Articolo del: 28/01/2014 Autore: E.B.
Vai all' articolo originale
A Milano, il 1° marzo 2014 verranno accesi sette nuovi autovelox fissi: in via dei Missaglia (tra via Manduria e piazza Abbiategrasso), viale Famagosta, via Chiesa Rossa (dal confine comunale a via Gratosoglio), via Parri (da via Pertini a via Bisceglie), via Fermi, via Palmanova e infine sul cavalcavia del Ghisallo. Sono tratti urbani di scorrimento col limite di 70 km/h, selezionati dal Comune nella lista di 23 arterie incluse nel decreto prefettizio del 2003. Comunque, nelle tre corsie (con spartitraffico) di via dei Missaglia, in via Chiesa Rossa e in viale Famagosta, il limite è di 50 km/h. Palazzo Marino, già a maggio 2013, per bocca di Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e Coesione Sociale, Polizia locale, aveva annunciato che i nuovi autovelox del 2014 avrebbero "tutelato le utenze deboli della strada: la velocità è uno dei più grandi fattori di rischio incidente, per questo, per la prima volta Milano fa una scelta netta e la città passerà da una postazione fissa per il controllo della velocità a otto, collocate in strade che erano state individuate nel 2003 in condivisione con la Prefettura".
COME NON DETTO - Già nel nostro articolo di qualche giorno fa, l'auspicio era che per questi nuovi autovelox di Milano Palazzo Marino verificasse costantemente la qualità della segnaletica e la precisione dei rilevamenti in automatico: non devono esistere "trappole" di nessun genere, che consentano all'amministrazione di fare cassa sulla pelle degli automobilisti. E invece, come denuncia Maurizio Caprino sul blog Strade sicure, almeno sulla postazione di viale Fermi uscendo in direzione Meda, manca il segnale "autovelox", quello da mettere proprio in corrispondenza dell'apparecchio (sul suo box o sul palo che lo sostiene).
A RISCHIO RICORSO - Attenzione, quel segnale è richiesto dalla legge, da diverse circolari ministeriali, e dalla direttiva Maroni del 14 agosto 2009 (che riassume una dozzina di circolari). Voci attendibili - riporta Caprino - dicono che lo richiederà anche il prossimo decreto ministeriale per disciplinare l'uso dei rilevatori di velocità e la ripartizione dei proventi fra ente accertatore ed ente proprietario della strada, finalmente in dirittura d'arrivo dopo quasi quattro anni dalla legge (la 120/10 di riforma del Codice della strada) che ne prevedeva l'emanazione. Sarà pure una mancanza veniale quella di Palazzo Marino. Ma tant'è: in Italia, è obbligatorio presegnalare e rendere ben visibile ogni postazione di controllo velocità. Perché i conducenti devono essere pronti a poter orientare la propria condotta di guida in modo da evitare possibili infrazioni. "Tutte le segnalazioni - dice la circolare Maroni - dovranno comunque essere collocate in condizioni di sicurezza e in modo da consentirne il tempestivo avvistamento da parte degli utenti in transito e la tutela dell'incolumità degli operatori di polizia". Se questa norma non viene rispettata, il multato può fare ricorso al Giudice di pace, entro 30 giorni dal ricevimento del verbale a casa, con ottime probabilità di vittoria.
CHE BATOSTE! - Comunque sia, tenete presente che, per il superamento dei limiti di velocità di non oltre 10 km/h, la multa è di 41 euro. Verbale di 168 euro per l'eccesso di velocità di oltre 10 ma fino a 40 km/h, più il taglio di tre punti-patente. Eccesso di oltre 40 km/h ma non oltre i 60 km/h? La sanzione è di 527 euro, più la sottrazione di sei punti, oltre alla sanzione accessoria della sospensione della patente da uno a tre mesi (da otto a 18 mesi in caso di recidiva entro il biennio). E per il superamento dei limiti di velocità di oltre 60 km/h, multa di 821 euro, 10 punti, sospensione patente da sei a 12 mesi (in caso di recidiva in un biennio è disposta la revoca della patente). Senza dimenticare di aggiungere un terzo di sanzione per le infrazioni notturne, commesse fra le 22 e le 7. Ma chi ha la patente da meno di tre anni (neopatentati), se commette un'infrazione taglia-punti, subisce un taglio di punteggio doppia.
Commenti |