Articolo del: 09/05/2013 Autore: Michele Focarete
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Questa volta il pirata della strada è un ciclista. Di quelli che non si fermano mai, neanche quando scatta il semaforo rosso. Come ha fatto uno sconosciuto martedì mattina, investendo una donna di 31 anni, mandandola all'ospedale in gravi condizioni. La vittima ha battuto violentemente la testa sull'asfalto e la prognosi, fino a tarda sera, era riservata. Dell'investitore, invece, si sono perse le tracce, anche se alcuni testimoni lo hanno visto e descritto agli agenti della polizia locale e qualche telecamera potrebbe aver ripreso il momento dell'impatto. Nella statistica degli incidenti, a memoria degli investigatori municipali, sarebbe il primo caso in cui un ciclista, dopo aver investito un pedone, sia scappato.
L'episodio è avvenuto poco prima delle 9, in via Comasina, all'incrocio con via Merloni. Per Giovanna (nome di fantasia), che abita non lontano da viale Jenner, il semaforo è verde. Scende dal marciapiede, fa un paio di passi sulle strisce pedonali quando, all'improvviso, viene centrata in pieno da un uomo in sella ad una city bike. La donna perde l'equilibrio e cade per terra. Batte la schiena e la testa. Alcuni passanti assistono alla scena e gridano al ciclista di fermarsi, di chiamare i soccorsi, l'ambulanza. Lui per un attimo si ferma, estrae dalla tasca un telefonino e finge di parlare con qualcuno. Quindi risalta di colpo in sella e spinge sui pedali dandosi alla fuga. Saranno allora i passanti a lanciare l'allarme e a prestare le prime cure alla poverina, semicosciente. Sul posto, oltre ai sanitari del 118, arrivano un paio di equipaggi della polizia locale. Gli agenti raccolgono diverse testimonianze ed eseguono i rilievi di prassi. Quindi provvedono a ritirare alcuni filmati delle telecamere, nella speranza vi sia qualche spezzone che faccia vedere i particolari dell'incidente e, soprattutto, mostrino il volto o un dettaglio importante del ciclista «pirata».
La donna è stata portata all'ospedale Niguarda in gravi condizioni. Mercoledì è stata trasferita nel reparto di Neurochirurgia del San Raffaele: le sue condizioni sono «stabili»; la prognosi resta riservata. Continua intanto la caccia all'uomo. Chi lo ha visto, lo descrive come un italiano di circa 35, 40 anni. Anche la bicicletta, che dovrebbe aver subito dei danni, è tipo mountain bike. L'investitore non dovrebbe abitare lontano dal luogo dell'impatto: con la bicicletta, in genere, ci si muove in zona. «Ma - come dicono gli agenti - rintracciarlo non sarà una cosa semplice». La bici in fondo non ha una targa e i modelli e le marche sono tra i più disparati.
Di certo, l'incidente di martedì mattina ha creato non poche polemiche. Qualcuno ha puntato l'indice contro i ciclisti indisciplinati con «diritto» di andare dove e come vogliono, anche sui marciapiedi e contromano, a dispetto di un Codice della strada che riguarda anche loro, ma che si è persa l'abitudine di farlo rispettare. C'è, invece, chi si lamenta e parla di «accanimento» contro le due ruote che non hanno spazio e rischiano sempre di essere travolti nel traffico cittadino. Il Codice della strada, comunque, dedica quattro articoli (articoli 50, 68, 183, 377) ai «velocipedi». I due più importanti sono: i ciclisti devono procedere su un'unica fila e mai affiancati in numero superiore a due; devono condurre il veicolo a mano quando, per le condizioni della circolazione, siano di intralcio o di pericolo per i pedoni.
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