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Rio de Janeiro, il silos si fa "Troppo costoso revocarlo"
Lavori da ottobre. Comitati in rivolta: ricorso al Tar

Articolo del: 20/06/2013
Autore: Giambattista Anastasio

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Milano, 19 giugno 2013 - Poco meno di un anno fa - era l’11 luglio del 2012 - l’allora assessore comunale ai Lavori pubblici, Lucia Castellano, nell’annunciare lo stralcio di largo Gavirate e piazzale Bacone dal piano dei parcheggi sotterranei varato dalle precedenti Giunte di centrodestra, faceva sapere che gli uffici di Palazzo Marino erano nel frattempo al lavoro per capire se fosse possibile revocare anche il silos di largo Rio de Janeiro. Altro progetto contestato, questo. La prima raccolta firme dei residenti contrari ai box risale addirittura al 1989, quando l’impresa «So.in.so» si aggiudicò l’appalto. E la sottoscrissero in 3 mila. I lavori però non partirono. Nell’aprile del 1990 la Regione decise infatti di sottoporre l’area a vincolo paesaggistico. Seguirono anni di contenziosi. I lavori iniziarono solo nel 2007 quando la «Cooperativa Città Studi Nuova», appartenente alla galassia della «So.in.so», firmò la convenzione col Comune.

Tutto apposto? Macché. Altre denunce e altri ricorsi fecero di quella firma l’ennesima falsa partenza. E ancora oggi dietro la recinzione del cantiere non si vede altro che una buca e sterpaglie. Ma da sette giorni a questa parte i residenti del comitato contro il parcheggio hanno assistito ad un rianimarsi di attività e persone intorno a quel deserto di scavi ed erbacce. E tanto è bastato per metterli in allarme. «Pochi giorni fa — spiega Edvige Cambiaghi, una delle portavoci del comitato — abbiamo notato nuovi prefabbricati all’interno del cantiere e nuovi teloni sulla recinzione esterna che riportano il disegno di quella che sarà la piazza una volta finiti i lavori: il Comune ha forse deciso di realizzare il parcheggio?».

Già, è proprio così. Il tempo delle verifiche è finito. In piazza Scala il dado è tratto. «Impossibile revocarlo, il parcheggio si farà» dice, perentoria, Lucia De Cesaris. «La Giunta — spiega la vicesindaco — non si può assumere la responsabilità di bloccare il progetto: i costi di una simile decisione sarebbero esorbitanti considerata la situazione del nostro Bilancio e il 30% dei box è già stato prenotato». Oltre alle penali Palazzo Marino dovrebbe risarcire i costruttori anche dei ricavi attesi dalla vendita e del noleggio dei 266 posti auto previsti lungo i tre piani del silos. «Ma — fa sapere la De Cesaris — abbiamo imposto ai costruttori (la Prassicom ndr) di iniziare i lavori entro fine ottobre e terminarli per l’inizio del 2015». Il comitato però non ci sta: «Ipotecheremo le nostre pensioni per ricorrere al Tar» dice Cambiaghi. Ed è già partita una nuova petizione.

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