| Nel 2007 sono stati 111 gli incidenti. «Reti vecchie e stressate» A rischio anche viti e bulloni. Treni fragili» Gli interventi si sono sempre fatti per riparare i danni, non per evitarli. Lo denunciano, da anni, gli stessi sindacati
Articolo del: 07/10/2008 Autore: Armando Stella
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MILANO - Può saltare una vite, svitarsi un bullone, allentarsi un tirante. Può bastare un solo chiodo, un dente di ferro che nessuno ha sostituito in quindici anni. Di sicuro basta il 24 aprile scorso per mandare in tilt 9 stazioni della linea 2 del metrò: cede un pezzo di ruggine da una canalina di Cadorna, si stacca dal tubo che corre sui cavi dell'alta tensione, l'acqua passa e il sistema va in corto. È l'episodio che ha allarmato il presidente di Atm, Elio Catania. Finite le indagini sul guasto s'è fatto una domanda: possibile che nessuno, in questi anni, abbia sostituito le viti? Risposta: no. Motivo: gl'interventi si sono sempre fatti per riparare i danni, non per evitarli. Lo denunciano, da anni, gli stessi sindacati. Che però girano la domanda: «I tecnici della manutenzione sono sempre sotto organico. È possibile?».
Il metrò è fragile, appeso a una vite. Se salta, addio. Si contano 58 guasti ai treni nel 2004, che salgono a 75 l'anno dopo, 88 nel 2006 e 111 nel 2007 (più 34 agli impianti). Un'impennata. Mezzi fermi o lenti e passeggeri a terra per colpa di bulloni, cavi che cedono e pantografi che strappano i fili. A volte sono piccoli intoppi e si risolvono in fretta. In altri casi sono disastri. Per altro, non è facile saperlo. Ieri, ultimo esempio, Atm non ha dato informazioni né all'assessorato alla Mobilità né ai consiglieri. Il Verde Enrico Fedrighini ci ha provato e s'è sentito dire «c'è un'inchiesta aperta» e tanti saluti: «Silenzio assurdo». Le ultime statistiche sui guasti sono frutto di un'elaborazione del Comune su numeri dell'azienda. Palazzo Marino non ha accesso diretto alle informazioni e questa storia non durerà a lungo: tra le novità del prossimo contratto di servizio, che dovrebbe essere chiuso entro dicembre, la giunta vuole inserire proprio il collegamento diretto con i database e i software Atm. L'ordine è: trasparenza. E nessun filtro. Le linee elettriche della rete metropolitana rossa e verde sono «vecchie e stressate» dicono i sindacati. Dei 32 milioni di euro stanziati dal governo, 11 milioni sono destinati proprio a «interventi di manutenzione straordinaria» di cavi, dorsali, sottostazioni. Non solo. Con 600mila euro Comune e Atm dovranno completare proprio il sistema di alimentazione che corre tra le stazioni di Crescenzago, Udine e Cimiano, la tratta del guasto di ieri. «Non è un caso» osservano i sindacati: «Quella linea è a rischio». Dopo il blocco del 24 aprile, le squadre Atm hanno «ribattuto» tutti i chiodi delle canaline dell'acqua e il presidente Catania ha chiesto ai tecnici di «stabilire il tempo di "vita media" di ogni bullone». Ne basta uno. Salta e si pianta tutto. Succede.
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