| Strisce blu, polemiche infinite, ma ora addio multe Si verseranno solo le differenze di importo oltre l'orario già pagato. I Comuni accusano il colpo
Articolo del: 23/03/2014
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Nuovo smacco per i Comuni che sulla gestione delle strisce blu hanno barato senza pudore, dipingendole ovunque (violando quasi sempre la legge che impone di lasciare zone a parcheggio libero in una percentuale del 20 per cento nella zona): ora è ufficiale che non si potranno fare più multe a chi sosta oltre l'orario pagato sulle strisce blu. Lo ha confermato il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Umberto Del Basso De Caro rispondendo ad un'interrogazione parlamentare, indirizzata al ministro Maurizio Lupi, facendo chiarezza sui dubbi interpretativi sollevati da molti Comuni e su una presunta, ma inesistente, divergenza tra il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il ministero dell'Interno. E se vi sembra una cosa da poco, sbagliate (di grosso): le sanzioni legate al traffico sono in Italia più di 26mila al giorno, 1.087 l’ora, 18 ogni minuto. Un record mondiale che porta i patentati italiani a spendere per le contravvenzioni un miliardo di euro l’anno: 132 euro in media per ogni automobilista. Il solo "divieto di sosta" con più di 2,7 milioni di multe l’anno si piazza al secondo posto fra tutte le contravvenzioni. Insomma siamo di fronte a una delle principali fonti di introito per la Pubblica amministrazione e per i Comuni. Ecco perché tanta attenzione per una gestione da sempre contestata dal ministero dei Trasporti: "Abbiamo - spiegano dalla sede di Porta Pia - ripetutamente espresso il parere che, nel caso di sosta illimitata tariffata, il pagamento in misura insufficiente non costituisca violazione di una norma di comportamento, ma configuri unicamente una 'inadempienza contrattuale'". "Pertanto, nei casi di pagamenti in misura insufficiente, l'inadempienza implica il saldo della tariffa non corrisposta". "Niente multa, insomma -ribadisce il Mit- perché in materia di sosta, gli unici obblighi previsti dal Codice sono quelli indicati dall'articolo 157, comma 6, e precisamente l'obbligo di segnalare in modo chiaramente visibile l'orario di inizio della sosta, qualora questa sia permessa per un tempo limitato, e l'obbligo di mettere in funzione il dispositivo di controllo della durata della sosta, ove questo esista; la violazione di tali obblighi comporta la sanzione prevista dal medesimo articolo 157, comma 8, del Codice medesimo". I Comuni, ovviamente, non ci stanno. E si appellano a un parere del Viminale del 2003 che sostiene il contrario. Su questo, il ministero dei Trasporti risponde che "non risulta alcuna situazione di conflitto interpretativo con il ministero dell'Interno: quest'ultimo, infatti, - precisa il Mit - in seguito a un riesame della propria posizione espressa nel 2003, ha successivamente (nel 2007) condiviso la disamina della tematica svolta dal Mit ed emesso (nel 2010) una serie di pareri in tal senso, pareri condivisi dal Servizio della Polizia Stradale del Dipartimento di Pubblica Sicurezza". E su come recuperare i mancati pagamenti, il Mit spiega ancora che "le amministrazioni locali possono affidare al gestore del servizio le azioni necessarie al recupero delle evasioni tariffarie e dei mancati pagamenti, ivi compresi il rimborso delle spese e le penali, da stabilire con apposito regolamento comunale, secondo le indicazioni e le limitazioni fornite dal Codice Civile e dal Codice del Consumo".
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