire l’uso dei mezzi pubblici»; e, per i silos residenziali, servirà un confronto «con i consigli di Zona e gli abitanti».
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