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Il passante di Milano: una eccellenza, segnaletica a parte. Lettera aperta all'assessore Maran

Articolo del: 21/01/2014
Autore: Paolo Maggioni

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Visto che due delle mie prinicpali passioni, Inter e Piddì, sono al centro della cronaca per fatti non esattamente edificanti, mi dedico ad un'altra operazione. La lettera aperta (roba che nemmeno Andrea Barbato) all'assessore alla mobilità del Comune di Milano Pierfrancesco Maran, su un tema che mi sta a cuore, il passante ferroviario. Una vera eccellenza con una sola pecca, la segnaletica e le indicazioni. Voilà.
"Caro Assessore,
non sono del partito di quelli che va tutto male e che si stava meglio quando si stava peggio, anzi. Sono uno di quelli che per ragioni professionali (girare l'Italia e la Lombardia per raccontare la giornata, via radio, dentro Caterpillar) ha cominciato ad amare e a scoprire anche il Passante, e che in tutta franchezza lo considerano una eccellenza assoluta. Tredici minuti da Rho fiera a Garibaldi! Altrettanti tra Domodossola e Affori. Poco di più per raggiungere posti lontani (col passante son stato perfino a Lomazzo a raccontare gli spazzini spaziali, ma è un'altra storia). Tutto bellissimo, perfino la pulizia degli interni, una vera quarta linea del metro', ma con una sola pecca. Il passante risulta troppo interno, troppo da addetti ai lavori, troppo da habitué. Se non sei pendolare, o perfettamente conscio della geografia e dell'idrografia della nostra bella Lombardia -con un cielo bellissimo, quando è bello, tra l'altro-, il viaggiatore estemporaneo ci perde la trebisonda. Devo fare poche fermate dentro Milano, pochi minuti di viaggio e diamine, confondersi tra Treviglio, Lentate, Camnago, Seveso e Caronno (solo alcune delle direzioni indicate ai binari) diventa facilissimo, con il rischio di perdere tutti i vantaggi guadagnati con un viaggio breve e veloce.
Insomma, un po' di tolleranza per noi giovani storditi! So che non tocca a te (deve essere roba di Trenord ma mi sembri giovane e attento), ma perché non mettiamo in piedi una bella campagna sul passante, magari in previsione di Expo, raccontandone i pregi e facilitando anche le indicazioni, nelle stazioni e in rete? Pensa che oggi, al Macef, ho dovuto spiegare a un designer giapponese la strada giusta per garibaldi. Spero non l'abbiano recuperato a Novara in preda a qualche delirio: una scena che durante Expo non possiamo permetterci. Lo dico tra milanesi orgogliosi di fare bella figura. Pensaci: sono a completa disposizione e naturalmente aggratis, come dicono quelli che la sanno. Continueremo a sbagliare fermata, ma senza più scuse.
Buone cose
Paolo Maggioni"

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