Articolo del: 03/03/2014
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Stringiamoci alla corte degli Sforza: la diretta tv dei mondiali di calcio sarà proiettata sul maxischermo di piazza Castello. Il palco della «Verdestate», la pista per il tango dei pensionati e i laboratori per i bambini: il campus delle vacanze troverà spazio tra la Porta a vetri di Expo e la Torre del Filarete. Il progetto dell’isola pedonale attorno alla fortezza prende forma nel dossier che il Comune sta studiando con i partner-consulenti di Copenaghen, maestri delle trasformazioni urbanistiche low cost , leggere e reversibili. Nei giorni scorsi sono stati ricevuti a Palazzo Marino gli esperti della Municipalità danese e i collaboratori di Jan Gehl, archistar già ingaggiato da Bloomberg per liberare Times Square. Il progetto per Milano è una sintesi tra il modello newyorkese e alcune esperienze europee, come la sistemazione del Jardin du Luxembourg a Parigi. Immaginate l’anello stradale senza auto, corsie ciclabili, il flusso pedonale al centro, il semaforo (spostato) per regolare le corse dei tram, e poi decine di sedie e di sdraio, un salotto relax arredato a metà della passeggiata tra il Duomo e il parco, accanto alle «piramidi» dell’Info Point in largo Cairoli.
Il primo Maggio di festa, la data evocativa scelta per battezzare l’isola car free di piazza Castello, saranno dodici mesi esatti all’inaugurazione della Cittadella mondiale del cibo. La riqualificazione di uno degli ambiti più suggestivi di Milano è un passaggio simbolico nel percorso di avvicinamento all’Expo. Il titolo del progetto, «Una nuova visione della città», vuole riassumere «l’impronta sostenibile» che porta al 2015: mobilità lenta, vivibilità, basso impatto ambientale. Dice l’assessore Pierfrancesco Maran: «Sperimentiamo nuove soluzioni flessibili. Incontreremo a breve i cittadini di Zona 1 per illustrare i dettagli e affronteremo eventuali proteste di abitanti e commercianti». In numeri: 15.800 metri quadri di isola pedonale. La prima fase, in estate: divieto d’accesso alle auto, deviazione della linea 57 Atm su Foro Buonaparte, un cartellone di manifestazioni per riempire la piazza, verifica finale dei risultati. Il controviale resterà aperto al traffico dei residenti e rimarrà invariato il numero di posteggi sulle strisce gialle, mentre sarà riformato lo snodo di Lanza (con un nuovo senso unico davanti al teatro Strehler). Da risolvere il «nodo» dei pullman turistici: il sistema di arrivi e parcheggi andrà rivisto, nelle prossime settimane Maran incontrerà i rappresentanti dei tour operator e proporrà un capolinea alternativo a Pagano (il parcheggio è sotto utilizzato). La seconda fase partirà in autunno: nuovi arredi e modifiche strutturali alla viabilità.
«È una vera sfida di marketing urbano», sottolinea l’assessore Franco D’Alfonso: «Ribaltiamo l’immagine del Castello - che è una fortezza nata per difendersi da Milano, non per proteggere Milano». Tra le idee per avvicinare il Castello ai milanesi c’è quella di segnalare in via Minghetti un «percorso privilegiato» tra Cadorna (500 mila transiti al giorno) e la porta occidentale del complesso storico: nell’ala Ovest, all’ex Ospedale Spagnolo, sta nascendo il museo dedicato alla Pietà Rondanini di Michelangelo (pronto in autunno). D’Alfonso: «Sarà uno dei simboli culturali della rigenerazione Expo».
La strategia del Comune prevede l’ampliamento progressivo delle zone pedonali: oggi prendono 428 mila metri quadri di città, 40 mila in più rispetto al 2011. È quasi ultimato il restyling di piazzetta Liberty, in piazza Pio XI manca solo la scultura di Libeskind promessa all’Ambrosiana e in Beccaria arriveranno gli alberi (veri, non in vaso). Dopo Expo i cantieri si sposteranno fuori dal centro città. Primi obiettivi: Loreto e Maciachini. La missione: trasformare due crocevia di traffico in isole ambientali «vivibili».
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