| Tunnel al Portello, spesi altri 11 milioni «La galleria sarà pronta a fine anno» Comune e Mm hanno chiuso il contenzioso con l’impresa Salini. La nuova infrastruttura (in ritardo) costerà 80 mila euro al metro
Articolo del: 31/01/2014
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La spesa in fondo al tunnel: 80 mila euro al metro. I lavori erano fermi da sei mesi, neppure un operaio nell’imbuto di via Gattamelata in attesa che il Tribunale mettesse fine al contenzioso legale. La transazione economica adesso è chiusa e l’Impresa Claudio Salini spa (Ics) può riattaccare le lavorazioni tra i palazzi del nuovo Portello. Per completare quest’opera infinita non sono bastati gli oltre 106 milioni già versati da Stato, Regione e Comune: il sindaco Giuliano Pisapia è stato costretto a sottrarre altri 11,296 milioni di euro al fragile bilancio di Palazzo Marino pur di sanare i rapporti con la ditta e concludere il più imponente disastro urbanistico della Milano recente.
Il tunnel sarà pronto in 10 mesi. Nemmeno fosse il Ponte sullo Stretto: quasi 120 milioni di euro per una strada da un chilometro e mezzo che nasce in viale De Gasperi, infila un enorme cappotto di cemento (970 metri) e sbuca su una stradina di quartiere. Nei documenti resiste la definizione originaria di«nuovo asse di viabilità primaria in sotterraneo» costruito per raccogliere il traffico dell’autostrada a Nord e accompagnare le auto al cuore fieristico della città. In realtà, quattordici anni di trasformazioni hanno reso quest’infrastruttura superflua e problematica. Contraddizione più eclatante: il business della Fiera è stato in larga parte trasferito al polo di Rho-Pero. L’assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran è stato più che esplicito: «Il tunnel ha perso da tempo qualsiasi utilità, ma non è mai stato fermato da nessuno. Centinaia di milioni potevano essere sfruttati meglio».
Il progetto di riqualificazione del Portello risale agli anni Novanta: il parco c’è, case e uffici anche. Il tunnel appare nell’accordo di programma del 2000, il bando arriva nel 2005 (ex giunta Albertini), Letizia Moratti ha confermato l’impegno e il governo Berlusconi ha fatto la sua parte (un assegno da 24 milioni staccato nel 2009) per finanziare il corridoio di cemento. Negli anni il bilancio dell’opera si è gonfiato da 62 a oltre 106 milioni di euro. Le bonifiche hanno fatto ulteriormente lievitare i costi. Il cantiere ha accumulato ritardi su ritardi. Il contenzioso, ultima beffa, rischiava di regalare a Milano un mostro incompiuto. La luce in fondo al tunnel (ci) è costata altri 11 milioni.
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