| MEZZI PUBBLICI A MILANO Tariffe Atm, il caro biglietto colpisce gli over 65 Aumentano tutti gli abbonamenti. L'assessore Maran:«Milano resta la città con il costo dell'abbonamento più basso d'Italia»
Articolo del: 03/08/2013
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Alla fine, ecco l'aumento annunciato. La giunta Pisapia ha varato «all'unanimità» il ritocco degli abbonamenti dell'Atm che partirà a settembre: da 30 a 35 euro il mensile, da 300 a 330 l'annuale. L'assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran può dire che «Milano resta la città con il costo dell'abbonamento ai mezzi pubblici più basso d'Italia». GLI AUMENTI - Ma la coperta è corta e per far tornare i conti del bilancio comunale (l'ipotesi iniziale era di alzare l'abbonamento a 36 o addirittura 38 euro) si colpiscono giovani e meno giovani: gli under 26, che pagavano 17 il mensile e 170 l'annuale, sborseranno ora rispettivamente 22 e 200. (GUARDA) Va ancora peggio per gli over 65 che oggi avevano un'esenzione totale sotto i 16 mila euro di Isee e che, per il resto spendevano 16 euro per il mensile e 170 per l'annuale: le due nuove fasce prevedono 22 e 200 euro per chi presenta l'Isee tra 16 mila e 20 mila euro; 30 euro al mese e 300 di annuale, invece, per gli ultra-sessantacinquenni con l'Isee che supera i 20 mila euro. Infine, il carnet "2x6" sale da 8,40 euro a 10 euro tonde.
BIGLIETTO SINGOLO - La manovra complessivamente (che per gli abbonamenti vale 140 milioni di euro all'anno) porterà un maggiore introito di 33,5 milioni di euro. A questi si aggiungeranno i 20 milioni che entreranno in cassa se dal primo gennaio 2014 aumenterà anche il biglietto singolo: da 1,50 a 1,70. E l'ipotesi di un secondo rincaro del ticket in trenta mesi verrà scongiurata solo nel remotissimo caso in cui lo Stato e la Regione rinunceranno ai tagli ai contributi imposti finora. La giunta che venerdì i ha varato la manovra non ha però definito la parte sull'adeguamento delle tariffe (dai servizi cimiteriali alle rette per asili, mense, strutture sportive): «Lo faremo a settembre», annuncia Pisapia.
I CONTI - Ripartiamo da capo. Il sindaco ha fatto il punto della situazione partendo da un documento dei revisori dei conti datato 31 luglio, nel quale emerge lo squilibrio di 64 milioni di euro (ben lontano dai 487 di inizio anno). La proposta è, tra l'altro, di ridurre ulteriormente la spesa, adeguare le tariffe dei servizi, varare una ulteriore variazione dell'Imu per la prima casa ed eliminare la soglia di esenzione per l'Irpef. Su questo Pisapia è categorico: «L'esenzione dell'Irpef resterà e la difenderemo con tutte le nostre forze.
LA LINEA DEL SINDACO - Per il resto, stiamo facendo tutti gli sforzi possibile e continueremo a farli, ma continueremo a premere sul Governo perché non è accettabile che le difficoltà finanziarie finiscano sulle spalle dei sindaci e che i Comuni vengano messi in ginocchio». Venerdì Pisapia ha dato la linea: «In giunta abbiamo sospeso tutte le spese di investimenti e continuiamo a fare soltanto quelle che servono per servizi destinati alle fasce deboli. Tutti gli interventi di restauro di beni pubblici, di sovvenzioni ai teatri come il Lirico e il Litta, di sistemazione delle buche sono necessari: ma, finché non avremo chiarezza sulle scelte del Governo, passano in secondo piano rispetto alle risposte che si attendono da noi i soggetti bisognosi».
«PREZZO PIU' BASSO» - Infine, le spiegazioni dell'assessore Maran, che fino all'ultimo si era opposto all'aumento degli abbonamenti e che ha dovuto accettare la decisione della giunta: «È chiaro che avremmo preferito non toccarli, ma restiamo la città che offre il servizio più ampio al prezzo più basso e abbiamo fatto la scelta che continua ad incentivare l'utente ad usare i mezzi pubblici».
Commento: Questa giunta di incompetenti (perfino imbarazzante per una città di grandi tradizioni come Milano) dimostra ad ogni occasione come l'unico criterio alla base delle sue scelte sia solo e unicamente un'insaziabile e vorace fame di denaro. Denaro evidentemente da sprecare in mille cose inutili, visto che la città non è mai stata maltenuta come è ora. La difesa per l'ambiente e il Leitmotiv di disincentivare l'auto sono solo uno specchietto per le allodole, ovvero per i fessi che ci cascano. E si sa, i fessi sono tanti... In realtà, per la giunta Pisapia chi a Milano deve usare l'auto è il pollo perfetto da spennare. Da una parte, infatti, ai radical chic danarosi, gruppo cui i membri della giunta appartengono, la sosta a pagamento e l'Area C (e anche qualche saltuaria multa) fanno un baffo, dall'altra le truppe cammellate dei nemici viscerali dell'auto perché l'auto non se la possono permettere (l'altro bacino elettorale di Pisapia & C.) godono ogni volta che vedono assecondata la loro invidia livorosa verso chi l'auto la usa. L'automobilista è il bancomat perfetto e politically correct! E' perciò importante che tanti continuino ad andare in giro in auto. L'aumento dei biglietti e degli abbonamenti va in questo senso. Infatti fa in modo che più gente torni a trovare conveniente l'uso del mezzo privato in luogo di quello pubblico. Peraltro un aumento dei mezzi permette di aumentare contemporaneamente sosta e altro, senza che l'equilibrio fra auto e mezzi pubblici venga alterato.
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