| Il verbale dell'incontro tra gli assessori. I Verdi: è una vergogna Comune diviso, niente piste ciclabili in centro «Tolgono posti auto». Bloccato il tratto Duomo-Porta Nuova, a rischio 6 percorsi. Legambiente: pochi gli spazi per le biciclette
Articolo del: 22/09/2008 Autore: Maurizio Giannattasio
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Piste ciclabili a rischio. Quelle del centro storico. Bloccato, fino a nuovo ordine, il tratto che va dal Duomo a Porta Nuova. Sotto esame altre sei piste: Duomo-Porta Monforte, Duomo-Porta Romana, Duomo-Porta Ticinese, Castello Porta Ticinese, Duomo-Porta Sempione. Tutte in fase progettuale avanzata e soprattutto, finanziate. Il motivo? La creazione di piste ciclabili sottrae posti alle auto in sosta. La denuncia arriva dal Verde, Enrico Fedrighini e trova supporto in un verbale di una riunione di pochi giorni fa a Palazzo Marino. «Dopo una breve presentazione da parte dell'assessore Bruno Simini scrive il verbalizzante - circa il tracciato del progetto definitivo relativo all'itinerario ciclabile Duomo-Porta Nuova, gli assessori e i loro delegati hanno deciso che le attività progettuali resteranno definitivamente sospese fino a nuova convocazione... Tale ripercussione potrebbe ripercuotersi sulle conclusione del progetto entro i tempi utili per il finanziamento mediante il mutuo di fine ottobre». Altrimenti detto: lo stop rischia di far perdere il finanziamento. Adesso, si aspetta la nuova convocazione da parte dell'assessore Edoardo Croci. I tempi sono ristrettissimi. Ma a sorprendere «politicamente » sono le motivazioni per cui si è arrivati al «congelamento » di progetti inseriti come prioritari nel piano delle opere, approvati dall'aula e in una fase molto avanzata di progettazione. «Le criticità ad oggi irrisolte continua il verbalizzante sono: la volontà politica di pedonalizzare via Brera e l'opportunità di eliminare parcheggi in via Verdi a favore della pista ciclabile».
«Lasciamo da parte la volontà politica su via Brera - attacca Fedrighini - il vero scandalo è che si decida di cambiare rotta rispetto al programma elettorale della Moratti sulla mobilità sostenibile solo perché si vanno a togliere i parcheggi alle auto. È bene che i milanesi sappiano che il partito delle auto sta tornando alla grande. Lo ha fatto riaprendo la vicenda dei parcheggi bocciati e lo sta rifacendo con lo stop alle piste ciclabili. Alla faccia del Pm 10 e dell'inquinamento». Fedrighini chiede un intervento diretto della Moratti: «Il sindaco deve dire da che parte sta». E se per Duomo-Porta Nuova si è arrivati a uno stop formale, per le altre tratte prossime al bando di gara, la situazione è grigia: «Da ultimo conclude il verbalizzante della riunione - si è registrata la necessità di valutare da parte degli assessori l'eventuale sospensione delle gare di prossima pubblicazione circa la progettazione degli altri percorsi ciclabili che inevitabilmente sopprimeranno posti auto nelle vie attraversate».
L'elenco è quello citato prima. Per quasi tutte le nuove corsie si è arrivati al progetto definitivo, ossia, lo step precedente al bando di gara. Ironia del destino, il «congelamento » delle piste ciclabili arriva proprio nel giorno in cui nel mondo si festeggia la «giornata libera dalle auto» e Legambiente stila la classifica «ecologica» delle città lombarde. Milano guadagna posti. Quarta in classifica. Il motivo del balzo in avanti? Essenzialmente per Ecopass. «Anche se - fa notare Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - spazi e servizi per i ciclisti sono ancora insoddisfacenti, come testimonia il dato di 1,6 metri quadrati per abitante di corsie ciclabili». Anche perché l'uso delle due ruote riguarda un milanese su dieci. E ogni giorno in città si contano oltre 132 mila spostamenti in bici e almeno 20 mila milanesi utilizzano le due ruote per lavoro e 4000 per studio. Non solo: secondo i dati elaborati dall'Atm e dall'Agenzia per la Mobilità il 10 per cento degli ingressi in centro avviene in bicicletta. Proprio quel centro storico che adesso sembra dire no alle due ruote.
Commento: All' estero, dove le piste ciclabili sono una cosa seria, esse non vanno a scapito della circolazione automobilistica, in quanto si sviluppano in lunghezza, non in larghezza. Qui da noi, al contrario, gli obiettivi perseguiti, quando si progettano piste ciclabili, sembrano soprattutto quello di permettere ai politici di pavoneggiarsi in tv e sui giornali, e, dalle apparenze, quello di far guadagnare il più possibile le ditte appaltatrici. Le piste ciclabili risultano perciò essere delle vere e proprie autostrade, delimitate da porzioni aggiuntive di marciapiede, così da togliere una o più corsie alla strada. Possibilmente con inizio e fine a caso e magari anche abbellite da fondi impraticabili, quale ghiaietta o fango. (Non ci credete? Andate a visitare la nostra fotogallery!) Di piste ciclabili di questa specie, meno se ne fanno meglio è!
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