| La denuncia dei sindacalisti Atm Metropolitana a pezzi: treni rotti, freni in tilt, sprechi e guasti infiniti
Articolo del: 09/10/2008 Autore: Santo Pirrotta
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MILANO 08/10/2008 - «La sicurezza prima di tutto», assicura il neo-presidente di Atm Elio Catania. Eppure, basta fare un giro sulla Linea Verde, quella che dalla stazione Abbiategrasso collega fino a Gessate (la stessa che lunedì è stata protagonista del black-out che ha paralizzato i treni per 14 ore) per accorgersi che non è proprio così.
Dalle vetture vecchie e malfunzionanti che ogni giorno si guastano e rientrano in deposito alle erbacce (da Cimiano in poi) che ostruiscono i semafori e le vie di fuga in caso di emergenza (i camminamenti o sono disastrati o inesistenti) fino alle uscite di sicurezza senza maniglie antipanico. L’elenco è lunghissimo. E le magagne spuntano come funghi. Il nostro “Caronte”, un sindacalista Atm che preferisce rimanere nell’anonimato, snocciola uno ad uno i nei delle vecchie linee della metropolitana, la Uno e la Due.
FRENI IN TILT
«Inutile negarlo i treni sono troppo vecchi - denuncia - Ogni giorno escono dal deposito 40 vetture e regolarmente ne rientra una decina. Piccoli intoppi o grandi guasti, intanto la circolazione si ferma. E i passeggeri devono arrangiarsi. Perchè i treni che tornano indietro non circoleranno più per tutto il giorno». Risultato: ritardi e disagi. Senza dimenticare la sicurezza. Ci sono viti e bulloni che saltano regolarmente, ma il vero pericolo sono i freni. «È vero - conferma il sindacalista - il più delle volte sono i freni a non funzionare. Finora non è successo niente di grave, ma con la vita della gente non si scherza».
I GUASTI
Nel 2007, ufficialmente si sono verificati 111 guasti, più 34 agli impianti. Anche se i dipendenti dell’Atm assicurano che i numeri sono ben altri, coperti da omertà e inchieste secretate, off limits persino per Palazzo Marino, che controlla al cento per cento l’azienda. Il governo l’anno scorso ha stanziato 32 milioni di euro, 11 solo per la manutenzione, 600mila euro dei quali destinati proprio a completare il sistema di alimentazione che corre tra le stazioni di Crescenzago, Udine e Cimiano. Fermate dove non esistono accessi per disabili (ma, annuncia l’Atm, partiranno a breve) e percorsi per non vedenti. Uno scandalo denunciato anche dalle “Jene”: l’Atm dichiarava, con tanto di documento scritto, una notevole spesa per il collaudo della pavimentazione in gomma, per i ciechi, sulla tratta tra Gobba e Gessate.
NON VEDENTI
Ma di quella pavimentazione non si è mai vista traccia. Neanche adesso. Sempre sulla stessa linea, le porte d’emergenza non sono mai state dotate di maniglioni antipanico. Così, nella peggiore delle ipotesi, per non vedenti e passeggeri in fuga, sarebbe la fine. Senza dimenticare la manutenzione lungo la linea esterna, dove erbacce coprono semafori e segnali (ci sono rami che arrivano dritti sulle cabine dei macchinisti).
«Se l’erba c’è va tagliata, anche se non è previsto nel badget, Perché non si può rischiare di non leggere bene un semaforo. La segnaletica è anche dentro la cabina di guida, ma spesso è guasta», continua il sindacalista.
«SPESE RICEVENTI»
E pensare che l’azienda ha speso fior di milioni di euro per la disinfestazione da rettili sulla tratta Gessate e Vimodrone. Ben 191 euro al metro quadrato, che moltiplicati per 15 chilometri, diventano 2.900.000 euro. E se si considera che l’intervento è stato effettuato più di una volta, il calcolo è presto fatto. Ma perché fare una disinfestazione contro i rettili se poi il camminamento è invaso dall’erba? Un capitolo a parte meritano le nuovissime biglietterie elettroniche posizionate nelle stazioni interurbane (Gessate-Cologno Nord). Bene, tutte sono sprovviste di indicazioni per l’acquisto dei ticket magnetici. «A differenza delle vecchie multitariffe - racconta un dipendente - che indicavano la località e il tipo di tasto premere, queste non sono facili da utilizzare. Così si creano file interminabili e disagi».
CAOS BIGLIETTERIE
Non solo. Spesso si acquista il biglietto sbagliato per raggiungere la tratta interurbana, così, una volta arrivati a destinazione si rischia la multa. Se si paga col bancomat, poi, alla meglio si aspettano 20 minuti, ma può capitare («capita spesso», assicurano i dipendenti) che le macchinette “mangino” la credit card. Morale: o si aspettano ore prima che i tecnici arrivino da Garibaldi, o il bancomat si ritira direttamente all’Atm Point di piazza Duomo. E se il passeggero ha fretta? E se è straniero? Pazienza. Come quando piove, e in metrò bisogna munirsi di ombrello. Le infiltrazioni sono all’ordine del giorno e i dipendenti ricorrono al vecchio trucco del secchio. Nella città che nel 2015 ospiterà l’Expo. «Milano è rock e la metropolitana è lenta», tuona il sindaco Letizia Moratti. Perchè in una città rapida e veloce tutti si devono adeguare. E anche la metropolitana «dovrebbe farlo un pochino di più».
Commento: E poi si lamentano se la gente usa l' auto!
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