| Car sharing, bocciata la Bmw «Aprite l’ingresso anche alle Ztl» Cinque gli operatori autorizzati. A maggio debutta Twist. I Genitori antismog: così aumenta il traffico
Articolo del: 02/02/2014 Autore: Armando Stella
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La corsa di DriveNow finisce qui. Il Comune ha respinto il progetto di car sharing presentato da Bmw perché «non garantiva tutti i requisiti dell’avviso pubblico»: il dossier della casa automobilistica tedesca circoscriveva il noleggio al centro di Milano (anziché coprire 120 chilometri di città) e prevedeva l’attivazione del sistema a fine anno (la scadenza era fissata al primo maggio). La flotta delle auto condivise rinuncerà alla quota Mini. Restano quattro, al momento, i servizi già disponibili: l’offerta «tradizionale» di Atm-Guidami e Trenord-eVai (con prelievo e sosta in parcheggi prestabiliti) e i modelli «flessibili» di Car2go ed Enjoy (posteggio libero su strisce gialle e blu). Il quinto concessionario, il marchio milanese Twist, è stato autorizzato venerdì e debutterà a maggio con le prime cento Volkswagen «Up!».
Erano poco più di cinquemila, spartiti tra Atm e Trenord, gli iscritti ai servizi di car sharing. L’accelerazione è arrivata a luglio, quando il Comune ha aperto il mercato alla concorrenza dei privati. Parola chiave: liberalizzazione. Sei mesi dopo sono circa 1.300 le vetture sulle strade e almeno centomila gli abbonati: «Milano è ormai la capitale italiana dello sharing e sta proseguendo nella svolta verso una mobilità sempre più sostenibile in vista di Expo», sottolinea l’assessore a Traffico e Ambiente Pierfrancesco Maran. Il bando sperimentale si è chiuso il 31 dicembre, ma a Palazzo Marino già si ragiona sulla possibilità di proporre una seconda gara pubblica. Ma questa è l’evoluzione di lungo periodo. Nel breve saranno introdotte alcune sostanziali modifiche alle regole.
Ora che il quadro delle imprese è completo inizierà la fase di «monitoraggio e miglioramento» del servizio. Prima novità: gli uffici di piazza Beccaria stanno preparando la documentazione che aprirà al car sharing alcune Zone a traffico limitato residenziali (leggi: Garibaldi, Sarpi, Navigli e Arco della Pace). Se concessione sarà, come pare, il Comune dovrà assorbire le annunciatissime proteste dei tassisti. Seconda innovazione: il lancio di un’applicazione online integrata (ancora da studiare) che riunisca le piattaforme di car sharing e includa bike sharing e mezzi Atm. Ma nelle prossime settimane l’assessore Maran incontrerà gli operatori per discutere anche dei «punti di debolezza» del sistema: dai danneggiamenti ai furti, alla distribuzione disomogenea delle auto tra centro e periferie (Car2g0, per dire, sta studiando un algoritmo che consenta di tracciare le richieste per fasce orarie, incroci i dati sulla posizione delle vetture e permetta una riorganizzazione in tempo reale della flotta).
Intanto, dalla galassia ecologista emergono le prime riserve sull’efficacia del car sharing come strumento per ridurre traffico e inquinamento. I Genitori antismog hanno spedito una lunga lettera all’assessore Maran per chiedere di correggere quegli errori che rischiano di «ingenerare meccanismi distorsivi negativi o impatti controproducenti». L’associazione chiede di bandire i motori diesel, premiare solo i veicoli «puliti», far pagare Area C agli utenti, vietare le Ztl, chiudere le corsie riservate e riservare la priorità d’investimento alla rete di trasporto pubblico.
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