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Via Sarpi, commercianti contro la ztl: "Così ci toccherà chiudere"

Articolo del: 16/11/2008


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Si aspettavano una seconda via Dante e invece si sono ritrovati da un giorno all’altro telecamere e cartelli di divieto al traffico fuori dalla porta. Si sentono traditi i commercianti di Paolo Sarpi dalla decisione del Comune di trasformare la via in ztl a partire dal lunedì: chiedevano almeno uno slittamento a dopo le feste.

«Non si inizia a costruire una casa dal tetto - spiega con una metafora Angelo Volpe, dell’omonimo negozio di giocattoli -, ma dalle fondamenta. Il Comune avrebbe dovuto provvedere a parcheggi e alternative per il traffico delle auto e dei mezzi pubblici, mentre da un giorno all’altro ha chiuso la via».

Anche Antonio Remi, edicolante, non nasconde il disappunto: «Paolo Sarpi non è via Dante - dice -. Chiudere la via significa solo disagio, sia per la clientela che deve muoversi a piedi e non ha più nemmeno l’autobus, sia per i negozianti. Con la crisi, negli ultimi quattro anni la mia dichiarazione dei redditi si è quasi dimezzata. Questo sarà il colpo di grazia: non riesco nemmeno più a vendere il negozio».

Su posizioni come questa è schierata Ales, storica sigla dei negozianti della via. Dall’altra parte, si è creato il fronte della neonata Sarpi Doc, che raccoglie circa metà dei commercianti, e che accetta la ztl come un passaggio necessario in vista dell’isola pedonale. «Sono fra quelli che nel 2004 ha proposto l’isola pedonale - spiega Luigi Anzani, della storica Cappelleria Melegari, in via Sarpi dal 1919 -. La decisione di chiudere la via subito c’è stata dopo che i cinesi sono scesi in strada nell’aprile del 2007 contro i vigili. In quell’occasione venne alla luce il problema del traffico dei carrelli legato ai grossisti, e ora si cerca di rispondere con la chiusura della via».

Il signor Volpe rimane scettico: «Basterebbe che i vigili facessero più multe: invece i cinesi sono liberi di fare quello che vogliono». «Hanno già trovato il modo per aggirare l’ostacolo della ztl - rincara l’edicolante -, lasciando i camion nelle vie laterali e caricando tutto su delle bici attrezzate con assi. Il disagio è solo nostro».

Ma c’è anche chi, nella comunità cinese, è favorevole alla zona a traffico limitato: «Già in quattro hanno aderito alla nostra associazione - spiega Francesco Novetti, erborista e a capo di Sarpi Doc -. Sono commercianti al dettaglio e vedono i vantaggi della futura isola pedonale». Intanto allo shopping natalizio manca appena un mese: sarà quello il primo banco di prova del progetto.

Commento: Che furbi! Ma possibile che non avessero previsto che le cose sarebbero andare a finire così come sono andate a finire? Era ovvio, palese! E dico di più: anche l' isola pedonale vera e propria (ammesso che la facciano) sarà una pessima scelta. Via Sarpi non è via Dante. E se una via chiusa al traffico può andare bene per favorire il commercio di negozi particolari come quelli di moda, di oggettistica, di libri, di gioielli e di altre cose leggere, certo non va bene per la gran parte dei negozi. Per la roba che pesa, a cominciare dalla spesa del sabato, serve poter arrivare con l' auto, mica a piedi. Non a caso, ormai, viene più comodo andare fuori città, nei grandi centri commerciali. Lontani, ma dove almeno si può parcheggiare senza problemi.

Chissà se questo i commercianti (e anche i residenti) riusciranno a capirlo con il dovuto anticipo!


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